venerdì 15 febbraio 2013

Libertà di stampa L'Italia recupera qualche posizione ma resta al 57° posto per il pericolo di leggi bavaglio


Italia recupera posizioni, ma resta 57ª
"Pericoloso uso delle leggi bavaglio"

La classifica annuale stilata da Reporter senza frontiere sul rispetto della libertà di stampa vede il nostro Paese risalire di quattro gradini rispetto ai dodici mesi precedenti, ma è dietro a Botswana e Niger. In testa la Finlandia, i Paesi Bassi e la Norvegia

La 'cattiva' legislazione sulla stampa continua in Europa, "specialmente in Italia, dove la diffamazione deve essere ancora depenalizzata" e si fa un "pericoloso uso delle leggi bavaglio". Lo stima Reporter senza frontiere (Rsf) che piazza l'Italia al 57mo posto nel mondo (quattro posizioni in più rispetto allo scorso anno), dopo tra gli altri Botswana e Niger, nel suo report 2013. La classifica dell'Ong pone in testa ai paesi più rispettosi della libertà di stampa Finlandia, Paesi Bassi e Norvegia, mentre i peggiori sono Eritrea, Corea del Nord e Turkmenistan. Male anche Siria, Somalia, Iran, Cina, Vietnam, Cuba, Sudan e Yemen, che risultano tra i Paesi meno rispettosi della libertà di stampa tra i 179 presi in esame.Chi sale, chi scende e chi resta uguale. Il Mali precipita al 99 posto (ben 74 posizioni di differenza rispetto alla valutazione 2011), dopo il colpo di stato del 22 marzo a Bamako. La Turchia (154ma, in calo del 6 posti), è "attualmente la prima prigione al mondo per i giornalisti, soprattutto quelli che criticano le autorità sulla questione curda". La Ong sottolinea, però  anche i progressi di alcuni Paesi: il Malawi
ha guadagnato 71 posizioni, piazzandosi al 75mo posto; la Costa d'Avorio, 96ma, ha conquistato 63 posti e sembra uscita dalla crisi post-elettorale tra Gbagbo e Alassane Ouattara. La Birmania ha risalito 18 gradini, diventando 151ma. L'India, posizione 140, ha perso nove posizioni, piazzandosi al livello più basso dal 2002. Il motivo è la censura in continua crescita. La Cina, poi, (174ma) "non mostra segni di miglioramento", con un gran numero di giornalisti e cittadini in carcere e una web-censura che "rimane uno dei principali ostacoli per l'accesso alle informazioni", si legge nella relazione. Per Rsf, inoltre, "la repressione in vigore dopo il ritorno alla presidenza di Vladimir Putin" è costata alla Russia sei posizioni, facendola diventare 148ma.


L'Europa a rischio. Infine, il rapporto sottolinea che, anche se 16 paesi dell'Unione Europea sono ancora nei primi trenta posti della classifica, "il modello europeo si sta erodendo". A mettere a rischio la libertà sono le 'leggi bavaglio', come in Ungheria (56, -16 posti) e la Grecia (84, -14 posti).

La classifica. Per stilare la classifica, Rsf valuta criteri uguali per ciascun Paese: il pluralismo, l'indipendenza dei mezzi di comunicazione, i concetti di ambiente e di auto-censura, il quadro giuridico, la trasparenza e infine infrastrutture dell'informazione. Ogni paese riceve un punteggio da 0 a 100, con zero che rappresenta una "situazione ideale".

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