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lunedì 17 maggio 2021

La Sila infestata dalla processionaria. Preoccupa sempre di più il numero crescente di pini aggrediti dai batuffoli bianchi.

  


I
n Sila, le estese pinete di Pino laricio calabrese sono infestate dalla 
Thaumetopoea pytyocampa.  Molte le segnalazioni relative all'invasione del lepidottero, grave situazione nei boschi della Sila. raggiunte vette un tempo impossibili: anche a 1400 metri 

A fronte del pericolo, è scritto in una nota, l'Ente Parco "ha già incaricato Vincenzo Palmeri, docente di Entomologia Forestale al Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria ed entomologo forestale, di predisporre una relazione sulla problematica in questione".
    "Necessario, dunque - prosegue la nota dell'Ente - che la processionaria non continui a diffondersi: fondamentale, a questo proposito, l'impegno dell'Ente Parco Nazionale della Sila, in sinergia con la Regione Calabria, attraverso lo studio delle tecniche di prevenzione e di contenimento dell'insetto più opportune. L'Ente, inoltre, con gli uffici regionali intende avviare un monitoraggio capillare della processionaria. I rischi dovuti alla processionaria e, in particolare, all'uscita anticipata dai nidi delle larve, che si spostano formando lunghe file, riguardano anche l'uomo, non soltanto l'ambiente a lui circostante. Del resto, si parla, appunto in riferimento all'uomo, di effetti urticanti che possono causare arrossamento della pelle, dermatite e, nel peggiore dei casi, choc anafilattico. Anche per gli animali tali insetti risultano assai pericolosi: la processionaria se ingerita provoca gravi danni".
    "L'Ente Parco, pertanto - conclude la nota - invita la............ comunità tutta a leggere la relazione di studio, rintracciabile sul sito ufficiale dell'Ente stesso, anche per comprendere quali atteggiamenti e comportamenti tenere in prossimità dei pini infetti (non sostare sotto piante infestate, non tentare di distruggere i pini con mezzi artigianali, non raccogliere i bruchi senza protezioni)". 

Articolo del giornale a firma della giornalista Rosanna Bergamo 

pubblicato sul Quotidiano del Sud

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