domenica 19 dicembre 2010

Natuzza Evolo la mistica che parlava con l'aldilà

Non c'è essere umano che, almeno una volta, non si sia posta la domanda: "Qual è il fine ultimo della vita?".Intorno a questo punto fermo della nostra mortalità gravita il pensiero del mondo contemporaneo, limite che ha influenzato i vari popoli fin dall'epoca più remota.
La consapevolezza di "essere per la morte", secondo il filosofo tedesco Martin Heidegger, può mutarsi in angoscia e bloccare ogni tentativo di dare un senso all'esistenza, oppure può rivelarsi determinante nella ricerca della nostra autenticità.
La scienza ha dissolto ogni dubbio sui fenomeni fisici che in passato preoccupavano l'uomo, ma non riuscirà mai a dare una spiegazione sui tanti misteri che ci circondano. Saranno le religioni a dettare i loro dogmi fondati non più sulla ragione, ma sulla fede.
Anche gli individui dotati di particolari carismi hanno il privilegio di farci addentrare nei poteri straordinari dello spirito.
Fra costoro, senza dubbio, un posto di primo piano spetta alla mistica di Paravati Natuzza Evolo, simbolo vivente della Fede Cristiana, che da con amore e sacrificio ha offerto il suo servizio spontaneo al prossimo.
Abbiamo avuto modo di sperimentare la mitezza e le facoltà paranormali della semplice donna calabrese in almeno tre occasioni durante la sua permanenza terrena.
Ad ogni incontro non si può dimenticare il suo sguardo dolce e penetrante che infonde un ineffabile senso di pace e di certezza.
La prima volta, nel 1963, dopo aver esibito una foto di nonna Annunziata - deceduta nel 1954, Natuzza ci ha riferito di averla incontrata e di averle presentato le nostre istanze. La congiunta, che si trova in luogo di beatitudine, ci ha ringraziati dell'affettuoso pensiero. Una decina di anni più tardi, per impellenti motivi familiari, siamo stati da Natuzza per un consiglio. Ebbene, la sua magnanimità ci ha salvati da un pericolo imminente, essendosi rivelate esatte le favorevoli previsioni suggerite dal nostro Angelo Custode.
L'ultimo episodio risale al luglio 1974. Recatici d'urgenza per conoscere l'esito postoperatorio di una giovane cugina, con grande amarezza apprendevamo che - purtroppo - le cose si volgevano al peggio. L'Angelo appariva triste e la parente da lì a poco cessava di vivere. Non ci è rimasto che deporre nella bara la foto personale della mistica a noi donata.
Natuzza Evolo, la veggente calabrese, ha la capacità di consolare e di convertire il cuore di migliaia di persone.
Nata a Paravati (Vibo Valentia) nel 1924, dove risiede, fin da giovane ha rivelato i segni di un'eccezionale medianità. La sua vita, pertanto, ha dell'incredibile. A 14 anni, a causa della povertà della famiglia, ha preso servizio in casa dell'avvocato Silvio Colloca, dove hanno avuto inizio i primi colloqui con i Santi e i defunti.
Pur essendo analfabeta, le sincere parole di Natuzza rispecchiano sempre la verità evangelica.
"Non sono io a sapere", ella risponde a chi la interroga, "ma è Gesù che mi suggerisce quello che devo dire".
Eppure, nonostante la sua missione a favore della gente, "con l'aiuto del Signore" ha trovato il tempo di dedicarsi anche alla famiglia, educando i cinque figli e servendo il marito.
Per tanti anni si è alzata di buon mattino per accudire ai lavori domestici ed è andata tardi a letto, affinché di giorno - senza pretendere mai nulla da alcuno - la sua porta rimanesse aperta a chi aveva perduto ogni speranza.
Dal 1939 sono iniziate le sue sudorazioni ematiche che, nelle bende e nei fazzoletti, si trasformano in simboli cristiani, nonché in testi sacri di lingue diverse.
Al fenomeno, durante la Quaresima, si aggiungono le stigmate, particolarmente lancinanti il Venerdì Santo allorquando si è compiuto l'estremo sacrificio divino.
Per due lunghe ore, come si può rilevare dai rapporti particolareggiati del prof. Valerio Marinelli, la pia donna ripercorre assieme al Cristo tutta la Via Crucis.
Le mani e i piedi appaiono piagati, il cuore oppresso; il respiro diviene faticoso e la fronte dolorante. Tossisce, si contorce, prega Gesù che viene umiliato e flagellato. Piange, ha tremiti convulsi e spasimi di morte. Infine emette un lungo respiro e poi non c'è che il silenzio. Natuzza accetta come una croce la sofferenza che le ha mandato il Signore, senza alcun segno di protagonismo, in beneficio di tutte le persone afflitte per le quali nutre un'autentica predilezione. Di altre facoltà straordinarie è dotata ancora la nostra mistica. Numerosi infermi hanno intrapreso una cura adeguata, grazie alle precognizioni mediche che la donna ha loro diagnosticato. Ma è il suo Angelo a svelare il male e suggerire i rimedi del caso: "Non è che dico io, io sono un verme di terra, non è che faccio miracoli, sono una poveraccia", sostiene Natuzza, "questo non lo faccio io, ma lo fa il Signore. Io mi impegno solo a pregare". Per quanto riguarda il fenomeno della bilocazione, cioè di essere in posti diversi: "Sì, sì, mi capita", sostiene, "ma non con la mia volontà. Mi trovo assieme ad un angelo, ad un parente di dove mi vedono, mi trasportano loro…Avverto proprio come uno sdoppiamento ma io non ho alcun potere, è il Signore che vuole così".
Nel gennaio 1944, dopo essersi sposata, le è apparsa la Santa Vergine per annunciarle che un giorno si sarebbero realizzate grandi opere, come la Fondazione "Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime" e altre benefiche istituzioni per anziani ed ammalati, sorte effettivamente 40 anni più tardi.
"Ho imparato", afferma Natuzza, "che è necessario pregare con umiltà e carità, presentando a Dio le necessità di tutti, vivi e morti".

sabato 18 dicembre 2010

Foto di Sellia sotto la neve del 16 e 17 dicembre 2010.

Per una volta le parole sono veramente superflue,lasciamo parlare le immagini  che dicono tutto. Sono 7 foto inedite della nevicata di questi giorni a Sellia, Una nevicata che ha reso più suggestivo il paesaggio proiettandolo nel clima Natalizio facendo diventare il centro storico di Sellia un vero presepio naturale.













venerdì 17 dicembre 2010

Sellia: contrasti sulla tassa per la depurazione

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Una forte nevicata ha interessato tutta la presila Catanzarese, arrivando sino a mare. Paesaggio suggestivo a Sellia sotto una soffice coltre bianca


Una forte nevicata come non la si vedeva da anni, ieri sera dopo le 8 ha interessato tutta la presila catanzarese. La neve in pochi minuti ha imbiancato tutto il borgo di Sellia rendendolo ancora più bello,più suggestivo ,più affascinante insomma un vero presepe. La neve è arrivata sino a mare rendendo veramente insolito nel vedere la spiaggia coperta da una sottile coltre di neve, anche la città capoluogo di regione Catanzaro è stata imbiancata  per la gioia di molti ragazzi, che nella giornata di oggi, hanno preferito per questo avvenimento molto raro, non andare a scuola, innescando dei veri combattimenti di palle di neve! Nel prossimo post inseriremo un po’ di foto di Sellia e Catanzaro innevate. Attualmente la situazione meteorologica è variabile e non si escludono brevi precipitazioni  nevose nella serata di oggi, infatti le temperatura attuale di Sellia alle ore 12 di oggi era di circa 2 gradi  e di 4 a Catanzaro.La spettacolare nevicata che ha interessato nella notte la città capoluogo di regione e le zone limitrofe fino al mare (affascinante il panorama di Catanzaro Marina con la spiaggia innevata) sta provocando qualche disagio alla circolazione.All'altezza della tangenziale prima di arrivare su Viale De Filippis stamattina c'era una lunga coda d'auto, altre difficoltà sono segnalate a nord della città nei quartieri Pontegrande, Piterà e S.Elia.

mercoledì 15 dicembre 2010

Una volta a Sellia nevicava molto spesso, e la neve durava per molto tempo.


Una bella nevicata oggi diventa un evento quasi eccezionale una volta almeno sino agli anni 50 era una cosa del tutto normale la prima neve arrivava molte volte già a fine novembre mentre non era raro che nevicasse proprio la notte di natale rendendola  così ancora più bella,più magica. La neve nelle zona di manca rimaneva per mesi come nella fascia che andava dall’ex putica di Coppoletta sino alla vecchia posta in quel tratto la strada rimaneva ghiacciata per diverso tempo mentre i ragazzi ne approfittavano per fare delle gare di pattinaggio costruivano in modo artigianale dei legni che poi posizionavano sotto le scarpe, mentre   un enorme pupazzo di neve con due olive come occhi,una vecchia scopa fatta di scupularu,un capello di paglia,un capotto ormai impossibile di riciclare dava un aria signorile a questo pupazzo (babbu e niva) che spesso rimaneva quasi intatto sino a marzo. Dai tetti scendevano dei lunghi  “pinzarri”  che davano un aria veramente polare a tutto il paesaggio. Alcuni abili artigiani proprio in questo periodo mettendo in pratica una attenta procedura conservavano la neve per poi rivenderla durante le giornate estive sotto forma di prelibate granite (ne abbiamo parlato approfonditamente QUI). Se durante le lunghe nevicate bisognava raccogliere le olive  i contadini non si tiravano indietro aspettando le belle giornate anche perchè spesso se non nevicava pioveva, armati di pazienza,ma soprattutto della necessità di dover lavorare, andavano nei vari terreni raccogliendo le olive da sotto la neve  riscaldandosi le gelide dite delle mani con dei piccoli fuochi che accendevano in più punti. Erano tempi duri difficilmente trovavi un oliva per terra non raccolta anche perche dopo una determinata data entravano in  azione molti contadini i quali non possedevano dei terreni  i quali armati di pazienza andavano a cocci in giro per i vari terreni . ritornando alle nevicate spesso era proprio durante queste gelide serate invernali  che tutta la famiglia si radunava intorno al focolare unica fonte di calore dove spesso vicino veniva posizionato un lumino ad olio, mentre il più anziano prendeva posto iniziando  un bel racconto, una affascinante storia su Sellia descrivendo abilmente ogni particolare …..altro che televisore.
 Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte