Secondo quanto scriveva il Guardian, prima dell’arresto Assange stava cercando aiuto dai suoi sostenitori per mettere assieme una somma tra le 100 e le 200 mila sterline: la cauzione necessaria per restare in libertà. Oltre alla somma in denaro il capo di Wikileaks avrà però bisogno di almeno sei persone che garantiscono che resterà a disposizione delle autorità giudiziarie.
Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, è stato arrestato in Gran Bretagna. Assange si è presentato alle 9:30 ”su appuntamento” in un commissariato di Londra dopo esser stato raggiunto da un mandato di arresto europeo per conto della Svezia. Poi si è presentato davanti al tribunale della città di Westminster, uno dei borghi di Londra verso le 14 ora italiana.
Intanto non si fermano i sostenitori del capo di Wikileaks. Una protesta silenziosa con bavagli e copertine di Time e’ stata organizzata sotto il tribunale di Westminster dal gruppo Justice for Assange. La manifestazione anti-censura a favore del capo di Wikileaks prevede che i partecipanti indossino una maschera con il volto di Assange che si puo’ scaricare dal sito del gruppo.
Un network di hacker ha risposto invece organizzando un attacco informatico contro PayPal e Postfinance, che hanno bloccato i finanziamenti a Wikileaks. ”La banca svizzera (PostFinance) che ha chiuso il conto a Assange è stata tirata giù oggi con un Ddos attack (negazione del servizio, lo stesso lanciato in più occasioni contro i domini di Wikileaks in questi giorni)”, recita un annuncio del gruppo su Twitter. Qualche ora prima, un altro assalto informatico era stato lanciato contro PayPal, sempre dal gruppo, denominato Operation Payback, operazione “resa dei conti”. Le due società non hanno confermato la notizia.
Su Twitter, il gruppo aveva annunciato con anticipo “l’ora X” invitando i membri a “fare fuoco” al momento convenuto. Operation Payback è un gruppo hacker di “difensori della pirateria informatica” nato per rispondere ai tentativi di oscurare Torrent e altri programmi di condivisione dei file in rete messi in atto da “hacker pagati dalle aziende” per tutelare il copyright.
Portavoce di Wikileaks: “Non ci fermiamo”. Il portavoce di Wikileaks ha detto che l’arresto di Julian Assange e’ un attacco alla liberta’ dei media ma non fermera’ il gruppo nella sua missione. ”WikiLeaks e’ operativa. Continuiamo come prima sugli stessi binari. Ogni sviluppo SU Assange non cambia i piani per la pubblicazione dei documenti oggi e nei prossimi giorni, ha detto il portavoce Kristinn Hrafnsson precisando che le operazioni saranno coordinate da un gruppo di persone a Londra e in altre sedi.