martedì 7 dicembre 2010

Arrestato il fondatore di "Wikileaks" J.Assange. Si è presentato in un commisariato di Londra

Secondo quanto scriveva il Guardian, prima dell’arresto Assange stava cercando aiuto dai suoi sostenitori per mettere assieme una somma tra le 100 e le 200 mila sterline: la cauzione necessaria per restare in libertà. Oltre alla somma in denaro il capo di Wikileaks avrà però bisogno di almeno sei persone che garantiscono che resterà a disposizione delle autorità giudiziarie.

Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, è stato arrestato in Gran Bretagna. Assange si è presentato alle 9:30 ”su appuntamento” in un commissariato di Londra dopo esser stato raggiunto da un mandato di arresto europeo per conto della Svezia. Poi si è presentato davanti al tribunale della città di Westminster, uno dei borghi di Londra verso le 14 ora italiana.
Il portavoce di Scotland Yard ha detto che la magistratura svedese vuole che Assange risponda di due accuse di molestie sessuali e una accusa di stupro, reati che sarebbero stati commessi tutti nell’agosto 2010. Due donne accusarono il patron di Wikileaks di averle aggredite sessualmente, accuse che Assange ha sempre negato. Secondo Sky News, dopo esser stato interrogato dalla polizia, Assange comparirà dinanzi ai magistrati di una corte britannica (la City of WWestminster) che decideranno sull’estradizione; ma il suo avvocato ha ribadito che Assange si opporrà con tutte le sue forze a ogni tentativo di estradizione, perché il rischio è che possa essere “consegnato agli americani”.
Intanto non si fermano i sostenitori del capo di Wikileaks. Una protesta silenziosa con bavagli e copertine di Time e’ stata organizzata sotto il tribunale di Westminster dal gruppo Justice for Assange. La manifestazione anti-censura a favore del capo di Wikileaks prevede che i partecipanti indossino una maschera con il volto di Assange che si puo’ scaricare dal sito del gruppo.
Un network di hacker ha risposto invece organizzando un attacco informatico contro PayPal e Postfinance, che hanno bloccato i finanziamenti a Wikileaks. ”La banca svizzera (PostFinance) che ha chiuso il conto a Assange è stata tirata giù oggi con un Ddos attack (negazione del servizio, lo stesso lanciato in più occasioni contro i domini di Wikileaks in questi giorni)”, recita un annuncio del gruppo su Twitter. Qualche ora prima, un altro assalto informatico era stato lanciato contro PayPal, sempre dal gruppo, denominato Operation Payback, operazione “resa dei conti”. Le due società non hanno confermato la notizia.
Su Twitter, il gruppo aveva annunciato con anticipo “l’ora X” invitando i membri a “fare fuoco” al momento convenuto. Operation Payback è un gruppo hacker di “difensori della pirateria informatica” nato per rispondere ai tentativi di oscurare Torrent e altri programmi di condivisione dei file in rete messi in atto da “hacker pagati dalle aziende” per tutelare il copyright.
Portavoce di Wikileaks: “Non ci fermiamo”. Il portavoce di Wikileaks ha detto che l’arresto di Julian Assange e’ un attacco alla liberta’ dei media ma non fermera’ il gruppo nella sua missione. ”WikiLeaks e’ operativa. Continuiamo come prima sugli stessi binari. Ogni sviluppo SU Assange non cambia i piani per la pubblicazione dei documenti oggi e nei prossimi giorni, ha detto il portavoce Kristinn Hrafnsson precisando che le operazioni saranno coordinate da un gruppo di persone a Londra e in altre sedi.

Santa Messa dentro lo stadio per dare l'ultimo saluto ai sette ciclisti morti nel tragico incidente di Lamezia Terme (Catanzaro)

Un lungo applauso ha accolto le bare dei sette ciclisti morti domenica mattina a Lamezia Terme, in seguito ad un incidente, al loro ingresso nel campo dello stadio D’Ippolito, dove si sono svolti i funerali. Un gruppo di ciclisti in bici ha preceduto l’arrivo delle salme, scortate da altri amici del gruppo sportivo di cui facevano parte le vittime del disastro. A guidare i ciclisti Salvatore Mancuso, che si salvò per aver lasciato i compagni poco prima del sinistro. Tra le autorità presenti, in rappresentanza del governo, Michelino Davico, sottosegretario all’interno con delega agli enti locali.
I funerali sono terminati poco dopo le 13, dopo l’orazione del vescovo e l’intervento di amici e parenti delle vittime, i funerali dei ciclisti travolti ed uccisi da un’auto a Lamezia Terme, sulla strada statale 18. Migliaia le persone presenti.


Diversi gli interventi seguiti all’orazione del vescovo Luigi Cantafora, dal pulpito allestito al centro del campo da gioco dello stadio «d’Ippolito»: «Papà continuerai ad essere con noi anche da lassù» ha detto la figlia di uno dei cicloamatori morti. «Vittime delle istituzioni» ha detto un’altro degli oratori, riferendosi «alle colpe di chi ha consentito al giovane investitore di continuare a guidare nonostante i suoi precedenti». Ripetuti applausi hanno scandito la fine dei vari interventi.
Le bare delle sette vittime dell’incidente costato la vita a un gruppo di cicloamatori a Lamezia Terme sono state disposte su una pedana azzurra al centro del rettangolo di gioco dello stadio. Sui feretri, tanti fiori e le magliette dei sette cicloamatori travolti e uccisi da una Mercedes condotta da un ventunenne di origine marocchina.
Numerose le attestazioni di cordoglio pervenute ai familiari e al sindaco, tra cui quella del Capo dello Stato. Numerosa, ma discreta la presenza delle forze dell’ordine dentro e fuori lo stadio. La giornata è caratterizzata da un sole splendente e da temperature al di sopra della media stagionale. Circa sette mila le persone che hanno preso parte alle celebrazioni nell’impianto sportivo.
Durante la cerimonia funebre, un giovane giocatore della Vigor Lamezia, la locale squadra di calcio, ed una ragazza presente tra le migliaia di partecipanti alla cerimonia, sono stati colti da malore ed hanno dovuto fare ricorso alle cure dei medici del 118 e degli operatori della Protezione Civile. A determinare il malore dei due giovani, probabilmente, oltre all’emozione, il gran caldo.

lunedì 6 dicembre 2010

L'aiuto da parte del nostro amatissimo protettore San Nicola durante il rovinoso alluvione del 1943


Pioveva da una settimana la mattina ti alzavi che pioveva ti coricavi ed ancora pioveva per poi iniziare daccapo. Non si poteva svolgere nessun lavoro nei campi la terra era inzuppata ,usciva acqua da tutte le parti. Il centro storico(già fortemente provato dai vari cataclismi) iniziò a muoversi, una grossa frana stava lesionando sempre più le case rendendole di fatto pericolose anche se molte persone continuavano ad abitarci perché non sapevano proprio dove andare. Passavano i giorni ma pioveva sempre così si decise di portare fuori in processione la statua di San Nicola ,in Chiesa si radunò quasi l’intera popolazione ed in processione sotto una pioggia sempre insistente girarono tutto il paese ma non smise di piovere anzi a tratti sembrava che l’acqua “a jettavanu a cati cati” ormai il corteo era arrivato in piazza la Statua di San Nicola riparata con un tetto di tavole fatto per l’occasione era anch’esso inzuppato , proprio all’entrata della chiesa si decise di fare un canto in onore del Santo molti ancora speravano che spiovesse altri rassegnati dicevano” puru santu Nicola nabbannunau”. Cantavano, cantavano tutti incuranti, di essere zuppi d’acqua sino al midollo; mentre giravano la statua per farla entrare ecco che un timido raggio di sole uscì tra le nuvole dopo un po’ smise di piovere tutti gridarono al miracolo intonando lodi e preghiere, si porto il tavolo per far adagiare la statua fuori e così rimase per l’intera giornata. Non pioveva più roba da non credere scendeva una foschia sul borgo ma non pioveva più, neppure una goccia, le case erano state duramente colpite molte presentavano visibilmente delle crepe ai muri nelle quali  ci potevi infilare una mano altre iniziavano con i primi cedimenti di tegole o intonachi , la paura era tanta sembrava che tutte le case del paese alla fine sarebbero franate, alcune case scivolarono “sutta u castellu” . Una donna molto devota, e molto stimate del paese aveva avuto un sogno dove vide chiaramente  San Nicola mentre teneva con una mano Sant'angelo e con l'altra Ruscia,avvisandola che molte case sarebbero cadute ma nessuno neanche un animale sarebbe morto. Raccontò tutto all'arciprete il quale conoscendola per la  sua forte fede decise di rendere pubblico il sogno, durante l'omelia Domenicale molti non credettero al sogno disperati,scoraggiati che tutto il paese sarebbe destinato a franare,addirittura il priore dalla congrega dell'Immacolata  propose di spostare le varie statue,paramenti ecc.. delle due Chiese portandole in qualche posto più sicuro perché temevano che anche la Chiesa potesse franare. Si viveva nel terrore, nella paura che tutto il centro storico si sarebbe sbriciolato, sarebbe sceso a valle molti chiusero le varie abitazioni presero le poche cose che possedevano e lasciarono Sellia cercando riparo,sicurezza nei centri vicini, intanto altre case continuavano a  franate dando però a  tutti il tempo  di mettersi al riparo, portando al riparo anche i pochi mobili. La parte che franò tutta insieme fù quella di “ sutta santa Maria” mentre le case sotto il castello sino alla chiesa furono quelle che subirono meno danni ma erano completamente inabitabili.

Terribile incidente stradale sulla stradale 18 di Sant'Eufemia (CZ). Una mercedes guidata da un marocchino sotto l'effetto della droga, travolge un gruppo di ciclisti 7 morti 2 feriti gravi.

Lamezia Terme (Catanzaro ) Tragico incidente stradale sulla statale 18 in località Sant'Eufemia di Lamezia Terme (Cz). Una vettura è sbandata ed è finita su un gruppo di ciclisti investestendoli. Alla guida dell'auto c'era un marocchino sotto effetto della droga e con la patente ritirata da sette mesi, che prima piantonato in ospedale in stato di arresto, in quanto accusato di omicidio colposo plurimo aggravato dalla guida in stato di alterazione da sostanze stupefacenti, è stato trasferito nel centro clinico del carcere di Catanzaro. L'uomo è risultato positivo al test della cannabis.
Il bilancio è agghiacciante: sette ciclisti morti, tutti appartenenti ad un gruppo amatoriale di Sambiase di Lamezia Terme, legato alla palestra "Atlas". I sette ciclisti morti sulla strada sono Rosario Perri, di 55 anni; Francesco Stranges (51); Vinicio Pottin (47); Giovanni Cannizzaro (58); Pasquale De Luca (35) e Domenico Palazzo, del quale non si conosce l'età. I feriti sono Gennaro Perri, Fabio Davoli e Domenico Strangis, tutti di Lamezia Terme. La settima vittima dell'incidente è Fortunato Bernardi, di 58 anni, titolare della palestra. Bernardi, tra l'altro, era il padre di un calciatore del Cosenza, Alessandro e zio del giocatore dell'Inter Felice Natalino, di 18 anni. Il gruppo è stato travolto da un'auto in località Marinella a Sant'Eufemia.
Secondo le ricostruzioni il giovane stava effettuando una manovra di sorpasso e viaggiava a velocità elevata: durante la manovra ha incrociato frontalmente il gruppo di ciclisti che viaggiavain direzione opposta e non ha avuto il tempo di frenare. C'è anche il nipote del marocchino tra i feriti, un bambino di otto anni, che è stato portato in ospedale - al reparto di pediatria - per accertamenti, ma le sue condizioni non sono gravi.
Sul luogo della tragedia scene di disperazione: «Quello che abbiamo trovato arrivando qui stamattina è stato uno scenario impressionante. Indescrivibile. Nemmeno una bomba avrebbe potuto provocare qualcosa del genere», ha dichiarato Silvio Rocca, uno dei primi soccorritori della Croce bianca arrivati sul luogo dell'incidente. «Ci avevano allertato - ha aggiunto Rocca - per un incidente in cui, secondo le prime notizie, era coinvolto un solo ciclista. Giunti sul posto, però, abbiamo visto che si trattava di una strage. Tutte persone che conoscevamo personalmente e quindi il colpo è stato ancora più doloroso. Abbiamo allertato gli altri soccorsi e l'elicottero. Qualcosa di veramente sconvolgente».
Il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, che si è recato sul posto ha dichiarato il lutto cittadino: «Uno spettacolo terribile», ha soltanto detto con la voce rotta dall'emozione.
In conseguenza del drammatico incidente, l'Anas ha chiuso al traffico la strada statale 18 Tirrena inferiore, in località Marinella a Lamezia Terme (Cz). Solo dopo le 17 il traffico è tronato regolare.

domenica 5 dicembre 2010

Vita di San Nicola ( seconda parte )

La leggenda di San Nicola affascinò il medioevo dei cristiani e dei pagani. Durante la vita si prese carico di orfani, vedove e gente perseguitata. Oggi, assieme ai suoi "alter ego", Babbo Natale e Santa Claus, continua a portare serenità a tutte le genti del mondo. Ma chi era davvero San Nicola?
la figura di San Nicola, come quella di molti santi è avvolta nel mistero: le uniche notizie che ci sono arrivate, narrano che nacque nella città di Pàtara, nella regione occidentale dell’antica Grecia, oggi al sud della Turchia, intorno agli anni 260-280 d. C. La leggenda narra che ereditò una grossa fortuna dai genitori e che la sua bontà lo indusse a distribuirla ai poveri del suo paese.
Divenuto vescovo di Myra nel 300, in un periodo in cui tutti i cristiani erano perseguitati, fu imprigionato ed esiliato da Diocleziano. Con Costantino, che nel 313 permise il culto del cristianesimo, Nicola fu liberato e riassunse la carica di Vescovo di Myra. Dopo la sua morte (il 6 dicembre di un anno compreso tra il 340 e il 352), il suo corpo su seppellito a Myra ed in seguito, traslato a Bari da 62 marinai pugliesi. San Nicola divenne uno dei santi più venerati, non solo dai cristiani occidentali, ma anche dagli Ortodossi dell’Impero Bizantino: oggi è patrono della Russia e della Grecia. Intorno al secolo XI i marinai normanni lo elessero a loro protettore, contribuendo alla diffusione capillare del culto anche in Francia, in Germania, in Olanda e in Inghilterra. San Nicola ispirò numerose opere letterarie e musicali: la "Liturgia di San Nicola" (secolo X), il dramma "Legenda Aurea" di Iacopo de Varagine (‘200), che nel 1438 fu tradotto in inglese sotto il titolo "The Gilte Legende", ed altri componimenti di vario genere. Durante i secoli successivi, il culto di San Nicola fu portato dai coloni olandesi anche nel Nuovo Mondo, a New York (allora New Amsterdam).
Le leggende:
 Bari: Cattedrale di San Nicola
Sul personaggio di San Nicola esiste tutta una serie di leggende che furono alla base della sua venerazione. Durante la vita si prese sempre carico di orfani, di vedove e di gente perseguitata. La sua fama di generosità deriva dalla leggenda che lo vuole benefattore di tre ragazze, le quali rischiavano di finire come prostitute, non essendo il loro padre in grado di pagare i debiti da cui era gravato. Quando San Nicola lo venne a sapere, per tre notti consecutive, gettò nella finestra della stanza da letto delle figlie borsellini di monete salvandole da un destino infausto. Il padre pagò i debiti e gli rimasero i soldi anche per le doti delle tre figlie. Per questo motivo le ragazze nubili che hanno il desiderio di sposarsi pregano San Nicola. Durante la sua permanenza a Bari, secondo la leggenda, salvò la vita ad alcuni marinai, per cui con l’attributo dell’ancora, viene venerato come patrono dei marinai e dei commercianti. San Nicola protesse inoltre i pescatori e nell’Europa centrale i traghettatori, si curò dei ponti e protesse dalle alluvioni. Il giorno della festa di San Nicola – il 6 dicembre – da allora fu associato alla ricchezza e alla prosperità. Per tale motivo i commercianti amavano concludere in questa data affari impegnativi.

vita di San Nicola ((prima parte )

San Nicola è uno dei santi più venerati ed amati al mondo. Egli è certamente una delle figure più grandi nel campo dell’agiografia. Tra il X e il XIII secolo non è facile trovare santi che possano reggere il confronto con lui quanto a universalità e vivacità di culto.
Ogni popolo lo ha fatto proprio, vedendolo sotto una luce diversa, pur conservandogli le caratteristiche fondamentali, prima fra tutte quella di difensore dei deboli e di coloro che subiscono ingiustizie. Egli è anche il protettore delle fanciulle che si avviano al matrimonio e dei marinai, mentre l’ancor più celebre suo patrocinio sui bambini è noto soprattutto in Occidente. Secondo la più antica tradizione manoscritta, S. Nicola era vescovo di Myra, città della Licia in Asia Minore (odierna Turchia), al tempo dell’imperatore Costantino (306 - 337 d. C.). Nonostante la celebrità mondiale del santo vescovo di Myra, negli scritti del IV secolo che ci sono pervenuti non compare il nome di Nicola. Al V secolo potrebbe risalire l’encomio di Proclo, ma qualche studioso dubita della sua autenticità. Quello di S. Nicola è, tuttavia, un caso normale nel campo dell’agiografia. Molti santi dei primi secoli del cristianesimo sono menzionati solo secoli più tardi. Nel caso di S. Nicola il fatto è ancor più spiegabile tenendo conto di tre cose: Nicola non era un martire, non era uno scrittore e non era un monaco. Era un pastore d’anime, un vescovo dedito al bene del suo gregge, in una regione – la Licia – alquanto fuori della ribalta culturale del tempo. Per avere i primi santi non martiri bisognerà attendere quasi la fine del IV secolo. Nelle vite dei santi uomini, che di solito contenevano figure di asceti e monaci, non c’era posto per Nicola, che non apparteneva a queste categorie, per cui, per quanto strano possa apparire, il silenzio degli scrittori coevi è del tutto naturale.