Una questione di tempi, una questione di giorni. La testimonianza di Alfredo Gigliotti, parrucchiere 27enne di Sersale, forse è la storia di centinaia di partite iva. O meglio, centinaia di persone, centinaia di nuovi lavoratori autonomi che prima dell’emergenza covid avevano deciso di affidarsi alla loro professionalità per sbarcare il lunario.
Ma se l’apertura dell’attività è stata troppo recente, iniziano già grossi problemi. “Il 9 marzo ho aperto la mia attività – ci scrive Alfredo – ma giorno 11 sono stato costretto a chiuderla per emergenza covid e relativo Dpcm. Ho fatto la richiesta per il bonus dei 600 euro ma l’Inps mi ha risposto che non rientro nel nuovo decreto legge per il semplice motivo che chi ha aperto la partita Iva dopo giorno 23 febbraio non può percepire il bonus”. E allora la domanda spontanea che si pone Alfredo e magari altre centinaia di persone è: “Le nostre attività devono morire sul nascere? Ed io, come vado avanti?”. Sperando che qualcuno gli possa rispondere. Nel frattempo è evidente che “sono preoccupato e non so se ripartire, chiedo a Conte se devo iniziare a .......
pensare di dover morire di fame”.
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