Era stanco dei continui soprusi, Ercole Vangeli, di 42 anni, che nel corso dell’interrogatorio davanti al pm Michele Sirgiovanni, ha parlato di invasioni di terreno, di tagli di alberi sulla sua proprietà e di un atteggiamento di sfida nei suoi confronti da parte dei Fontana ogni volta che si incontravano in paese. «C'è da tenere presente – ha detto il difensore di Vangeli, l'avv. Domenico Talotta, ex sindaco di Filandari – del contesto in cui è maturato il fatto. A Filandari c'è una comunità sotto scacco ed il territorio è nelle mani di nessuno, con un’assenza assoluta dello Stato. Episodi come quelli subiti da Vangeli sono frequenti, ma spesso la gente neanche li denuncia». Lo stesso Talotta, nei giorni scorsi, ha subito il danneggiamento dell’automobile con l’acido muriatico. «Ero stanco dei soprusi continui che subivo dai Fontana. Mio padre è stato anche schiaffeggiato da loro. Alla fine non ce l’ho fatta più». Si è giustificato così Vangeli fermato assieme ad altre tre persone, tutte imparentate tra loro e residenti nella frazione Scaliti di Filandari, dove è avvenuta la strage. I provvedimenti sono stati emessi dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia al termine di interrogatori andati avanti per tutta la notte da parte del pm Michele Sirgiovanni.
Intanto sono stati resi noti i nomi delle persone fermate per la strage nella masseria di Filandari; oltre a Ercole Vangeli, anche il fratello, Franco Vangeli; il figlio di Franco Vangeli, Piero, ed il genero, Gianni Mazzitelli.
Nei confronti dei quattro, tutti residenti nella frazione Scaliti del comune di Filandari, è stato emesso un provvedimento di fermo del p.m. in quanto ritenute responsabili di omicidio plurimo nei confronti dei 5 membri della famiglia Fontana. I provvedimenti sono stati emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia al termine di una notte di serrati interrogatori che gli uomini dell’Arma, con la presenza del Pubblico Ministero, hanno condotto nei confronti dei 4 che, sin dai primi momenti successivi alla strage, erano stati individuati come i possibili autori del fatto.
Ad armare la mano dei responsabili, che hanno agito quando erano da poco trascorse le 17, sarebbe stato dunque, l’ennesimo diverbio avuto tra i due nuclei familiari per questioni di invasione di terreni e vecchi attriti personali.
Il racconto di ieri fatto da Vangeli, infatti non aveva convinto gli inquirenti per svariati motivi. Secondo i carabinieri, infatti, ad agire sarebbero state almeno due persone perchè per uccidere Domenico Fontana e i quattro figli sono state usate due pistole diverse, una calibro 9 ed una calibro 7.65. Ed anche perchè tre delle vittime sono state uccise nello spiazzo antistante la masseria e altre due all’interno di un ovile situato sull'altro lato dello spiazzo.