Cerva, racconta oggi la sua storia con lucidità e commozione, (Alla Gazzetta del Sud) dopo essere sopravvissuto a un terribile incidente stradale avvenuto il 4 novembre scorso, sulla famigerata strada statale 106, all’altezza del Comune di Simeri Crichi.
Un impatto violentissimo in moto lo ha portato a un passo dalla morte. Da quel momento, per lui, il buio. Adolfo è stato ricoverato
d’urgenza all’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, dove i medici sono ricorsi al coma farmacologico per cinque giorni per potergli salvare la vita. Adolfo ha lottato tra la vita e la morte, separate da un confine sottilissimo. Dopo giorni di terapia intensiva, è stato trasferito nel reparto di ortopedia. L’incidente gli ha lasciato un segno indelebile: l’amputazione della gamba sotto il ginocchio. Un prezzo altissimo da pagare, ma Adolfo è vivo. E oggi guarda al futuro con coraggio e determinazione, consapevole che grazie a una protesi potrà tornare a camminare. Adolfo Elia ringrazia i medici del Pugliese-Ciaccio di Catanzaro che lo hanno salvato dopo il tremendo impatto all’altezza di Simeri Crichi che a novembre scorso gli costò pure l’amputazione di una gamba Attualmente si trova ricoverato nella clinica Villa Serena, dove è seguito nel percorso di riabilitazione dal 25 novembre scorso. «Qui mi sento come a casa», racconta, sottolineando l’umanità e la professionalità del personale sanitario. Le sue parole sono soprattutto un grande ringraziamento a chi lo ha curato.
«Grazie a tutto il personale della terapia intensiva: sono stati i miei angeli. Grazie dolfo Elia quel 4 novembre è morto e rinato per la seconda volta. Il confronto tra il “prima” e il “dopo” è forte, quasi stridente, ma la tragedia che lo ha travolto non lo ha indurito, al contrario gli ha insegnato ad apprezzare ogni istante, ogni gesto, ogni affetto che avrebbe potuto perdere in un attimo, per sempre.
Tratto dalla edizione odierna della Gazzetta del Sud
l e.va

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