giovedì 1 ottobre 2020

Frode per oltre 10 milioni e mezzo di euro; la clinica privata Villa S. Anna di Catanzaro eccellenza calabrese finisce nei guai per rimborsi mai attivati, indagato il management della clinica

 Il reparto Utic - ovvero l’unità di terapia intensiva coronarica destinata al trattamento delle patologie cardiache acute - mai realmente entrato in funzione, anzi usato per ricoveri ordinari, e che avrebbe comunque consentito di incassare dal Servizio sanitario nazionale rimborsi per oltre 10 milioni e mezzo di euro.



È quanto sostengono sia avvenuto nella clinica privata “Villa S. Anna” di Catanzaro - struttura sanitaria molto nota in Calabria e centro di riferimento regionale di alta specialità per il trattamento e la cura delle malattie cardiovascolari - le fiamme gialle del capoluogo che stamani, su ordine del Gip Gaia Sorrentino, hanno eseguito un sequestro finalizzato alla confisca e interdetto per un anno il management della struttura, indagato per l’ipotesi di truffa aggravata e continuata ai danni del servizio sanitario e di frode nelle pubbliche fornitureL’indagine - denominata “Cuore Matto” - è partita all’inizio dell’anno scorso e l’attenzione degli investigatori si è concentrata sulla gestione dell’Utic, ufficialmente attivo al S. Anna ma che secondo gli inquirenti non sarebbe invece mai entrato in funzione. Le fiamme gialle sostengono che fin dal 2013, la casa di cura fosse accreditata dal servizio sanitario regionale alla gestione dei posti-letto Utic, che richiedono un monitoraggio continuo e costante dei parametri vitali nei pazienti con gravi scompensi cardiaci in atto. Al termine delle attività sarebbe però emerso “inequivocabilmente” che lo stesso reparto non sia mai stato concretamente avviato, che fosse senza attrezzature conformi agli standard del servizio e del personale medico e paramedico adeguatamente preparato e in numero sufficiente a garantire un’efficace turnazione e ....assistenza 24 ore al giorno.

Sul totale di tali somme, pari a 10.564.934,10 euro, il Gip del tribunale di Catanzaro ha disposto la misura cautelare reale del sequestro preventivo ai fini della confisca, anche per equivalente, trattandosi del profitto dei reati contestati in concorso fra loro a:

– Frontera Rosanna, 56 anni, di Catanzaro, legale rappresentante della casa di cura “Villa S. Anna s.p.a.”;

– Failla Giuseppe, 65 anni, di Catanzaro, direttore generale della clinica;

– Muleo Gaetano, 75 anni, di Catanzaro ma residente a Perugia, direttore sanitario della casa di cura dal 2010 e fino ad agosto 2019.

I responsabili risultano, peraltro iscritti nel registro delle persone indagate anche per il reato di “violenza o minaccia per costringere taluno a commettere un reato” (art. 611 cod. pen.) in quanto, una volta appreso dell’esistenza dell’indagine in corso da parte della Guardia di Finanza, avrebbero minacciato alcuni medici in servizio presso la casa di cura di andare incontro a conseguenze sul piano lavorativo e personale, nel caso in cui non avessero ritrattato o quantomeno rimodulato le dichiarazioni rilasciate alla polizia giudiziaria circa il mancato funzionamento del reparto Utic. Ulteriori approfondimenti sono in corso al fine di valutare il coinvolgimento di ulteriori dipendenti della clinica nonché delle strutture pubbliche (es. Asp di Catanzaro e Regione Calabria), deputate alla gestione e alla verifica dei requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici necessari per l’accreditamento delle strutture sanitarie private.

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