Qualcuno ha scritto qualche mese fa, che è impossibile capire l’Italia se non si capisce Catanzaro. Io a Catanzaro ci sono nato.
Catanzaro
è il capoluogo della regione più povera d’Italia, dove la criminalità
regna sovrana. Catanzaro è la Bangalore d’Italia con i suoi call center
che pagano meno di cinque euro lordi l’ora. Catanzaro è un posto dove si
possono truccare esami e concorsi a volontà, e tutti possono cullare il
sogno di diventare un colletto bianco. Catanzaro è un agglomerato
urbano dove non esiste alcun tipo di coesione sociale, con una pianta
urbana che riflette la totale incapacità di pianificazione dei suoi
illustri politici e abitanti. Catanzaro è città senza marciapiedi,
perché il potere pubblico ha ormai da troppo tempo abdicato al privato.
Catanzaro è terra di professionisti arricchitisi senza merito. Catanzaro
è un esercito di impiegati e dirigenti svogliati e frustrati. Catanzaro
è miopia di poche famiglie dominanti, che con piglio ‘prenditoriale’
accentrano tutte le risorse cittadine senza dare nulla in cambio.
Catanzaro è città che vive di calcio, con una squadra dalle glorie
antiche, relegata ad allenarsi in un fazzoletto di terreno di dieci
metri e con uno stadio monco e fatiscente perché manca l’agibilità di un
intero settore. Catanzaro è prevaricazione continua dei diritti e degli
spazi dei più deboli. Catanzaro è ogni giorno più vecchia, i suoi
giovani qualificati e non, ad eccezione di rampanti figli di papà,
devono sempre confrontarsi con due ‘scelte’: la fuga senza ritorno o
l’asservimento al politico di turno per ottenere un posticino nella
pubblica amministrazione o da cassiere in un supermercato. Catanzaro è
terra di precari che sbarcano il lunario ogni mese. Catanzaro è terreno
fertile per il disagio sociale, la reazione violenta, l’egoismo,
l’assenza di spirito civico. Catanzaro è uno spaccato triste di
Mezzogiorno, una città senza titolo alla periferia dell’impero.
Da ieri Catanzaro, è anche la città che probabilmente andrà alle urne tre volte nel giro di due anni. A Maggio del 2011 il centrodestra, capitanato dal deputato Michele Traversa,
aveva vinto a mani basse le elezioni: 62% dei suffragi al candidato
sindaco e quasi 78% alle sue liste. Una vittoria schiacciante con 26
consiglieri alla maggioranza e quattro all’opposizione.
Il
17 Dicembre del 2011, otto mesi dopo la trionfale elezione, l’onorevole
Michele Traversa si dimise. Tali dimissioni, certo accelerate
dall’incompatibilità fra la carica di sindaco e quella di parlamentare,
sarebbero comunque avvenute, perché a detta di Traversa, il Comune con i
suoi debiti era ormai ingovernabile. Tuttavia, chi conosce la città, sa
anche che, all’interno della maggioranza esisteva un braccio di ferro
tra opposte fazioni. Un braccio di ferro che ha contributo e non poco al
logoramento e al crollo della giunta Traversa.
In
questa prima competizione elettorale Michele Traversa era stato sfidato
da un giovane candidato scelto in extremis dalla coalizione di
centrosinistra. Salvatore Scalzo e una banda di giovani
al suo seguito, avevano dato vita a una campagna elettorale coraggiosa e
innovativa. Una campagna fatta di entusiasmo, partecipazione e menzioni sull’Economist.
A
questo punto della storia, il comune viene commissariato e si indicono
nuove elezioni. Ancora una volta Maggio. A un anno di distanza vince
ancora il centrodestra (questa volta capeggiato dall’imprenditore
Sergio Abramo
già sindaco delle città per due mandati nel recente passato). Questa
volta però, lo scarto si riduce considerevolmente. Abramo ottiene la
vittoria al primo turno con il 50,08% dei voti, evitando per 130 voti le
forche caudine del ballottaggio. Scalzo e i suoi giovani sono riusciti a
ricompattare il centrosinistra, portandolo oltre il 42%.
Tuttavia, durante la due giorni elettorale, il centrosinistra aveva lamentato l’occorrenza di palesi irregolarità in più sezioni elettorali. Dopo una lunga scia di polemiche protrattesi per diversi mesi,la scorsa settimana Il TAR della Calabria ha deciso di sciogliere il consiglio comunale
eletto nel Maggio del 2012. Non c’è da sorprendersi. La proclamazione
dei risultati aveva già richiesto un mese di verifiche e conteggi. A
causa delle irregolarità riscontrate, si rivoterà (per la terza volta)
in 8 sezioni (su un totale di 90) interpellando 6.500 cittadini (quasi
il 10% degli aventi diritto). Ancora una volta, una situazione senza
precedenti porta alla ribalta nazionale la mia città.
C’e’ da chiedersi cosa succederà questa volta.
Riuscirà il giovane Scalzo a portare Abramo al ballottaggio? E se si
andrà al ballottaggio, il giovane candidato, potrà davvero giocare le
sue chance alla pari? Chissà che l’assenza del voto di preferenza in un
eventuale ballottaggio non regali un’interessante sorpresa alla
Bangalore d’Italia. Forse aveva ragione chi diceva che per capire
l’Italia, oggi come non mai, bisogna proprio partire da Catanzaro.
Catanzaro è lo specchio della società di oggi. 20 anni di berlusconismo hanno provocato mali al nostro Paese che difficilmente potranno essere estirpati.
RispondiEliminahttp://www.catanzaroinforma.it/pgn/news.php?id=48161 ...GRAZIE AL PROGRAMMA DI IERI IN DIRETTA DI LINO POLIMENI...ABBIAMO CAPITO TANTE COSE.. ..ABRAMO E'IL NS SINDACO....E NESSUNO E' COME LUI...ORA + CHE MAI...ABBIAMO CAPITO L'IMPORTANZA DELL'UOMO ABRAMO . SINDACO...X NOI CATANZARESI..UNO DI NOI...ORA E SEMPRE...IL MIGLIORE SINDACO DI TUTTI I TEMPI..
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