mercoledì 7 novembre 2012

La Corte Costituzionale ha rinviato l'udienza sui ricorsi presentati da 8 regioni sul decreto Salva Italia che taglia molte provincie tra le quali quella di Vibo e di Crotone

     
 

La Consulta non si è espressa sul ricorso
 presentato da otto regioni contro il decreto Salva Italia
La Corte Costituzionale ha rinviato a nuovo ruolo l’udienza sui ricorsi presentati dalle Regioni contro il decreto Salva Italia che all’articolo 23 ha di fatto “svuotato” le competenze delle Province e ne ha modificato il sistema elettorale. Secondo quanto si apprende, il presidente della Consulta ha ritenuto di non entrare ancora nel merito di una materia che sta cambiando di nuovo, poiché è in corso di pubblicazione il decreto di riordino, approvato dal Cdm il 31 ottobre. Verrà pertanto fissata una nuova data per esaminare i ricorsi di Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Campania, Molise e Sardegna, più quello della Valle d’Aosta sullo stesso articolo del decreto. “È successo quello che temevamo: la Corte Costituzionale non si è assunta la responsabilità di decidere sul ricorso di ben 8 Regioni italiane che contestavano la legittimità costituzionale del decreto Salva Italia sulle disposizioni legate al destino delle Province. Certamente non è stata casuale la mancata pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del nuovo decreto legge sul riordino delle Province, approvato ormai da 5 giorni, fermo nelle stanze del Governo e firmato dal capo dello Stato solo pochi minuti fa”.
 Lo afferma il vicepresidente vicario dell’Unione Province italiane (Upi), Antonio Saitta. “Sono comprensibili - aggiunge Saitta - le difficoltà dei giudici a prendere una decisione in una situazione di caos istituzionale e di modifiche legislative che si rincorrono, spesso in maniera contraddittoria. Il governo è responsabile di un caos legislativo intorno alla riforma delle Province, che ha attuato in meno di un anno attraverso ben tre decreti legge”. Secondo il vicepresidente dell’Upi “questo continuo ricorso alla decretazione d’urgenza sta di fatto svuotando i principi costituzionali e lo stesso principio di....

legalità, poiché si crea una continua incertezza sulle funzioni e sull’esistenza stessa delle Province, che in Costituzione sono previste come istituzioni costitutive della Repubblica”.

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