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mercoledì 8 ottobre 2014

Il processo sui gravi illeciti sulla gestione dell'impianto smaltimento rifiuti di Alli rinviato al 10 dicembre per difetti nelle notifiche, le parti civili sono: Il comune di Catanzaro, il comune di Simeri Crichi, La provincia di Catanzaro più alcune associazioni ambientalistiche


Non è potuto iniziare a causa di difetti nelle notifiche, oggi (ieri ndr) a Catanzaro, il processo a carico delle quindici persone coinvolte nell'inchiesta della Procura della Repubblica del capoluogo calabrese denominata "Pecunia non olet" su presunti gravi illeciti in materia fiscale ed ambientale connessi alla gestione dell'impianto di smaltimento rifiuti di Alli, nel catanzarese.
Il pubblico ministero ha chiesto la trasmissione degli atti in Procura perché si verifichi cosa abbia comportato tali difetti, mentre i giudici hanno rinviato il tutto alla nuova udienza del 10 dicembre.
Gli imputati sono stati rinviati a giudizio lo scorso 14 maggio, su richiesta del pm cui si sono associate anche le parti civili, che sono il Ministero dell'Ambiente (difeso dall'Avvocatura di Stato), il Comune di Catanzaro (rappresentato dall'avvocato Nicola Cantafora), e il Comune di Simeri Crichi (rappresentato dall'avvocato Valerio Murgano). Le  parti civili sono: la Provincia di Catanzaro,il Comune di Simeri Crichi, Legambiente, d Wwf, Codici Calabria e del Movimento per la difesa del cittadino
Tra gli imputati compaiono imprenditori, professionisti, funzionari dell'Ufficio per l'emergenza ambientale in Calabria, Graziano Melandri, ex Commissario delegato per l'emergenza ambientale in Calabria dal 9 marzo 2011 - che si dimise dall'incarico proprio nel corso dell'inchiesta -, e l'assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Francesco Pugliano, coinvolto nella vicenda nella sua qualità di ex sub-commissario dell'Ufficio per l'emergenza dal 5 agosto del 2010 all'8 marzo del 2011.
Associazione a delinquere, abuso d'ufficio, evasione fiscale, corruzione, falso e disastro ambientale i reati a vario titolo contestati nell'ambito dell'inchiesta. La tesi dell’accusa è che ..........
intorno alla gestione della discarica  si sia consumata una presunta truffa riguardante attestazioni sulla base di false certificazioni prodotte dalle aziende che avrebbero indotto l’ufficio del commissario delegato per l’emergenza rifiuti a liquidare, nei confronti
d’indagine legato alla gestione della discarica di Alli, al confine fra Catanzaro e Simeri Crichi. Questa tranche riguarda ipotesi di reato, ce n’è in piedi un’altra per fatti successivi, che
di Slia ed Enerambiente, la somma complessiva di 400mila euro. Ancora, a carico di alcuni degli indagati vengono ipotizzati reati ambientali per l’immissione di percolato (sostanza altamente inquinante) nel fiume Alli e, di conseguenza, nel mar Jonio.

1 commento:

  1. ennessimo flop dell'amministrazione comunale crichese che senza le continue pressioni dell'opposizione si giravano i pollici invece di costituirsi come parte civile

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