martedì 14 dicembre 2010
lunedì 13 dicembre 2010
La storia, le origini del presepe. Vi piace di più il presepe oppure l'albero di natale?
Per le feste natalizie vi piace di più il presepe oppure l'albero di natale?
La nostra tradizione vuole che dopo l'Immacolata in ogni casa si iniziava ad addobbare il presepe,grande piccolo costruito con materiali semplici. Dagli anni 60 anche in Calabria l'albero di natale fece la sua comparsa sino a quasi soppiantare il presepe per la sua semplicità nell'addobbarlo. Ma vuoi mettere un bel presepe li si rivive la magia della nascita di Gesù bambino che si rinnova ogni anno cercando,bussando nei nostri cuori. Voi siete più per l'albero di natale oppure per il presepe? Senza dubbio la mia risposta è: w il presepe w le nostri tradizioni.
In tutto il mondo durante il periodo natalizio, laddove i cristiani festeggiano l'incarnazione di Dio, esiste l'usanza di erigere presepi nelle case e nelle chiese. I presepi sono rappresentazioni artistico- figurative della nascita di Gesù nella mangiatoia di una stalla a Betlemme.![]() |
Caratteristico presepe esterno nel centro storico di Sellia |
Nella capanna vediamo la Sacra Famiglia e i pastori, sullo sfondo l'asino e il bue. L'adorazione dei saggi d'Oriente, i tre Re Magi, viene inclusa nel paesaggio il 6 gennaio. Gli evangelisti Luca e Matteo furono i primi a descrivere la storia dell'incarnazione di Cristo. È famoso il Vangelo di Natale di Luca, apparso nel secondo secolo dopo Cristo e poi divulgato nelle prime comunità cristiane.Già nel Quarto secolo troviamo a Roma (nelle catacombe) immagini della natività. L'origine esatta del presepio è difficile da definire, in quanto è il prodotto di un lungo processo.È storicamente documentato che già in tempo paleocristiano, il giorno di Natale nelle chiese venivano esposte immagini religiose, che dal decimo secolo assunsero un carattere sempre più popolare, estendendosi poi in tutta l'Europa. Comunemente il "padre del presepio" viene considerato San Francesco d'Assisi , poiché a Natale del 1223 fece il primo presepio in un bosco. Allora, Papa Onorio III, gli permise di uscire dal convento di Greggio, così egli eresse una mangiatoia all'interno di una caverna in un bosco, vi portò un asino ed un bue viventi, ma senza la Sacra Famiglia.
Poi tenne la sua famosa predica di Natale davanti ad una grande folla di persone, rendendo così accessibile e comprensibile la storia di Natale a tutti coloro che non sapevano leggere.
Il Catanzaro calcio ormai una società in ginocchio in ogni senso (quando la finiremo con questa commedia drammatica... ridicola?)
Nella foto la protesta di ieri ad inizio gara dei giocatori del Catanzaro |
domenica 12 dicembre 2010
IL NATALE DI UNA VOLTA. poesia alla riscoperta dei valori perduti,
Il NATALE DI UNA VOLTA
Chi può dimenticare
il Natale di tanti anni fa
quando eravamo tutti bambini innocenti
e di malizia ne sapevamo poco o niente.
Il Natale , a quei tempi,
era un tempo di felicità,
si faceva il presepe in ogni casa
con due ceppi,farina e cartapesta,
una pecorella con la gamba spezzata
con tanto amore si riparava.
Non si buttava niente, era peccato
se qualche pastorello era buttato:
se c’era un ramo d’albero
era di pino raccolto nella pineta vicina.
e l’erba fresca di muschio fiorito
tutto trapuntato di belle margherite.
Alla vigilia dell’Immacolata
tutta la famiglia era mobilitata,
chi ti dava un chiodo, chi la colla,
chi cercava un pezzo di specchietto
che sembrasse veramente un bel laghetto.
Con tanto amore si faceva la capanna
con San Giuseppe, Gesù Cristo e la sua mamma.
e sopra una strada di farina
i Re Magi sopra il cammello.
Per i piccoli era festa grande
girare intorno al Bambino
e pure i vecchi con le coperte addosso
si innamoravano del Bambinello.
Due tarallucci e qualche mandarino
qualche mandorla e due fichi accoppiati
erano cose veramente prelibate.
Non c’erano allora i panettoni,
tanto reclamizzati dalla televisione.
Il Natale di una volta era bello veramente,
sapeva cambiare il cuore della gente,
i grandi , i piccoli e tutti quanti
sentivamo nel cuore d’essere santi.
Io penso sempre con tanta nostalgia
al Natale dell’infanzia mia,
ci veniva la pelle d’oca
se sentivamo suonare due o tre zampognari le pastorali della nostra terra.
Ora vado cercando col lanternino
quelle frittelle saporite e quel vino,
quelle messe mattutine, e la novena,
e quella chiesa che era piena piena.
Chi può dimenticare
il Natale di tanti anni fa
quando eravamo tutti bambini innocenti
e di malizia ne sapevamo poco o niente.
Il Natale , a quei tempi,
era un tempo di felicità,
si faceva il presepe in ogni casa
con due ceppi,farina e cartapesta,
una pecorella con la gamba spezzata
con tanto amore si riparava.
Non si buttava niente, era peccato
se qualche pastorello era buttato:
se c’era un ramo d’albero
era di pino raccolto nella pineta vicina.
e l’erba fresca di muschio fiorito
tutto trapuntato di belle margherite.
Alla vigilia dell’Immacolata
tutta la famiglia era mobilitata,
chi ti dava un chiodo, chi la colla,
chi cercava un pezzo di specchietto
che sembrasse veramente un bel laghetto.
Con tanto amore si faceva la capanna
con San Giuseppe, Gesù Cristo e la sua mamma.
e sopra una strada di farina
i Re Magi sopra il cammello.
Per i piccoli era festa grande
girare intorno al Bambino
e pure i vecchi con le coperte addosso
si innamoravano del Bambinello.
Due tarallucci e qualche mandarino
qualche mandorla e due fichi accoppiati
erano cose veramente prelibate.
Non c’erano allora i panettoni,
tanto reclamizzati dalla televisione.
Il Natale di una volta era bello veramente,
sapeva cambiare il cuore della gente,
i grandi , i piccoli e tutti quanti
sentivamo nel cuore d’essere santi.
Io penso sempre con tanta nostalgia
al Natale dell’infanzia mia,
ci veniva la pelle d’oca
se sentivamo suonare due o tre zampognari le pastorali della nostra terra.
Ora vado cercando col lanternino
quelle frittelle saporite e quel vino,
quelle messe mattutine, e la novena,
e quella chiesa che era piena piena.
Baccalà soffritto alla Calabrese
Il baccala: piatto principe del periodo natalizio, sopratutto nel cenone della vigilia di natale, dove veniva preparato in mille modi diversi. Alimento povero che diveniva una vera prelibatezza cucinato in pastella, con il sugo, al forno ecc.. Ecco una ricetta molto semplice ma tanto genuina
- 500 g di baccalà
- Olio d'oliva
- 1 cipolla
- 3 coste di sedano
- 1 scatola di pomodori pelati
- 1 1/2 cucchiai di pinoli
- 1 cucchiaio di uvetta sultanina
- 100 g di olive nere sgocciolate
- sala qb
- pane tostato Preparazione Soffriggere il sedano e la cipolla tagliati grossolanamente; aggiungere i pomodori e cuocere per 15 minuti a calore moderato. Unire il baccalà a pezzi e proseguire la cottura a fuoco dolce. Dopo 20 minuti completare con pinoli, uvetta e olive. Servire con fette di pane tostato.
- (Ricetta inviata da lux )
sabato 11 dicembre 2010
Catanzaro: la discarica di Alli diventa la pattumiera della Calabria. Decine di camion in fila per scaricare i rifiuti provenienti da Lamezia e Vibo.
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