venerdì 27 maggio 2022

Costretta a spogliarsi davanti ad una webcam e a compiere sesso on line, i fatti si sarebbero verificati nel Catanzarese. Il Tribunale collegiale di Catanzaro ha pronunciato una sentenza di non luogo a procedere

Il Tribunale collegiale di Catanzaro ha accolto la richiesta dell’avvocato difensore Domenico Concolino pronunciando una sentenza di non luogo a procedere per il principio del ne bis in idem: i fatti per cui l’uomo era chiamato a rispondere davanti ai giudici del collegio del capoluogo di regione erano gli stessi già giudicati dal gip di Vasto che decise di emettere un decreto di archiviazione anche a seguito dell’opposizione della parte offesa, riconoscendo la totale assenza di responsabilità . E’ arrivata la sentenza per D. L., 49 anni, di Salerno, accusato di favoreggiamento, sfruttamento alla prostituzione e detenzione di arma illegale. 


Secondo le ipotesi di accusa, l’uomo  avrebbe costretto K. D. R a iscriversi ad un sito hard, a spogliarsi davanti ad una webcam e a compiere sesso on line e i fatti si sarebbero verificati a Montepaone nel Catanzarese e  sarebbero andati avanti per un anno, dal mese di luglio 2010 al 23 luglio 2011.  Secondo le ipotesi della Procura, l’uomo avrebbe prima percosso la donna e poi l’avrebbe spinta con forza davanti alla webcam inducendola alla prostituzione, minacciandola con una pistola puntata in faccia qualora si fosse rifiutata di dar seguito ad un suo preciso ordine. Le avrebbe creato un profilo su “Divascam”, costringendola a denudarsi, a dialogare, a masturbarsi e a compiere atti di sesso “virtuale” con un numero imprecisato di clienti. Lui, avrebbe sfruttato l’attività di mercinomio della donna, facendosi corrispondente il prezzo delle ...........

sue “esibizioni” su una carta postpay  intestata allo stesso indagato. Con l’aggravante di aver commesso il fatto con violenza e minaccia. 

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