giovedì 5 novembre 2020

La Calabria in zona rossa non ci vuole stare Proteste in tutta la regione Ma la colpa è da cercare nell'immobilismo dei politici locali da noi eletti

 Si moltiplicano le proteste in Calabria dopo l’inserimento della regione tra le «zone rosse» per il nuovo Dpcm che prevede, di fatto, il lockdown per le aree più esposte al rischio Covid. In varie zone si registrano iniziative contro la decisione, alimentate soprattutto da imprenditori e commercianti.


Davanti alle sedi istituzionali più importanti si segnalano piccoli presidi con appelli e cartelli di protesta, ma nel pomeriggio si terranno vere e proprie manifestazioni. A Catanzaro è stato organizzato un sit-in che si terrà alle 13 davanti agli uffici della Regione, nel quartiere Germaneto: «Sciopero delle tasse e revoca immediata della zona rossa per difendere il diritto alla libertà e al lavoro del popolo calabrese», afferma l’imprenditore Francesco Chirillo che aggiunge: «L'inaccettabile decisione del Governo di chiuderci ancora una volta in casa per un mese, affondando quello che resta della nostra disastrata economia».

Su Facebook, invece, è nato il gruppo «No alla Calabria zona rossa» che, in poche ore, conta già più di 17mila iscritti. Attraverso il social è stata promossa una manifestazione di protesta che si terrà in serata, alle 18, in piazza Kennedy a Cosenza. «È il momento di chiedere misure economiche straordinarie immediate - hanno evidenziato i promotori - per le famiglie calabresi, altrimenti questo lockdown sarà il funerale della nostra terra. Perchè non vogliamo morire nè di Covid nè di fame».

Analoga iniziativa a Rossano, dove alle 18,30, in piazza Bernardino Lefosse, si terrà una «manifestazione pacifica e apartitica indetta da cittadini e commercianti per dire no alla scelta governativa di istituire una zona rossa in Calabria».

L’appello rivolto in particolare ai commercianti, al mondo dello sport e ai cittadini è quello di percorrere «insieme le vie principali della città per protestare e fare sentire il nostro dissenso contro questa porcata della zona rossa». Ora dopo ora, però, le iniziative si moltiplicano e sono diversi gli appelli rivolti anche allo sciopero per il pagamento di tasse e tributi.

I padri minimi del santuario di San Francesco di Paola, capitale spirituale della regione, hanno diffuso un loro documento. «La nostra terra di Calabria è stata ormai definita «zona rossa» per il dilagare del coronavirus - si legge - in questo tempo di pandemia i suoi abitanti invocano lo speciale patrocinio di San Francesco di Paola, suo celeste patrono».

Il movimento «la Calabria che vogliamo», guidato dall’ex presidente di Confindustria Reggio Calabria Giuseppe Nucera, annuncia azioni legali contro il Governo: «Abbiamo dato incarico all’avvocato Francesco Palmeri - è scritto in una nota - di predisporre gli atti ....

e procedere sia in sede penale che civile davanti ai giudici perchè condannino il capo del Governo ed i Commissari che da 10 anni gestiscono la sanità in Calabria al risarcimento degli ingenti danni che la loro condotta provoca alle popolazioni ed alle imprese calabresi».

1 commento:

  1. titolo dell'articolo totalmente ipocrita...le responsabilità sono evidenti se si vuol essere intellettualmente ONESTI!!!

    RispondiElimina

SELLIARACCONTA ®©2009 Tutti i commenti sono moderati in automatico