La Consulta non si è espressa sul ricorso
presentato da otto regioni contro il decreto Salva Italia
La Corte Costituzionale ha rinviato a nuovo ruolo
l’udienza sui ricorsi presentati dalle Regioni contro il decreto Salva
Italia che all’articolo 23 ha di fatto “svuotato” le competenze delle
Province e ne ha modificato il sistema elettorale. Secondo quanto si
apprende, il presidente della Consulta ha ritenuto di non entrare ancora
nel merito di una materia che sta cambiando di nuovo, poiché è in corso
di pubblicazione il decreto di riordino, approvato dal Cdm il 31
ottobre. Verrà pertanto fissata una nuova data per esaminare i ricorsi
di Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Campania,
Molise e Sardegna, più quello della Valle d’Aosta sullo stesso articolo
del decreto. “È successo quello che temevamo: la Corte Costituzionale
non si è assunta la responsabilità di decidere sul ricorso di ben 8
Regioni italiane che contestavano la legittimità costituzionale del
decreto Salva Italia sulle disposizioni legate al destino delle
Province. Certamente non è stata casuale la mancata pubblicazione sulla
gazzetta ufficiale del nuovo decreto legge sul riordino delle Province,
approvato ormai da 5 giorni, fermo nelle stanze del Governo e firmato
dal capo dello Stato solo pochi minuti fa”.
Lo afferma il vicepresidente
vicario dell’Unione Province italiane (Upi), Antonio Saitta. “Sono
comprensibili - aggiunge Saitta - le difficoltà dei giudici a prendere
una decisione in una situazione di caos istituzionale e di modifiche
legislative che si rincorrono, spesso in maniera contraddittoria. Il
governo è responsabile di un caos legislativo intorno alla riforma delle
Province, che ha attuato in meno di un anno attraverso ben tre decreti
legge”. Secondo il vicepresidente dell’Upi “questo continuo ricorso alla
decretazione d’urgenza sta di fatto svuotando i principi costituzionali
e lo stesso principio di....
legalità, poiché si crea una continua
incertezza sulle funzioni e sull’esistenza stessa delle Province, che in
Costituzione sono previste come istituzioni costitutive della
Repubblica”. |
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