I saraceni dopo aver saccheggiato i paesi sulla costa calabrese non paghi iniziano ad entrare sempre di più nell'entroterra trovando sulle loro via paesi facilmente espugnabili.
SELLIA: Asilia, asilo luogo sicuro e difficile da espugnare resistette per molto tempo ai continui tentativi di saccheggio da parte dei Saraceni, ma sfortunatamente dopo aver resistito valorosamente anche Sellia fu espugnata, la rabbia dei saraceni fu tanta che subito bruciarono la parte bassa del paese che avevano appena conquistato "ecco infatti il nome del rione ruscia".
Per fortuna si faceva sera e vuoi per la stanchezza vuoi per l'astuzia dei Selliesi che tentavano di far rimandare l’intenzione del feroce capo dei saraceni, il quale voleva bruciare per vendetta nell' aver resistito così a lungo tutto il paese. Per fortuna, durante la notte, in aiuto di Sellia, viene il nostro amato Protettore S. NICOLA, il quale appare in sogno al capo saraceno, intimandolo di non torcere neanche un capello al popolo Selliese, e di andare subito via. Appena sveglio il capo saraceno infuriato voleva conoscere chi gli era apparso in sogno per ucciderlo per primo, ma non trovò nessuno che somigliasse all'uomo apparso in sogno. Per ultimo entrò in chiesa, dov’erano radunati in preghiera molta gente ma anche li nessuno, entrato di forza in sacrestia lì l’arciprete aveva nascosto le cose più sacre nella speranza che non venivano depredate. Sotto un lenzuolo c'era la statua di S. NICOLA. Togliendo il lenzuolo il ......
capo saraceno riconobbe subito in lui l'uomo apparso in sogno e inginocchiandosi infilò nel dito del santo il suo anello e promise che il paese sarebbe stato risparmiato e finché lui sarebbe vissuto nessun saraceno avrebbe fatto del male ne Sellia ne ai suoi abitanti. Ecco il detto "saracini da Sellia". Il capo saraceno dopo aver ascoltato la storia del santo suo conterraneo e dallo stesso suo colore della pelle, lasciò Sellia. Il borgo di Sellia divenne un’isola felice risparmiata dai continui saccheggi dei saraceni nei paesi vicini.
(purtroppo l’anello fu trafugato dal dito di San Nicola negli anni ’80)
E' sempre bello rileggere questa storia antica
RispondiEliminaStiamo perdendo le nostre radici le belle tradizioni i valori di sentirsi cristiani anche per queste mancanze succedono episodi come quello della scuola che vieta il presepe per non ledere la sensibilità dei musulmani
RispondiEliminaUn bel racconto Auguri a tutti quelli che portano questo bel nome
RispondiEliminaanche con la pioggia sellia non si è dimenticata del suo protettore con una bella funzione religiosa con un bel rinfresco seguito dai spari in onore di san nicola
RispondiEliminache bella storia bisogna fare di tutto per conservare una memoria storica del passato di sellia
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