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venerdì 29 maggio 2020

Sersale l'associazione "Balzoo" ha festeggiato il suo primo anno di attività con tantissime opere in campo animalista con un futuro fortemente incentrato nel territorio nella presila catanzarese


Quando si parla di amore per gli animali, l’associazione “Balzoo, amici di Ronzo” di Sersale ha sempre qualcosa da dire, preferendo   i fatti alle dissertazioni. Numeri e non parole: dati inconfutabili vergati con l’inchiostro del volontariato. L’associazione zoofila, presidente la fervente  animalista Serena Torchia, taglia  oggi, mercoledì 27 maggio 2020, il traguardo di un anno di attività in difesa della vita dei quattro zampe:  dodici  mesi  dalla parte di cani e anche gatti, soprattutto di animali  senza nome, senza padrone e senza attenzioni. Dal 27 Maggio 2019 ad oggi, l’associazione Balzoo ha annotato sulla propria agenda tante belle azioni  che ne testimoniano vocazione, visione e la missione in campo animalista: 131 sterilizzazioni; 123 microchippature; 117 adozioni;  5 denunce;  141 video di sensibilizzazione;  20.000 follower sui social; ordinanza sul benessere animale in data 26 febbraio 2020 ; due nuove sezioni su Magisano, Taverna e Albi e una  a Botricello; circa 8 tonnellate di cibo  servito; 19 volontari;  8 adozioni a distanza. Scrive Serena Torchia in una nota stampa che tanto sa di bilancio: “Questi numeri se confrontati con il problema randagismo al sud, è solo una goccia nel mare, ma se analizzati sul nostro territorio è un grande successo.

Siamo partiti impreparati e spaventati, poi con il passare delle settimane abbiamo iniziato a strutturarci con un avvocato, due  commercialisti, tecnici, un  architetto, un  web marketing e tante altre persone. Cerchiamo di ottimizzare e sfruttare tutto ciò che ci circonda, dal negoziante all’ambiente. Ricordiamo  a tutti che siamo volontari e ognuno di noi ha la sua vita, scuola e lavoro. Dico sempre che bisognerebbe vedere cosa c’è dietro a un video pubblicato sulla nostra pagina. Un cane che in primis è stato recuperato, trasportato dal veterinario e curato, poi fare dei video, montarli e pubblicarli. C’è un lavoro pazzesco anche dopo il video perché bisogna rispondere ai commenti e rispondere alle varie telefonate o messaggi che riceviamo per quel video. Questo tutti i giorni. Natale e Ferragosto compreso!
Bisogna avere una grande forza di volontà, circondarsi di persone positive, avere un sindaco che ti da carta bianca e avere molta fantasia e immaginazione.
Bisogna saper comunicare, bisogna seguire tutti i giorni i social e tutto ciò che riguarda l’organizzazione dei vari volontari.
Bisogna far parte di un gruppo e noi abbiamo scelto Balzoo  perché abbiamo  un’idea ben chiara su dove e  come arrivare a quell’obbiettivo.”

Non c’è mai stata un’associazione nella............

presila catanzarese pensata  solo per gli animali: ora c’è e  scatena fiumi di belle parole. Meritate.


mercoledì 13 maggio 2020

Scoperti in Calabria 2 faggi più antichi del mondo hanno oltre 620 anni

Nel Parco Nazionale del Pollino scoperti faggi di oltre 600 anni, le latifoglie decidue di clima temperato più antiche del mondo. Il segreto di lunga vita è una crescita lenta ma che aumenta nel corso dei secoli, una condizione che sembra accomunare molti alberi longevi del pianeta inclusi i pini loricati.Pubblicato in “Ecology” l’articolo “Lessons from the wild: Slow but increasing long-term growth allows for maximum longevity in European beech” Scoprire, studiare e preservare le foreste vetuste e i vecchi alberi è una priorità assoluta per la conservazione della natura in questa epoca di cambiamenti globali. In questo studio abbiamo utilizzato il metodo dendrocronologico, ossia basato sulla misurazione degli anelli di accrescimento, per ricostruire le storie di crescita degli alberi in una faggeta vetusta altomontana del Pollinello (Parco Nazionale del Pollino). Due degli alberi datati con il metodo dendrocronologico sono di oltre 620 anni, un’età che li distingue per aver raggiunto una longevità massima nell’ambito della foresta temperato decidua. I due alberi sono stati chiamati Michele e Norman in memoria del botanico Michele Tenore e del viaggiatore e scrittore Norman Douglas che, rispettivamente, nell’ottocento e nei primi del novecento descrivono le fantastiche foreste del Pollino rimarcando la naturalità diffusa degli ecosistemi. Per fortuna la faggeta del Pollinello è stata solo marginalmente toccata dalle forti utilizzazioni forestali del secolo scorso per cui, ancora oggi, si rinvengono tratti praticamente primevi dove gli alberi nascono, crescono e muoiono seguendo un ciclo naturale. Per le alte caratteristiche di naturalità e per i caratteri ecologici unici di foresta decidua che entra in contatto con le pinete oromediterranee di pino loricato il popolamento è stato candidato nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità “Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe”. In queste foreste vetuste la storia della crescita individuale è molto variabile; un albero può impiegare da uno a oltre sette secoli per raggiungere una grande dimensione (diametro a petto d’uomo maggiore di 60 cm). Va rimarcato che in questi boschi la carie, ossia il marciume del legno, attacca spesso i tronchi del faggio rendendo difficile la datazione. Tuttavia, una ricostruzione delle età evidenzia la possibilità che alcuni alberi con il tronco cariato possano avere oltre 800 anni fino a sfiorare il millennio. La ricerca in corso con metodi integrati dendrocronologia e radiocarbonio ha quindi l’obiettivo di verificare scientificamente questa proiezione basata per ora su modelli di crescita basati sugli anelli misurati nella prima parte (ossia la più antica) del legno sano. La regola che contraddistingue questi vecchi faggi, i più antichi d’Europa, è quella di un accrescimento lento ma crescente nel lungo termine, una condizione che si sta confermando sempre più nel mondo degli alberi quale prerequisito per raggiungere longevità estreme. Soppressione della crescita nelle prime fasi della vita dovuta a competizione e condizioni climatiche estreme sembrano così essere il segreto di una vita lunga. Sempre a causa delle condizioni ambientali severe gli alberi non sviluppano altezze importanti ma mantengono una dimensione più ridotta intorno ai 15-25 m che conferisce loro una maggiore resistenza agli eventi climatici estremi. Faggi di oltre 500 anni sono stati rinvenuti in condizioni stazionali simili nelle boschi vetusti dei Parchi Nazionali del Casentino e di Abruzzo, faggete riconosciute patrimonio mondiale Unesco nel 2017. Gli alberi habitat che racchiudono queste faggete vetuste ospitano una biodiversità unica di tante specie di vegetali e animali oggi a rischio di estinzione perché l’uomo nel corso dei secoli ha distrutto quasi dappertutto nel bioma temperato questi ambienti di foresta vergine. Grazie ai nuclei di foresta vetusta sopravvissuti insieme ad la politica del rewilding attuata dai Parchi Nazionali e dai Carabinieri Forestali nel corso degli ultimi decenni oggi si sta cercando di salvare questi scrigni di biodiversità e di servizi ecosistemici per la collettività. Si tratta di politiche ambientali e di ricerche di lungo termine possibili grazie ad una collaborazione tra Parchi Nazionali, in..............

martedì 5 maggio 2020

Presila Vasto incendio di natura dolosa distrugge 3 ettari di castagneto e sottobosco nel comune di Sorbo San Basile, pronto l'intervento dei vigili del fuoco di Taverna.

Distrutti oltre 3 ettari di sottobosco e castagneto Sul posto impegnate le unità vigilfuoco del distaccamento volontario di Taverna ed una squadra di Calabria Verde


Un vasto incendio è divampato nella serata di ieri, lunedì 4 maggio, nel comune di Sorbo San Basile, in località Colle Castagna della presila Catanzarese. Diversi i fronti di fuoco che hanno distrutto oltre 3 ettari di sottobosco e castagneto. Le fiamme hanno raggiunto anche alcune strutture in legno, al momento non abitate, ed una chiesetta. Sul posto sono state impegnate le unità dei Vigili del Fuoco del distaccamento volontario di Taverna ed una squadra di Calabria Verde che hanno mantenuto sotto controllo i roghi ed evitare ulteriori propagamenti per poi procedere alle...

mercoledì 1 aprile 2020

Il punto a Sellia contro il Covid-19




Dott. Davide Zicchinella sindaco di Sellia
Sono settimane che combattiamo per proteggere i cittadini di Sellia con due dipendenti in servizio e tanto volontariato da parte dei miei giovani collaboratori. E mentre Noi lavoriamo tra mille problemi c'è chi trova il tempo per fare "ammuina". BASTA! Se qualcuno vuole fare donazione di alimenti e mascherine alla cittadinanza ben venga. Dico grazie, ma nelle regole! Ieri abbiamo avuto la disponibilità di in professionista a donarci 200 mascherine . Oggi l'Associazione Banco delle Opere di Carità ci ha informato che ci regaleranno 40 pacchi di alimenti per le famiglie. Ma nessuno si sogna di fare una distribuzione direttamente. Non è consentito dalla legge non dal Sindaco. A Sellia è attivo il COC (Centro Operativo Comunale) l'unico (per legge) che può fare in emergenza queste attività. Abbiamo una convenzione apposita con il Gruppo di Volontari di Protezione civile di Catanzaro per fare queste attività . E mentre noi lavoriamo per fare l'ordinanza per distribuire i buoni alimentati dobbiamo combattere con la minoranza che pretende di fare cose non consentite, contro la legge! E invece di trovare collaborazione in un momento drammatico dobbiamo perdere tempo e farlo perdere ai carabinieri per spiegare cose ovvie. Per altro a chi è stato pure sindaco! Assurdo. Vergogna! Qui non ci sono dittatori e despoti, non è tempo di insulti e capricci. Fate tutte le donazioni che volete ma non arriviamo all'assurdo di creare ostacoli in un momento delicato come questo . Ringrazio per la pazienza e la collaborazione il maresciallo Comandante la Stazione dei carabinieri della Stazione di Simeri Crichi il maresciallo che mi ha appena.............

mercoledì 25 marzo 2020

Molti paesi della Presila Catanzaresi imbiancati Fotoracconto del colpo di coda dell'inverno un motivo in più per rimanere a casa


Nel Catanzarese si sono risvegliati con un panorama tutt’altro che primaverile Sersale, Petronà e altri centri dell’entroterra. Il freddo, il gelo e la neve è un’ulteriore spinta a rimanere in casa per fronteggiare meglio il coronavirus. Situazione simile anche nell’entroterra vibonese dove la neve caduta copiosa nel corso della notte ha imbiancato Nardodipace, Fabrizia, Brognaturo, Simbario e, più in generale, tutto il comprensorio serrese. Più che primavera è ancora inverno. Un’ondata di gelo inaspettata in questo pazzo marzo 2020. Nella giornata odierna, come annunciato dal bollettino della Protezione Civile insiste su tutta la Calabria l’allerta gialla. Previste precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, anche sulla nostra regione, tali fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. L’ondata di gelo siberiano preannunciata dagli esperti meteo è arrivata e gli effetti sono ben visibili anche a quote medio-alte. Imbiancate Sila e presila catanzarese ma anche le Serre vibonesi. Nel corso della notte infatti la neve è caduta non solo sui rilievi silani ma anche nelle immediate vicinanze e in modo abbondante.



 La Protezione Civile intanto ha diramato un bollettino di allerta....... gialla in tutta la regione fino alla mezzanotte di oggi 25 marzo.
a seguire altre foto









Foto dai social

giovedì 13 febbraio 2020

Il Parco Nazionale della Sila conquista la BIT 2020 di Milano

 Dal 9 all’11 febbraio il Parco Nazionale della Sila è stato presente alla BIT 2020, insieme agli altri Parchi Calabresi, nello spazio espositivo della Regione Calabria. Un appuntamento importante e consolidato per il Parco Nazionale della Sila, che rappresenta un’occasione di confronto con gli operatori del settore turistico, ma anche e soprattutto una vetrina che racconta la Calabria e il patrimonio inestimabile di tutto il territorio del Parco Nazionale della Sila.
Tre giorni ricchi di networking e spunti interessanti sul settore turistico e in generale sul mondo dell’ospitalità alberghiera e quello dei viaggi. Ma i momenti più belli sono stati quelli con i tanti visitatori della BIT, curiosi di conoscere il territorio calabrese e farsi travolgere dalla bella storia che la Calabria e il Parco Nazionale della Sila rappresentano. Soddisfatto, infatti il presidente del Parco Nazionale della Sila Francesco Curcio, che ha confermato la necessità di fare sistema tra i diversi stakeholder per offrire alla Calabria e ai suoi Parchi la possibilità di farsi conoscere; ha poi lanciato l’invito a visitare il Parco Nazionale della Sila e le sue innumerevoli bellezze, naturalistiche e paesaggistiche, e lasciarsi coinvolgere dalla storia che lo stesso territorio racconta. Infine, ha concluso affermando che “vivere la Sila e i parchi naturalistici è un’esperienza che non..........

sabato 8 febbraio 2020

Sciame sismico nel comune di Albi I sindaci della Presila preoccupati si mobilitano


Lo sciame sismico che da oltre 20 giorni è in atto nella Presila catanzarese sta preoccupando e non poco i cittadini dei nostri Comuni”. E’ quanto si legge in una nota congiunta dei sindaci di Albi, Fossato Serralta, Sorbo San Basile, Pentone, Taverna, Magisano. “Nel nostro ruolo di Sindaci siamo tutti impegnati nel cercare di dare risposte concrete senza per questo sfociare nei soliti slogan anacronistici. Le nostre comunità necessitano di operatività e sinergie così da promuovere azioni di sensibilizzazione e di informazione: queste sono le nostre priorità. Stiamo lavorando in maniera coordinata e condivisa così che il nostro territorio abbia in toto le stesse opportunità e colmate le stesse esigenze. Fin da subito – scrivono i primi cittadini- ci siamo attivati con le verifiche delle scuole e delle aree pubbliche cercando di sensibilizzare anche i cittadini al monitoraggio delle abitazioni con eventuali segnalazioni di problematiche varie. Siamo stati e siamo in stretto contatto con la Protezione Civile Regionale che non sta mancando in presenza e collaborazione. Abbiamo realizzato nei nostri centri incontri con esperti, geologi e tecnici, e fatta divulgazione attraverso i canali social e i siti comunali. Molti hanno già realizzato ed altri lo stanno facendo, brochure informative con i corretti comportamenti durante e dopo eventuali sismi, nonché l’indicazione delle aree di attesa e di raccolta. Abbiamo dato visibilità ai nostri Piani di Protezione civile, per quanti erano già dotati, altri li stanno definendo ed approvando.






Sersale non fa scena muta. “Sismicità e regole di comportamento”: si è svolto giovedì 6 febbraio 2020, alle ore 17, presso sala consiliare della Città di Sersale, rappresentata dal primo cittadino  Salvatore Torchia. L’incontro, organizzato dall’assessore comunale alla protezione civile Franco Ardimentoso, ha visto  la presenza di qualificati funzionari del Dipartimento di protezione civile regionale come Michele Folino Gallo, responsabile dell’unità operativa “Rischi naturali ed emergenze” e Domenico Costarella, responsabile dell’unità operativa  “Volontariato di protezione civile”. Anche il Comune non si farà trovare impreparato. Non solo con parole, ma anche con i fatti: ce n’è bisogno.
 A Sellia il Direttore del Centro Terremoti dell’INGV, Salvatore Stramondo, in visita a Sellia (Cz), ha dato il via ad uno studio sul campo del fenomeno; nei prossimi giorni una rete di sismografi verrà installata in tutti i comuni della presila in cui si stanno registrando i terremoti e, dal prossimo 10 febbraio si comincerà con l’osservazione diretta. Il montaggio delle attrezzature sarà coordinato dal dott. Del Gaudio, responsabile calabrese dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. A conclusione dello studio il Direttore tornerà ad analizzare i dati.
Anche il Gruppo di volontariato di Protezione civile Città di Catanzaro sta.........

sabato 21 dicembre 2019

Sila: Indagati i 5 direttori di spegnimento. Chiusa l'indagine sul terribile incendio che durò 26 giorni distruggendo 4mila ettari di boschi la maggior parte nel Parco Nazionale.


La Procura di Castrovillari ha chiuso le indagini sull'incendio che nell'estate del 2017 distrusse migliaia di ettari di bosco in località Paoleparto nel comune di Longobucco. Cinque sono le persone indagate: tutti direttori operazioni di spegnimento (Dos) che si sono visti recapitare, in queste ore, dai Carabinieri forestale l'avviso di conclusione indagini. Il lavoro dei militari, attraverso cui è stata svolta una ricostruzione storica degli eventi che hanno riguardato il vastissimo incendio che ebbe inizio il 25 luglio e terminò il 19 agosto del 2017, sono state coordinate dal Procuratore Eugenio Facciolla. "Dalle indagini è emerso - è scritto in una nota - che gli indagati, quattro di Calabria Verde e uno dei Vigili del fuoco, in qualità di Dos cagionavano, per colpa, un disastro ambientale operando con negligenza e imperizia nella gestione e conduzione delle operazioni di spegnimento, attestando in più riprese contrariamente al vero che il rogo si era spento e gestendo le squadre antincendio intervenute e i mezzi in modo incongruo, confuso e inefficace sul territorio. Inoltre, redigendo le schede che caratterizzano ogni incendio in modo approssimativo e incompleto così da non consentire agli operatori montanti di gestire correttamente mezzi e uomini dell'antincendio. Un rogo vastissimo che ha provocato alterazione irreversibile dell'ecosistema dell'area". L'evento incendiario destò non poco allarme sociale e ingenti danni l'erario è stato ripercorso anche con l'acquisizione materiale video e fotografico. Le fiamme provocarono la distruzione di 3.885 ettari di territorio boschivo, di questi 1.033 dei....

martedì 17 dicembre 2019

Sila la transumanza diventa patrimonio dell'umanità. L'Unesco, riunitosi a Bogotá, Colombia,l'ha proclamata patrimonio culturale e immateriale dell'umanità.

Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell'Unesco, riunitosi a Bogotá, Colombia, ha proclamato la transumanza patrimonio culturale e immateriale dell'umanità. Anche i territori ed i tratturi della Calabria entro Marzo 2020 saranno integrati insieme alla Sardegna ed alla Spagna.

La transumanza, la tradizionale pratica pastorale di migrazione stagionale del bestiame lungo i tratturi e verso condizioni climatiche migliori, si allinea con l'obiettivo già individuato un paio di anni or sono dall'Ente Parco nazionale della Sila e dell'ARA Calabria (associazione regionale allevatori), con la sottoscrizione di un protocollo d'intesa, di recuperare gli antichi tratturi, di valorizzare la tradizione della transumanza e sviluppare attività economiche sostenibili legate al mondo degli allevatori. A tal proposito sono già stati individuati i primi percorsi e stanziati i primi fondi affinché il recupero dei “tratturi”, strade per la migrazione stagionale degli animali, possano divenire sentieri tematici rivolti ai turisti peraltro potenzialmente gestiti dagli stessi allevatori che potrebbero attrezzarsi per accogliere e ristorare con i prodotti dell’allevamento i tanti turisti attratti dalle bellezze del Parco. L’ARA Calabria, nella persona del Presidente Raffaele Portaro, “plaude al lavoro svolto dal capo di gabinetto del Ministero dell’Ambiente, il professor Pier Luigi Petrillo, autore del dossier, e dall’ambasciatore d’Italia all’Unesco Massimo Riccardo, per l’importante riconoscimento, che attribuisce alla transumanza ed agli allevatori che la praticano il ruolo di “sentinelle” dell’ambiente, capaci di coniugare una corretta gestione delle risorse naturali con il benessere degli animali in un equilibrato rapporto tra uomo e natura”. Infatti i pastori transumanti, come sottolinea il dossier di candidatura presentato dall'Italia insieme a Grecia e Austria all'Unesco, hanno una conoscenza approfondita dell'ambiente, dell'equilibrio ecologico tra uomo e natura e dei cambiamenti climatici avvalorando questo tipo di allevamento come sostenibile ed efficiente. L'Ente Parco Nazionale della Sila, nella persona del suo Presidente, il dott. Francesco Curcio, sostiene che “questo riconoscimento rafforza il lavoro avviato dall'Ente Parco con l’ARA Calabria, obiettivi per altro contenuti anche nel Piano economico del Parco e che verranno perseguiti all'interno del percorso della Carta Europea del Turismo Sostenibile affinché la tradizione del territorio silano, il valore dei suoi prodotti e di una cultura millenaria, possano costituire una ulteriore attrattiva e divenire indotto per......................

martedì 3 dicembre 2019

Ai piedi della Sila un piccolo comune regala le case a un euro

Il progetto “Rose case a 1 euro” promosso dall’Amministrazione comunale contro lo spopolamento e per il recupero e la valorizzazione del cento storico attraverso la riqualificazione urbana


Il progetto di riqualificazione urbanistico-edilizia e la rivitalizzazione abitativa promosso dall’amministrazione guidata da Roberto Barbieri, punta non solo al recupero e alla valorizzazione del centro storico ma anche ad evitare lo spopolamento. L’iniziativa vede coinvolti i proprietari degli immobili, il comune di Rose e i futuri acquirenti. Cosa prevede il progetto? I proprietari di immobili situati nel centro storico di Rose, impossibilitati e/o non interessati ad investire nella riqualificazione del bene, si impegnano a cedere il loro immobile al Comune al prezzo simbolico di 1 euro liberandosi del pesco fiscale che grava sulla proprietà, scegliendo in piena autonomia tra le eventuali manifestazioni di interesse all’acquisto pervenute, senza doversi fare carico delle spese legate al passaggio di proprietà.  La parola passa poi al Comune di Rose che, raccolte le adesioni, cura la tenuta della “Bacheca delle case a 1 euro”, pubblicizzando le offerte, fornendo consulenze e informazioni e fungendo da garante del rispetto delle clausole previste dal bando a tutela degli interessati coinvolti, non intervenendo attivamente nella trattativa. Chi può acquistare? Privati cittadini, imprese, società e associazioni che presentano formale dichiarazione di volontà di aderire all’iniziativa e di acquistare l’immobile, impegnandosi in caso di assegnazione, a sostenere le spese connesse al trasferimento di proprietà e a rispettare il cronoprogramma previsto dal progetto. Il progetto prevede la stipula del contratto di compravendita. Entro un anno dalla stipula del contratto occorrerà depositare l’eventuale progetto per la ristrutturazione e riqualificazione dell’immobile acquistato. L‘inizio dei lavori deve avvenire entro tre mesi dall’avvenuto rilascio del permesso di......

mercoledì 27 novembre 2019

Sila dopo l'aria più pulita un recente studio internazionale dimostra che la pioggia meno acida d'Italia cade nei boschi della Sila

Una statistica resa nota da un Simposio internazionale sulla
conservazione dei monumenti ci fa riflettere sull'acidità delle piogge.


Se ne parla meno ma il problema esiste ancora: le piogge acide minacciano i nostri monumenti ma anche la nostra salute. L'uomo immette nell'atmosfera milioni di tonnellate di gas inquinanti: ossido di carbonio, anidride solforosa, ossidi di azoto, idrocarburi.

Parte di queste emissioni ricadono in forma secca in un raggio di circa 250 km dalle zone di emissione e si ritrova in "caduta libera" anche il particolato. Una parte invece si allontana sino a 1000 km depositandosi al suolo ancora nella forma secca sottoforma di solfati e nitrati ma anche nella forma umida come acido solforico e nitrico, che sono causa di piogge acide. Uno studio sulla conservazione dei monumenti nell'area mediterranea chiarisce quali sono le zone con le piogge più acide d'Italia: In testa ci sono il milanese, il pavese, il comasco, varesotto, l'alessandrino, il novarese, il genovesato con ph attorno al 4.25-4.50, si sale leggermente sul resto del nord sino ad un ph di 4.75, si arriva a 5 in alto Adige e in Carnia, ci si abbassa nuovamente sulle regioni centrali ad una media di 4.75. Bassi anche i valori di Romagna, Marche e San Marino con 4.50, si sale a 5 sul meridione e sul nord della Sardegna, un ph di 5.50 si ritrova nel Campidano e nell'Iglesiente.


All'estremo sud ritroviamo i valori più "dolci", ricordando però che il ph neutro ha valore 7.
Ecco allora sulla...............

mercoledì 15 maggio 2019

RiservAmica 130 “tesori verdi” Italiani aperti domenica 19. Nel catanzarese le Valli Cupe e il centro visite loc. Monaco vill. Mancuso.


   Domenica 19 maggio   
l’Arma dei Carabinieri apre al pubblico le 130 preziosi "tesori verdi" in occasione della settima edizione di "RiservAmica", Festa Nazionale delle Riserve Naturali dello Stato organizzata dall’Arma in tutta Italia. L'obiettivo dell'evento è far scoprire, conoscere ed amare le aree protette gestite dai Reparti Carabinieri Biodiversità come luoghi speciali, ricchi di natura e biodiversità dove è possibile “immergersi” in ambienti naturali unici insieme ad esperti di interpretazione della natura. I partecipanti potranno scoprire che in tutta Italia esiste una rete di Riserve Naturali dello Stato che racchiude una rara e importante biodiversità. Presso il Centro Visita CC “A. Garcea”, in loc. Monaco-Vill.Mancuso (Taverna CZ), nella Riserva Naturale statale “Poverella-Villaggio Mancuso”, il personale del Reparto Biodiversità accoglierà i visitatori proponendo visite guidate nei musei e lungo i sentieri didattico/naturalistici del Centro dando vita ad approfondimenti e laboratori di educazione ambientale. L’edizione 2019 si affianca al progetto nazionale di educazione ambientale “Il mondo visto con gli occhi di un albero” promosso dal Reparto Carabinieri Biodiversità che ha coinvolto gli alunni degli istituti scolastici provinciali in una attività didattico/formativa con lo scopo di avvicinare i giovani al ruolo primario che la Natura, le foreste e la Biodiversità svolgono per la conservazione della vita sul Pianeta, per scoprire, conoscere e tutelare la fauna selvatica. L’evento di Domenica 19 maggio è organizzato, con il contributo del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, la Provincia di Catanzaro, la Riserva Regionale “Valli Cupe”, Legambiente, il WWF, il gruppo micologico Catanzarese e l’Associazione ciclisti amatoriali “Maverix”.L’evento “RiservAmica 2019” vuole coinvolgere i partecipanti in una esperienza di interpretazione della biodiversità per vivere realmente la natura vicina e lasciare nei..........

sabato 6 aprile 2019

Le centrali idroelettriche di Albi e Magisano sono sicure.La società A2A che gestisce molti importanti impianti in Calabria conferma i dati dell' Arpacal

locali delle centrali calabresi di A2A sono ampiamente sicuri 

I due impianti si trovano rispettivamente nei comuni di Albi e Magisano, in provincia di Catanzaro.Le centrali si sviluppano tra quote di 1.123 e 354 metri di altezza, con un dislivello totale di 769 metri. Gli impianti sono stati costruiti negli ’80. Gli impianti sono regolati dal serbatoio Passante con un volume di regolazione di 35 milioni di m3, e utilizzano i deflussi dei fiumi Passante e Simeri e degli affluenti Ferro e Ortica.
Per i lavoratori che vi accedono e vi stazionano, sia nel rispetto della normativa e sia di quella di prossima entrata in vigore nel giugno 2019.È emerso nel report finale redatto dall’Arpacal che un anno fa ha avviato la misurazione della presenza di gas radon nelle proprie centrali elettriche situate  in Calabria, al punto da diventare un caso di studio nell’ultimo congresso della Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML). Il sistema idroelettrico della Calabria posseduto da A2A raggruppa ben nove centrali idroelettriche, cioè che utilizzano l’acqua, la fonte rinnovabile per eccellenza, per produrre energia elettrica. Il sistema è localizzato lungo i fiumi Neto, Passante, Simeri, Vasì, Crocchio, Ancinale e Savuto, che attraversano le province di Catanzaro, Crotone, Cosenza e Reggio CalabriaNello specifico, gli impianti misurati sono stati: Timpagrande (Cotronei - KR), Albi (CZ), Magisano (CZ), Orichella(San Giovanni in Fiore – CS) , Calusia Nuova (Caccuri – KR) (in foto), Satriano (CZ). Si è conclusa nei giorni scorsi, con l’invio del report finale, l’esperienza consulenziale che il Laboratorio Fisico del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal ha svolto per il colosso internazionale dell’energia A2A, maggiore multiutility italiana nata nel 2008 dalla fusione delle municipalizzate lombarde ASM, AMSA e AEM.Pur avendo adempiuto a quanto previsto dalla normativa di settore, avendo all’interno della propria organizzazione un servizio audit per tali adempimenti, la A2A, infatti, ha..........

martedì 19 marzo 2019

Albi coltre di nube inquinata sul paese presilano .In fiamme una discarica abusiva in pieno Parco Nazionale della Sila Piccola



In fiamme, in località Firma, un enorme quantitativo di rifiuti di ogni genere che ha generato una colonna di fumo con disagi per gli abitanti della zona. La nube era ben visibile nel suo inquietante colore da molti centri vicini. In molti allarmati hanno chiamato i vigili del fuoco Bisogna ricordare che ci troviamo in un area che dovrebbe( almeno sulla carta)  essere fortemente protetta e monitorata perche ricade nel Parco Nazionale della Sila Piccola. Sul posto prontamente squadre dei vigili del fuoco di Catanzaro e del distaccamento volontario di Taverna. Le operazioni di spegnimento sono durate diverse ore. Ancora da completare le operazioni di bonifica. Le indagini sono..................

venerdì 25 gennaio 2019

Le Alpi marittime si la Sila no! Il Governo boccia la candidatura come patrimonio dell'UNESCO.Per Oliverio la colpa è tutta dei 5 Stelle

Le Alpi marittime sono candidate a entrare nel Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco. La candidatura promossa dal Ministero dell’Ambiente è stata confermata oggi dal Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. L’Italia è capofila di questa candidatura che vede insieme anche Francia e Principato di Monaco. La valutazione definitiva è attesa entro giugno.
La Commissione nazionale ha anche preso atto favorevolmente della richiesta del Ministero dell’Ambiente di avviare un procedimento per estendere il sito Unesco delle faggete vetuste a ulteriori foreste, tra le quali quelle delle le foreste del Cansiglio e dei parchi nazionali del Pollino, dell’Aspromonte e del Gargano.

Per quanto riguarda la candidatura degli “Ecosistemi forestali della Sila” per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale come sito naturale, il Consiglio direttivo ha deciso di soprassedere alla sua presentazione in quanto la candidatura ha ricevuto una valutazione negativa da parte dell’UICN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), organo di valutazione del Comitato del Patrimonio Mondiale competente per i siti naturali. Nella sua valutazione l’UICN ha messo in risalto che l’area inclusa nella candidatura ha già ottenuto nel 2014 il riconoscimento di Riserva della Biosfera Unesco.
“L’Italia è orgogliosa di avere un patrimonio naturale e una ricchezza di biodiversità che il mondo ci invidia. Stiamo ulteriormente arricchendo il quadro dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità, riconoscimenti che aiutano a promuovere il territorio, la microeconomia locale e l’ecoturismo” ha detto Sergio Costa, ministro dell’Ambiente. “Nessuno si senta amareggiato se la candidatura della Sila non ha trovato accoglimento, gode già del prestigioso riconoscimento MAB Unesco, ed è un nostro preciso impegno organizzare nei prossimi mesi presso l’Unesco una serie di iniziative per valorizzare quel territorio”.

giovedì 10 gennaio 2019

Smantellata la faida che controllava la Sila Catanzarese tra efferati omicidi e sequestri. Blitz nella notte: dodici fermi per mafia



I Carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e Reparti speciali hanno eseguito, nella provincia ed in alcune località del nord, 12 fermi nell'ambito dell'operazione Reventinum contro presunti affiliati a due contrapposte cosche di 'ndrangheta, gli Scalise ed i Mezzatesta. 
Il provvedimento è stato emesso dalla Dda catanzarese guidata da Nicola Gratteri. Alcuni Indagati sono accusati anche di violenza privata e sequestro di persona dell'avvocato Francesco Pagliuso, ucciso in un agguato il 9 agosto 2016 a Lamezia Terme. Il sequestro sarebbe avvenuto 2 anni prima. Per il delitto, nel 2018, è stato arrestato Marco Gallo, ritenuto dall'accusa un sicario a pagamento. Per gli inquirenti, Pagliuso sarebbe stato ucciso per una vendetta trasversale ed in particolare per la sua vicinanza a Domenico Mezzatesta, l'ex vigile urbano che insieme al figlio Giovanni uccise, nel 2013 in un bar di Decollatura, Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo, ritenuti vicini alla famiglia Scalise.

LA SCISSIONE DEL GRUPPO DELLA MONTAGNA
In particolare, la tesi è che l’attentato subito da Pino Scalise nel 2001 sia il momento dopo il quale il cosiddetto Gruppo Montagna inizierebbe a scindersi in quelle che diventeranno due distinte e contrapposte consorterie.A fronte di una prima fase, caratterizzata da una operatività sottoposta al controllo e alla supervisione delle più influenti cosche lametine, quelle dei “Giampà” e dei “Iannazzo-Cannizzaro-Daponte”, dal 2013, gli Scalise e Mezzatesta avrebbero iniziato ad operare con una maggiore autonomia.Gli indizi - considerati precisi e concordanti - raccolti nel corso di questa lunga indagine dimostrerebbero, sempre secondo gli inquirenti, come le due organizzazioni criminali - dopo le operazioni che hanno interessato, nel corso di questi ultimi anni, l’area territoriale lametina (in particolare le operazioni “Medusa”, “Perseo”, “Pegaso”, “Chimera”, “Andromeda”, “Dionisio” e “Crisalide”) avrebbero continuato a commettere dei gravissimi reati, alimentando quella che viene definita come una “crescente e violenta contrapposizione reciproca tesa a conseguire, da parte di ciascuno dei due gruppi, l’esclusivo controllo sul territorio di riferimento”.
IL CLAN DEGLI SCALISE
Quanto agli “Scalise”, le figure che emergono sono quelle di Pino e Luciano Scalise, ai quali si attribuisce un ruolo di vertice del clan, come titolari del potere decisionale sulla strategia, anche in riferimento alle azioni violente che rientravano nei programmi della cosca.A tutti gli altri indagati della cosca, invece, si contesta un ruolo di “partecipe”, ovvero di affiliati “con consapevolezza di scopo e di vincoli” e pienamente inseriti nelle dinamiche delittuose per consentire l’affermazione del clan sul territorio.
LA FAIDA INIZIATA NEL 2013 ED ANCORA IN ATTO
Venendo alla contrapposizione tra le due famiglie criminali, in questa gli inquirenti inquadrano gli omicidi che, a partire dal 2013, hanno coinvolto esponenti di entrambe le fazioni, in una vera e propria faida che è ancora oggi in atto.
Con riguardo alla cosca Mezzatesta, invece, il ruolo di rappresentanti del clan viene contestato a Giuliano Giovanni Roperti e Livio Mezzatesta: avrebbero avuto loro, in....... pratica, “l'autorità di organizzare i fini e gli scopi perseguiti”, sebbene sempre sotto l’egida di Domenico e Giovanni Mezzatestadetenuti e considerati i “boss”.
Un ruolo non di poco conto viene affidato poi a Ionela Tutuianu, moglie del capo cosca Domenico Mezzatesta, che, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto il compito “fondamentale” di mantenere vivi e “operativi” i rapporti tra gli affiliati detenuti e quelli liberi, portando notizie e “imbasciate” sia dentro che all’esterno delle Case Circondariali.
Un altro affiliato è poi Eugenio Tomaino che nell’ambito del Gruppo storico della Montagna avrebbe ricoperto una posizione di vertice.
IL SEQUESTRO DELL’AVVOCATO PAGLIUSO
La capacità criminale e la “tracotanza” raggiunte dalla cosca Scalise nel territorio di riferimento, per gli inquirenti sarebbero testimoniate dalla vicenda riguardante proprio l’avvocato lametino Pagliuso, del foro di Lamezia Terme. Quest’ultimo, nella seconda metà del 2012, era il difensore di Daniele Scalisefiglio del capo cosca Pino, per un procedimento penale presso il Tribunale di Cosenza.
Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, documenterebbero come Pagliuso sarebbe stato accusato di un minor impegno professionale e di aver commesso degli errori nella linea difensiva di Daniele.
Per questo motivo sarebbe stato così sequestrato: incappucciato sarebbe stato portato con la forza da Lamezia Terme in un bosco della zona montana del Reventino, e costretto a stare legato ed impossibilitatoa muoversi liberamente, davanti ad una buca scavata nel terreno con un mezzo meccanico.
Il tutto al fine di piegarlo alla volontà della cosca, soprattutto in termini di determinazione e sul comportamento da tenere nel procedimento a carico del giovane Scalise.
Il sequestro di persona e la violenza privata perpetrati con l’aggravante mafiosa ai danni dell’avvocato vengono contestati oggi solo a Pino Scalise, dato che gli altri presunti corresponsabili nel frattempo sono stati ammazzati.
Lo stesso Pino, in un momento successivo, non avrebbe esitato a fare altre minacce raggiungendo Pagliuso direttamente nel suo studio nella città della Piana.
L’ATTIVITÀ ESTORSIVA DEGLI SCALISE
Gli inquirenti sostengono, infine, che gli Scalise operassero attivamente nel settore delle estorsioni, su tutto il territorio. Un elemento questo che emergerebbe dall’attentato incendiario che Luciano Scalise e Angelo Rotella avrebbero messo a segno contro un imprenditore di Decollatura nel settore del commercio del legname.
Nell’agosto del 2017, i due esponenti del clan, per favorire un’altra società concorrente nello stesso settore e far desistere l’imprenditore dalla sua attività economica, gli avrebbero incendiato una macchina agricola eil capannone provocandogli un danno superiore ai 150 mila euro.