venerdì 24 agosto 2018

Un presidente senza più un minimo di vergogna Regala 100 mila euro per il festival di Spoleto "Andreotti gli fa un baffo" Zero euro alle tante iniziative locali

È la spesa che la Cittadella ha destinato alla società che organizza la rassegna umbra. L’obiettivo era promuovere il brand Calabria, ma è sembrato più uno spot per Oliverio. «Andreotti gli fa un baffo», ha detto Paolo Mieli lodando la longevità politica del governatore. Insorgono Fi e M5S

«Andreotti gli fa un baffo». L’8 luglio scorso Mario Oliverio prende le parole di Paolo Mieli come un augurio. Parole più che generose, quelle pronunciate dall’ex direttore del Corriere della Sera durante il Festival dei Due Mondi di Spoleto, come generoso è il “contributo” che la Regione Calabria ha destinato alla rassegna che si svolge ogni anno in terra umbra. Centomila euro, si apprende dal Burc pubblicato lo scorso 20 agosto, derivanti dal Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria 2014/2020 e destinati direttamente, senza bando di gara vista l’esclusiva dell’organizzazione del Festival, alla Società Hdrà Spa con sede a Roma. D’altronde, ancora prima dell’intervista benevola di Mieli – secondo cui Oliverio «è il politico più longevo della storia d’Italia», «ha battuto chiunque lo abbia sfidato alle elezioni» e non è stato «mai sfiorato da cose giudiziarie», nonostante fosse già indagato nelle inchieste su Calabria Verde e sull’alluvione di Rossano – era stato un annunciatore del Festival ad ammettere che il presidente della Regione Calabria «ci è stato vicino e ha permesso che questa manifestazione andasse avanti».
L’oggetto dell’affidamento alla società che organizza il Festival riguarda l’attività «di comunicazione integrata finalizzata alla promozione del prodotto turistico regionale e della destinazione Calabria»; fuori dal burocratese, insomma, l’obiettivo per cui sono stati stanziati quei soldi è la promozione del brand Calabria, ma guardando a come è andata la rassegna sorge il dubbio che abbia prevalso la voglia di promuovere il brand Oliverio, tra l’altro con risultati discutibili.
È certamente vero, come scrivono i dirigenti del dipartimento Turismo, che il Festival di Spoleto rappresenta «per i suoi notevoli contenuti di arte e cultura, un appuntamento di risonanza internazionale (…) pertanto la manifestazione è considerata un vero e proprio palcoscenico per presentare le eccellenze di un territorio», ma è altrettanto lecito rilevare che su quel palcoscenico il mattatore sembra essere stato il governatore, più che la Calabria, e che il marketing politico (pagato con soldi pubblici) abbia avuto la meglio su quello territoriale.
FI: COMMISSARIARE LA CALABRIA. M5S: OLIVERIO GENEROSO Di sicuro ne è convinto l’europarlamentare di Forza Italia Fulvio Martuscello, che da questo episodio arriva a invocare il commissariamento della Regione. L’eurodeputato forzista ha presentato un’interrogazione urgente al commissario Cretu e sostiene che le «risorse che l’Europa aveva destinato al turismo della Calabria» sono state «digerite in una sola sera» per organizzare «una cena con uno chef stellato» al Festival di Spoleto. Più precisi sono tutti i parlamentari calabresi del M5S che, in una nota congiunta, parlano di «servizi relativi all’acquisizione degli spazi e l’organizzazione di una serata di gala» e rilevano come si .............
tratti di «una spesa monstre di danaro pubblico che, seppur legittima, solleva più di un interrogativo in termini di opportunità d’investimento». «A Oliverio – proseguono gli esponenti del M5S – non viene il dubbio che il brand, l’immagine di un territorio si costruisca e si possa promuovere diversamente, garantendo, per esempio, una sanità efficiente, un’istruzione all’avanguardia, un welfare decente e in ultimo ma non per ultimo un turismo con depuratori funzionanti e una viabilità “normale”?». Il dubbio sicuramente è fondato, ma è affiancato da una certezza: «Tutto si può dire del governatore Oliverio, tranne che non sia una persona molto generosa. Con i soldi altrui, quelli pubblici».
Fonte: corrieredellacalabria
s. pel.

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