Paesi, come Cerva, Petronà, Andali e Sersale, distanti anche 60 chilometri da Catanzaro, costringendo tanti ragazzi a orari massacranti alzarsi all'alba per far ritorno a casa quando è già buio.
A SEGUIRE La lettera inviata sui social da un Comitato spontaneo di genitori : “Dobbiamo ribellarci noi papà e mamme degli alunni pendolari delle scuole superiori. E’ inconcepibile arrivare a poche ore dal primo giorno di scuola e sapere che gli istituti superiori avranno ingressi e uscite sdoppiati e differenziati di due ore. Impensabile ipotizzare che un ragazzo parta la mattina alle sei per andare a scuola e faccia ritorno alle ore 19 in realtà montane come Petronà, Cerva e Sersale.
Le scuole non hanno responsabilità, la decisione è del Governo, della Prefettura, ma sanno bene che qui non ci sono le condizioni per due turnazioni perché la Regione Calabria ha fallito sul tema trasporti. In altre Regioni, come l’Emilia, hanno fatto anche bandi anche per i privati per garantire più corse, ma in Calabria niente. Si rischia così una figuraccia. Il diritto allo studio non è tutelato per tantissimi studenti pendolari. E’ assurdo pensa che si......
possa salutare i nostri figli all’alba per rivederli dopo 13 ore, sapendo che avranno diverse ore di vacanza e le trascorreranno per strada. Chi prende queste decisioni non conosce le problematiche della scuola perché un insegnante, se così restano le cose, deve restare a scuola anche sette ore al giorno, un genitore non sa come conciliare lavoro e sostegno ai figli, uno studente dovrà rinunciare alle occupazioni pomeridiane. Se la politica non tutela i diritti dei nostri figli, vorrà dire che ricorreremo ai continui permessi oppure non li manderemo proprio a scuola”.Il Comitato spontaneo dei genitori auspica che la Prefettura di Catanzaro riveda un provvedimento giudicato dai più improponibile e irrealizzabile.
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