Tributi su terreni agricoli da corrispondere ai Consorzi di Bonifica. D’ora in poi bisogna pagarli solo quando si riceve un effettivo beneficio fondiario. Fatta luce, quindi, su una questione molto dibattuta. Portatrice di un enorme contenzioso tra le parti che finora ha portato benefici solo agli avvocati. Lasciando tutta la materia nel limbo delle interpretazioni.
“Il Consiglio regionale, con la recente e contestuale approvazione della proposta di legge di Mauro D’Acri e dei piani di classifica redatti nel 2014, ha tradito la volontà popolare– dichiara Laura Ferrara, deputata europea (M5S) – per consentire ai Consorzi di continuare a mettere le mani in tasca ai cittadini. La decisione del Consiglio regionale è una indecenza, una presa in giro a danno di tutti quei cittadini che hanno visto mortificare il senso di due proposte di legge di iniziativa popolare, una delle quali sostenuta da 8000 firme. Sono migliaia i calabresi interessati da una pioggia di cartelle di pagamento, fermi amministrativi e ricorsi accolti, aventi ad oggetto tributi consortili ingiusti, e nessuno di loro sarà escluso in futuro dall’invio di analoghi tributi. I calabresi continueranno a riceverli e dovranno pagare solo perché i loro terreni ricadono in un comprensorio del consorzio, anche se non ricevono benefici diretti e specifici da opere ed attività di bonifica”. Non si placa la questione dei tributi imposti dai consorzi di bonifica. Il M5S denuncia da tempo l’aberrante ed illegittimo sistema di imposizione consortile calabrese che non ha eguali in nessuna delle altre regioni italiane, causa di proteste e di centinaia di ricorsi accolti davanti alle Commissioni Tributarie. Sono state ben due le proposte di legge di iniziativa popolare che hanno tentato inizialmente di correggere l’art. 23, L.R. n. 11/2003, fonte dell’ ingiusta imposizione. I cittadini proponenti hanno sempre lamentato la violazione dello Statuto della Regione Calabria in quanto le proposte popolari non sono state portate all’esame del Consiglio regionale e discusse con precedenza entro tre mesi dalla data di presentazione, risalente al 2013. Le due proposte popolari sono state invece sostituite dalla proposta di Mauro D’Acri, delegato all’ Agricoltura dell’amministrazione Oliverio, approvata in prima battuta dalla IV Commissione presieduta da Domenico Bevacqua (PD). “Tutto ciò che con la proposta di legge di Mauro D’Acri – continua Laura Ferrara – viene eliminato o modificato nella L.R. 11/2003, compresi i riferimenti ai benefici indiretti, potenziali e alla lett. a), art. 23 della L.R. 11/2003, con cui sono stati motivati per anni avvisi di pagamento illegittimi, continua a rimanere in vita nei piani di classifica, approvati contestualmente alla predetta proposta di legge regionale. Tali piani, i quali risultano in molte parti un copia ed incolla di piani di altre regioni, prevedono un beneficio generale, consistente “nella presenza del Consorzio”, in base al quale giustificare l’imposizione dei tributi alla generalità dei consorziati. In parole semplici: i cittadini pagheranno solo perché i loro terreni ricadono nei Consorzi, a prescindere da reali ed effettivi vantaggi o benefici. La cosa più logica e sensata, nell’interesse dei cittadini ed agricoltori consorziati, sarebbe stata quella di.......
riscrivere i piani di classifica del 2014 per adeguarli alle modifiche della L.R. n. 11/2003 ed individuare le aree che non traggono uno specifico e diretto beneficio dalla bonifica per escluderle dalla contribuenza. Si è preferito perseguire, invece, conclude – Laura Ferrara- l’interesse determinato dall’intesa tra politica regionale e quei soggetti direttamente coinvolti nella gestione dei Consorzi calabresi, tra cui Coldiretti Calabria e ANBI, finalizzata a legittimare il sistema impositivo e trovare una giustificazione di legalità ai tributi consortili, in modo da continuare a battere cassa su tutti i cittadini consorziati e contrastare l’accoglimento dei ricorsi”.
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Era ora che finissero tutte queste mangerie.
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