C'era una volta un pescatore che
aveva tre figlie una più bella dell'altra: La prima si chiamava
Filomena, la seconda Fotina e la terza Felicetta. Era rimasto vedovo da
quando le figlie erano piccole e le aveva tirate su con l'aiuto dei
vicini, senza mai volersi risposare; perché troppo bella e buona
era stata sua moglie e non poteva trovarne un'altra uguale. Vivevano
con quello che riusciva a ricavare dalla vendita del pesce, e non era molto.
Ma non si lamentava, anzi era contento, perché diceva di avere avuto
la più grande ricchezza quando aveva messo al mondo tre figlie,
non solo di sette bellezze ma anche virtuose, perché non c'era mestiere
di donne che non sapessero fare e fare bene. In più erano anche
buone e sempre andavano ad aiutare una povera vecchia e gobba che abitava
da sola in una capanna e non aveva niente da mangiare. Una sera, che erano
a casa della vecchia perché era malata, dopo averla accudita
e messa a letto a dormire , si sedettero sulla spiaggia davanti al mare
a guardare la luna piena che brillava sull'acqua, e come tutte le ragazze
di questo mondo si misero a fantasticare. La prima diceva - "Se mi
dovessi sposare vorrei sposare il cugino del re e gli farei un figlio con
un pomo in mano in modo che quando lui lo mette a terra lì nasca
un albero di pomi d'oro" - E la seconda - "Ed io se mi dovessi sposare
vorrei sposare il fratello del re e gli farei un figlio che quando batte
le mani possa imbandire una tavola ricca di ogni ben di Dio." - E
la terza, che era anche la più bella, disse - "Io, invece, vorrei
sposare proprio il re e gli farei tre figli: uno con gli occhi della luna
in modo che possa vedere ogni cosa anche di notte al buio, uno con gli
occhi del mare in modo che possa governare le acque e sempre navigare senza
pericoli ed una figlia con una stella in fronte, la pelle del giglio
ed i capelli díoro come il sole che più li tagli, più crescono
e più oro danno. Ora la vecchia che non stava dormendo ascoltò
tutto e siccome era una fata che era in giro per il mondo in cerca della
bontà, sorrise e disse - "Così sia." - Il giorno dopo
si travestì da mercante ed andò al palazzo del re. Con la
scusa di vendergli stoffa per abiti si fece ricevere da lui in persona
e tra un discorso e l'altro gli raccontò che in paese c'erano delle
ragazze che s'inventavano storie di matrimoni con il re ed i suoi parenti;
riferendo i discorsi che aveva sentito. Il re incuriosito disse - " Dimmi
subito chi sono queste ragazze o ti taglio la testa." - La fata,
che non aspettava altro, gli dette nome e cognome e poi sparì: perché
di più non poteva fare. Il re mandò subito i servi a prendere
le figlie del pescatore. Le poverine, che non potevano mai pensare che
il re potesse volere mai qualcosa da loro, arrivarono al palazzo; mezze
morte dalla paura e dalla preoccupazione díaver fatto qualcosa di male.
Bene. Appena il re le vide restò meravigliato da tanta bellezza,
specialmente da quella di Felicetta che non osava nemmeno guardarlo. Ma
era il re e così si fece serio serio e disse - "Ho sentito dire
che tu Filomena vuoi sposare mio cugino il marchese e che saresti
capace di dargli un figlio con un pomo in mano in modo che quando
lui lo mette per terra lì nasca un albero di pomi d'oro, che tu
Fotina se mio fratello ti sposa gli darai un figlio che quando batte le
mani possa imbandire una tavola ricca di ogni ben di Dio e udite! udite!
se io sposo te Felicetta saresti capace di darmi tre figli: uno con gli
occhi della luna in modo che possa vedere ogni cosa anche di notte al buio,
uno con gli occhi del mare in modo che possa governare sulle acque e sempre
navigare senza pericoli ed una figlia con una stella in fronte, la
pelle del giglio ed i capelli díoro che più li tagli più
crescono e più oro danno. Alla prova. Il re chiamò il cugino
ed il fratello e disse - "Queste sono le vostre spose da qui ad un anno
dovranno partorire quello che hanno promesso. Se così sarà
io
sposerò la loro sorella Felicetta, se ciò non avverrà
sarà loro tagliata la testa ed appesa nella pubblica piazza. Subito
s'approntarono le cose per fare il matrimonio, la mattina dopo, senza perdere
tempo. E le povere ragazze non poterono nemmeno tornare a casa perché,
per paura che scappassero, il re le fece chiudere ognuna in una stanza,
mise quattro gendarmi davanti alla porta e mandò le sue serve più
fidate per prepararle. Intanto, era arrivata la notizia al padre delle
tre ragazze che, saputo le cose come stavano, si disperava e si tirava
i capelli e batteva la testa nel muro e diceva - "Povere figlie sventurate!
Come faranno a fare quello che hanno detto? Quale mala sorte gli ha messo
in bocca quelle parole?" - Mentre così piangeva ecco che appare
la fata e gli dice - "Non ti preoccupare vecchio che io ho voluto, per
buona fortuna, portare le tue figlie a questo stato e che tutto sarà
come é stato detto perché la tua figlia più piccola
é destinata regina e le sue sorelle non possono essere da meno."
Il giorno dopo si fecero le nozze. Con grandi pranzi e grandi feste perché
si sposavano il marchese cugino ed il fratello principe che quando
videro arrivare le loro spose restarono muti ed incantati da come erano
belle e agghindate. Finiti i festeggiamenti, ognuno di essi partì
per il proprio regno con la sposa ed un dignitario di corte, che aveva
líordine di controllare che tutto avvenisse secondo la promessa. Ora succede,
che a palazzo viveva una zia del re che aveva una figlia bruttina e nella
sua mente aveva sempre sperato di darla in moglie al nipote re, ma la cosa
che stava accadendo rischiava di mandare allíaria tutti i suoi progetti.
Comunque, pensava - "Sarà difficile che quelle due possano mantenere
le promesse fatte e quindi fra un anno saranno tutte giustiziate . Così
imparano! - Sotto, sotto, però ,una vocina le diceva di stare allíerta
e di tenere díocchio Felicetta che era rimasta lì in custodia. Anche
perché aveva visto come il re líaveva guardata! In più,
con la scusa di controllarla, tutti i giorni egli andava a farle visita
ed ogni volta ne usciva sempre più incantato. Tanto che ,quando
si era avvicinata líora di partorire per le due sorelle, non faceva che
mandare messi per avere notizie, sperando che tutto si avverasse
per porter sposare Felicetta. E così fu. Filomena partorì
un figlio con un pomo in mano che fu portato subito in giardino gli fu
fatto cadere i di mano e subito spuntò un albero di pomi d'oro con
grande felicità del padre per il figlio maschio e per la ricchezza
che aveva. Anche Fotina fece un figlio: gli fecero battere le mani ed apparve
una tavola imbandita di ogni ben di Dio con piatti e posate di oro e di
platino. Subito il re che era presente alle cose, dette ordine di ripartire
e preparare tutto per il matrimonio con Felicetta; senza perdere tempo.
E le cose furono fatte così in fretta che la zia del re non fece
in tempo a dire beh! che si trovò il nipote sposato e con la moglie
incinta. E tanta era la sua rabbia che non dormiva la notte pensando a
come potersi vendicare e sistemare le cose a suo favore. Ed ecco che una
mattina si presenta un messaggero dellíimperatore di Spagna, che ordina
a tutti i re di andare a combattere con lui contro i Mori. Così
senza tempo pensarci il re deve armarsi e partire. Prima, però,
passa dalla moglie e le dice - "Moglie, io devo partirte per la guerra
e non ci sarò quando tu partorirai, ma quello che é stato
detto va fatto. Lascio testimoni i dignitari e mia zia al controllo
e, se non mi darai i figli che mi hai promesso, sarai punita per la vita.
E se ne andò. La zia gelosa non aspettava che questo e subito cominciò
a pensare a come sistemare le cose al momento. Senza far vedere la sua
gelosia, trattava Felicetta con mille moine; in modo da acquistare tutta
la sua fiducia. Così, quando alla regina cominciarono le doglie
furono mandati via tutti i servitori e restò da sola nella stanza
insieme a lei. Nacquero i tre figli che Felicetta aveva promesso, ma la
perfida zia disse:- Sfortuna grande! invece di bambini avete fatto tre
gatti. E senza dare il tempo alla povera regina, intontita dai dolori di
rendersene conto, corse fuori e buttò i bambini nel pozzo; poi mandò
un messaggero dal re per dirgli che la regina aveva partorito tre gatti.
Il re alla notizia andò su tutte le furie per la rabbia di essere
stato imbrogliato però, essendo innamorato di Felicetta, non ebbe
il coraggio di dare l'ordine di ucciderla ma mandò a dire che venisse
rinchiusa nella torre più alta e buia del castello a pane e acqua
per tutta la vita, servita dal servo piu infimo e senza che le venisse
mai rivolta la parola: pena la morte. Ora, sotto il pozzo nessuno
sapeva che c'era un paese fatato dove abitavano le fate più importanti
e, tra queste, la fata che girava per il mondo e che tutto sapeva. Così,
quando i bambini furono gettati nel pozzo, in fondo, c'era già
lei pronta con un grande grembiule, con dentro un cuscino di piume, dove
i bambini atterrarono dolcemente. La fata li coprì con un
lenzuolo tessuto con la seta e líoro e li portò nella sua casa dove
c'era già una culla, di rose e di piume di struzzo, ad accoglierli.
Nel mondo delle fate i bambini crescono alla svelta. Figuriamoci questi
che per di più erano fatati anche prima di arrivarci! In men che
non si dica diventarono grandi; e così la fata, un giorno, li chiamò
e disse
Fine prima parte-
Ciaooo Sellia!
RispondiEliminaMaria
Una buona domenica a tutti i lettori da Domenico
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