Questa breve riflessione è un atto di gratitudine
all’Arcivescovo di Catanzaro, mons. Vincenzo
Bertolone, che ha voluto dedicare così tanto spazio del suo ultimo libro, “I Care Humanum”, alla tematica del
nuovo umanesimo a partire dalle donne, al fine di “valorizzare opportunamente e coraggiosamente
la presenza e la partecipazione delle donne nella chiesa ”.
Oltre al paragrafo specifico, continuamente si trovano nel libro riferimenti ed
esplicitazioni della tematica. E anche
il sottotitolo del libro “Passare la fiaccola della nuova umanità”, calza
perfettamente alla questione femminile, perché per secoli proprio le donne, roccia
operosadella Chiesa, hanno trasmesso la fede, passandone, appunto, la fiaccola,
all’interno dell’istituzione familiare e di quella educativa . Vogliono e
devono farlo, però, anche all’interno
delle istituzioni civili e religiose, così come sottolinea nel testol’Arcivescovo
Bertolone :” La rilettura serena del
messaggio biblico ci apre al ruolo non
soltanto di Pietro, ma anche di Maddalena… Lasciamoci illuminare da Maddalena,
e non soltanto da Pietro…Non la “forza” dell’uomo, ma la “debolezza” della
donna si accorda con il messianismo
della croce”
In questa
direzione di kenosis e umiltà, riecheggia Il rilievo che Papa Francesco dà
all’autorevolezza della “ povertà”,
di una Chiesa che, ci ricorda continuamente, è “femminile”, ma è anche “povera,
per i poveri”…l’autorevolezza della povertà è quindi strettamente collegata
alla necessità di riconoscere l’autorevolezza delle donne nella Chiesa.
Nel primo capitolo del suo libro, mons. Bertolone presenta la
tragicità dell’essere umano oggi “ridotto quasi ad un’orma
lasciata sulla battigia…dopo le tante, troppe esperienze disumanizzanti del
secolo breve, e di fronte a ri-emergenti segnali di violenza, di emarginazione,
di sopraffazione, di malvagità gratuite”…
A me viene in mente il grido antico
di Eschilo a cui l’antica tragedia greca non dava speranza:
“Infinito è il grido di dolore che sale dalla terra verso il cielo:
ci sarà mai dall' ombra un Dio che l'ascolterà dal segreto dell' ombra”?
Quasi lo stesso grido mi sembra di
rinvenire nel salmo 39, meravigliosamente aperto, però, alla salvezza:
”Solo un soffio è ogni uomo che vive,
7come ombra è l'uomo che passa; solo un soffio che si agita,
accumula ricchezze e non sa chi le raccolga. Ora, che attendo, Signore? In te la mia speranza”.
7come ombra è l'uomo che passa; solo un soffio che si agita,
accumula ricchezze e non sa chi le raccolga. Ora, che attendo, Signore? In te la mia speranza”.
Come scrive mons.
Giuseppe Silvestre nelle sue "Schede sull' humanum", citando D. Bonhoeffer,
“Con la mangiatoia (incarnazione) e con la croce (mistero
pasquale) Cristo si é legato in maniera definitiva alla debolezza e fragilità
umana e si rende contemporaneo ad ogni uomo nella debolezza e nella fragilità.
Nell' impotenza e nella sconfitta della croce, della natura umana, Dio sta al
nostro fianco: solo un Dio sofferente può aiutare”.
Sofferenza e
povertà toccano oggi particolarmente le
donne: due terzi degli affamati nel mondo sono donne che ricevono appena gli
avanzi dopo i pasti dei loro mariti e dei loro figli; due terzi degli analfabeti del mondo sono
donne rese schiave dalla loro mancanza di istruzione e trattate come una
proprietà degli uomini; e due terzi dei più poveri tra i poveri, secondo le
statistiche dell’Onu, sono donne.
Per non parlare delle .........
nuove violenze e schiavitù: così
Bertolone: “
Le donne contemporanee sono oggi al centro di grandi interessi , e a
volte anche di speculazioni, nel campo della ricerca scientifica e delle
realizzazioni tecnologiche. Sono esse le prime destinatarie delle biotecnologie
che spesso ne utilizzano il corpo soltanto a fini riproduttivi e procreativi,
oppure ne spremono, per così dire, l’anima, addossando loro l’intero peso della
“cura” di uomini e donne, anziani e piccoli, giovani e adulti, peraltro in una
società , in Europa, sempre più vecchia.”
C’è quindi, specie per le donne, urgenza di rispetto, di pace,
urgenza di altra economia, urgenza di raccogliere la sfida ecclesiale.
Quest’ultima è fortemente auspicata da Papa Francesco nell’ EvangeliiGaudium, ai num. 103-104:
«Vedo
con piacere come molte donne condividono
responsabilità pastorali insieme
con i sacerdoti, danno il loro contributo per l’accompagnamento di persone, di
famiglie o di gruppi ed offrono
nuovi apporti per la riflessione teologica,
ma c’è ancora bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più
incisiva nella Chiesa»
Allora, auspica Bertolone, “ogni scelta di rinnovamento umano
e cristiano dovrà essere ispirato al simbolismo del femminile rinvenibile nelle
Sacre Scritture, al di là di ogni distorsione androcentrica delle immagini di
Dio e di un uso strumentale del testo
sacro, al solo fine di giustificare discriminazioni .Si pensi al senso da conferire all’appellativo
“misericordioso”, pieno di risonanze viscerali e materne.… nella lettera ai
Romani, Paolo saluta come sue compagne di viaggio nella missione apostolica: Febe, “diacono”,
Giunia, “apostolo”, e, in 1Tm, Tecla, che oltre a battezzare insegna e
predica, insieme a tutta una leadership femminile del primo
gruppo cristiano …Le donne non sono più mute e se necessario criticano una
scuola di pensiero arcaica che si dichiara neutrale, ma che dà credito e voce
solamente al soggetto maschile…Non si tratta di strappare qualche “mea culpa”
dagli esponenti di una certa interpretazione patriarcale e maschilista della
Bibbia, quanto di compiere un atto di rinnovamento dell’umanità…Se le donne
hanno finora troppo taciuto, nel progetto di un nuovo umanesimo cristiano
vogliamo valorizzare opportunamente e coraggiosamente la presenza e la
partecipazione delle donne anche nei processi decisionali ….”.
Il segno apocalittico nel
cielo, la Donna vestita di Sole, è
spesso collegato alla figura
della donna per eccellenza, la Madre di Dio. E giustamente. Ma quel grande
segno è anche la rivelazione- apocalisse, appunto- della dignità muliebre…
Grazie alla Donne vestita di sole, vincitrice, per il bambino che porta in
grembo, nella lotta contro il
dragone, ogni donna può legittimamente
rileggere la sua novità, umana e cristiana”.
Se Dio stesso ha scelto di avere una
donna per madre, se una donna, Maria, è stata protagonista nella realizzazione
del piano di salvezza dell’umanità, vuol dire che non si può avere un’adeguata
ermeneutica dell’uomo, ossia di ciò che è umano, senza un adeguato ricorso a
ciò che è femminile.
“I ruoli ecclesiali affidati alle donne
sono secondo i carismi di una Chiesa
condotta dalloSpirito oppure ancora frutto di una mentalità maschile”?- si
chiedeva già nel 1981 il card. Martini. Certamente, solo la differenza tra
l’“io femminile”, e l’“io maschile“ potrà arricchire e completare l’espressione
dell’humanum in tutti gli ambiti della società,
come ci ricordano le riflessioni di mons. Bertolone, riflessioni che vorrei associare al bellissimo pensiero di Pavel Evdokimov: “Il
mondo fondamentalmente maschile nel quale la donna non ha alcun ruolo è sempre
più un mondo senza Dio, poiché senza madre Dio non può nascervi”.
ANNA ROTUNDO
riceviamo e pubblichiamo
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