venerdì 24 maggio 2024

Confermata la revoca del sequestro di oltre 800 milioni di euro tra i quali il centro commerciale "Due Mari" 19 ipermercati; attività di commercio di autoveicoli e di rivendita di motocicli e ciclomotori; attività operanti nei settori: costruzione di edifici



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nulldovuta soltanto all'analisi del preventivo 

La Corte d’Appello di Catanzaro, sezione misure di prevenzione – Antonio Battaglia presidente, Abigail Mellace e Paola Ciriaco consiglieri – ha rigettato l’appello proposto dalla Procura confermando il decreto di rigetto di confisca che era stato emesso nei confronti degli imprenditori lametini Francesco Perri, Marcello Perri e Pasqualino Perri. Resta dunque confermato il dissequestro e la restituzione di quanto in sequestro agli imprenditori.
La vicenda, cronologicamente, ha inizio il 27 gennaio 2022 quando il Tribunale di Catanzaro aveva parzialmente accolta la richiesta di sequestro di alcuni beni riconducibili ai fratelli Perri.
In seguito, il 15 maggio 2023, il Tribunale ha rigettato la proposta di applicazione della misura di prevenzione personale avanzata nei confronti di Perri Francesco, Perri Marcello, Perri Pasqualino, nonché la proposta di confisca dei beni ad essi riconducibili, disponendo il dissequestro e la restituzione di quanto in sequestro agli aventi diritto.

Nelle motivazioni di questa decisione, i giudici rilevano che «dalla documentazione e dagli atti allegati alla proposta, emergeva come la pericolosità sociale dei fratelli Perri veniva fatta discendere dalla pericolosità qualificata riferibile al padre Antonio Perri, a decorrere dal 1985 al 2003, anno in cui egli rimaneva vittima di omicidio. Secondo la prospettazione accusatoria Antonio Perri era legato alla famiglia ‘ndranghetistica dei Cannizzaro, ed in seguito, dopo la morte di Domenico Cannizzaro, aveva stretto legami con la cosca Iannazzo. Dopo la morte del padre, Francesco Perri aveva assunto la guida delle società, unitamente ai fratelli Marcello e Pasqualino, che avrebbero comunque mantenuto un ruolo di secondo piano; anche Francesco Perri viene delineato come imprenditore di riferimento della cosca Iannazzo, così come emergente dagli atti» del processo Andromeda dal quale in primo grado Francesco Perri è stato assolto «per non aver commesso il fatto»In quella occasione, dunque, il Tribunale aveva rigettato la la richiesta di applicazione di misura personale, nonché quella patrimoniale escludendo che «i fratelli Perri potessero essere iscritti nella fattispecie di pericolosità»Al contempo i giudici hanno rigettato la richiesta di confisca del patrimonio dei fratelli Perri, in cui rientra, tra l’altro, per quale era stato disposto il sequestro, e che oggi è stato restituito, riguardò: 22 complessi aziendali, comprendenti: il centro commerciale “Due mari”; 19 ipermercati; attività di commercio di autoveicoli e di rivendita di motocicli e ciclomotori; attività operanti nei settori: costruzione di edifici residenziali e non residenziali; intermediazione finanziaria; recupero e riciclaggio di cascami e rottami metallici; produzione di gelati; gestione di impianti polivalenti; locazioni immobiliari; partecipazioni, anche in forma totalitaria, in 34 società, attive nei settori della grande distribuzione alimentare, rivendita di autovetture, ottica, commercio al dettaglio di generi alimentari, ristorazione, immobiliare, ed anche le quote di partecipazione nella squadra di calcio “Vigor Lamezia” (società poi dichiarata fallita) e nella squadra di volley “Pallavolo Lamezia”, 26 fabbricati e 2 ville di lusso; 42 terreni; 19 autoveicoli (tra i quali una Ferrari); 4 motoveicoli di lusso; 1 ditta individuale, operante nel settore della ristorazione; tutti i rapporti bancari intestati e/o riconducibili ai proposti e ai loro familiari. Tutti beni che, come detto, componevano un ingente patrimonio che è stato ora restituito.

Francesco Perri é stato difeso da un pool di avvocati composto da Salvatore Staiano, Marta Staiano, Aldo Ferraro, Vincenzo Cicino e Livio Muscatiello, mentre i difensori di Pasqualino Perri e Marcello Perri sono stati, rispettivamente, gli avvocati Francesco Gambardella e Michele Cerminara. Nell’ottobre del 2022, tra l’altro, il Tribunale di Lamezia Terme aveva assolto Francesco Perri, per non avere commesso il fatto, dall’accusa di essere stato partecipe alla cosca Iannazzo della ‘ndrangheta.

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