domenica 17 aprile 2011

E' con enorme entusiasmo che il parroco a circa un anno dal suo mandato annuncia che sono circa 90 i chierichetti che animano la parrocchia di San Nicola a Simeri Crichi.

Sono sempre più numerosi i chierichetti che di domenica in domenica si incontrano in parrocchia col desiderio di intraprendere un cammino di amicizia con i coetanei e con Gesù per  vivere più consapevolmente la liturgia e farne una vera scuola di Vita.  E con entusiasmo che don Luigi Talarico, da poco più di un anno sacerdote nella Parrocchia di "San Nicola di Bari" di Simeri Crichi, annuncia il lieto dato. Lo ha reso manifesto a seguito della scorsa e "insolita" (perché totalmente. dedicata –a più di 90 chierichetti) Via Crucis dal titolo "Chiamati per servire con amore".  La manifestazione religiosa, ben inserita in una serie di eventi programmati per l'intero tempo quaresimale, ha visto l’accostarsi di alcuni semplici segni allo schema della Via Crucis tradizionale, quasi a voler tradurre visibilmente le sofferenze patite da Cristo durante il cammino libero e obbediente, compiuto verso il Padre.  < Profondo messaggio che, a  detta del sacerdote, i novanta chierichetti coinvolti all’evento  da lui organizzato, hanno dimostrato di avere compreso. < hanno.....,

Video del Vangelo di oggi 17-4-2011 Domenica delle Palme. A cura del Movimento Apostolico.

sabato 16 aprile 2011

L'amministrazione comunale di Sersale a nome della cittadinanza tutta si compiace dell'incarico dato a don Giovanni Scarpino come direttore dell'ufficio comunicazioni sociali e cultura della Conferenza Episcopale Calabra

don Giovanni Scarpino
Il sindaco di Sersale, Vera Scalfaro, ed il vicesindaco ed assessore alla Cultura, Salvatore Torchia, a nome dell’intera amministrazione comunale e della cittadinanza, in una messaggio stampa hanno espresso vivo compiacimento per il nuovo incarico di direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali e cultura della Conferenza Episcopale Calabra" conferito dai vescovi calabresi a don Giovanni Scarpino, figlio dello storico Michele Scarpino, indimenticato e indimenticabile docente e dirigente scolastico- e punto di riferimento dell’amministrazione comunale per tutto quanto riguarda la ricerca  e lo studio della storia del nostro paese. Il prestigioso incarico – si legge nella nota del Comune - rappresenta il giusto riconoscimento alla serietà, alla cultura, alla professionalità ed alla rettitudine morale di don Giovanni Scarpino. Doti, queste, patrimonio comune di tutta la famiglia Scarpino. Con l’augurio di raggiungere sempre più prestigiosi traguardi, rinnoviamo a don Giovanni  Scarpino, figlio

Frittata con asparagi e salsiccia. " Frittata cu asparaci e sozizzi "


Mondare gli asparagi tenendo solo le punte e le parti più tenere e lasciarli cuocere per una decina di minuti in acqua bollente salata. Scolarli e passarli in una padella nella quale è stato fatto scaldare l'olio. Aggiungere la salsiccia tagliata a fettine e lasciare sul fuoco per 5 minuti. In una scodella sbattere le uova, salarle e aggiungerle nella padella.
Mescolare velocemente per bene affinché le uova inglobino in maniera uniforme gli altri ingredienti.
Cuocere la frittata senza mescolare, prima da un lato e poi dall'altro, rivoltandola con l'aiuto di un piatto.
Servirla sia calda sia fredda.
-ingredienti
- asparagi selvatici - 300 gr
- salsiccia - 200 gr
- uova - 4-6
- olio e sale - q.b.

- ST - Suggerimenti:
Si accompagna bene col vino rosso.
Il piatto è consumato frequentemente nei mesi primaverili per la disponibilità di asparagi e del salame stagionato. Non manca nei pranzi pasquali e nelle scampagnate della pasquetta.
Frequente la sostituzione degli asparagi selvatici con vitalbe o muscari.

venerdì 15 aprile 2011

La comunità di Pantelleria vuole adottare il marito e i cinque figli della donna annegata in mare. Bellissimo gesto di solidarietà...... spiegategli a bossi cosa vuol dire.

Leonie se l'è presa il mare, quando ormai era ad un passo dalla terra: ma i suoi cinque figli ce l'hanno fatta e vivranno quella vita che lei aveva sognato. Forse su quegli stessi scogli in cui la mamma ha smesso di sorridere, visto che Pantelleria ha deciso di adottarli. Per una volta, l'ennesima tragedia nel canale di Sicilia riserva un finale fatto di speranza. Leonie è una delle due donne morte l'altro ieri quando il barcone con cui assieme ad altri 191 profughi era scappata dalla Libia, è finito sugli scogli di Cala Arenella. In quei momenti di panico, quanto tutti hanno cercato di salvare la pelle, lei ha pensato a proteggere i suoi figli. Ed è finita in mare, probabilmente sospinta da chi cercava di raggiungere la riva. Aisha, Keren, Viani, Raiss, e il piccolo Ernest l'hanno vista annegare, stretti a papà Camille che invece è riuscito a rimanere a bordo con i bambini. «Erano sulla barca e neanche piangevano» raccontano gli uomini che li hanno soccorsi. Ma nei loro occhi, dicono, «c'era una tristezza infinita». Così la storia della famiglia Fuamba, proveniente dal Congo, scappata dalla Libia in guerra dopo cinque anni di duro lavoro, salita su un barcone di disperati con tanto di quaderni di scuola dei bambini, ha fatto il giro dell'isola prima ancora che i sei membri sopravvissuti e il cadavere della mamma raggiungessero la riva. «Queste sono persone scappate per il timore di morire e alla fine trovano la morte. Sono cose che dovrebbero farci riflettere» dice per l'intera Pantelleria il sindaco Alberto Di Marzo. Una volta a terra, i cinque bimbi con il papà sono stati trasferiti nell'ospedale – assieme ad altri tre bambini e alle loro mamme – e lì sono stati riempiti di vestiti, giocattoli, dolci. Una montagna di doni, e di affetto, da parte di tutti i panteschi. «Ad un certo punto abbiamo dovuto toglier loro i dolci – racconta una delle persone che da ieri è vicino alla famiglia – altrimenti non avrebbero mangiato altro».
Difficile però cancellare il dramma di non avere più una mamma. Soprattutto se ti dicono che lei deve rimanere lì e tu devi andare a Trapani perchè tutti i profughi devono essere trasferiti in strutture sulla terraferma, dove potranno avviare le pratiche per la domanda d'asilo. I maschietti, Viani, il più grande, 9 anni, Raiss, di 7 e Ernest, di 5, non hanno aperto bocca. Ma le due ragazze, Aisha che è la più grande ed ha 17 anni e Keren che ne ha 15, hanno detto no: «Noi di qua non partiamo, vogliamo stare vicino a mamma». Aisha lo ha detto anche a papà Camille, che ha parlato con i volontari. Anche se non ce ne era bisogno: Pantelleria si era già attivata. «Abbiamo deciso di adottare l'intera famiglia e trovare un lavoro al papà – conferma il sindaco – vogliamo...

Condannato a 7 anni di reclusione il padre padrone che violentò la propria figlia anche il giorno delle sue nozze.

Violenze sessuali, il padre abusa della figlia, persino il giorno delle sue nozze. Una storia incredibile, che ha portato alla condanna a sette anni di reclusione per il padre “padrone”, il cosentino A. A. di 73 anni, accusato di aver abusato della figlia dal 1999 al 2006. Insieme a lui è stato condannato, a quattro anni di reclusione, anche il figlio, M. D. P. di 34 anni, insieme al quale un giorno avrebbe violentato la stessa giovane all’interno di una baracca.  Sostanzialmente accolta la richiesta del pubblico ministero Donatella Donato, che aveva chiesto 8 anni di reclusione per il genitore e 4 per il fratello della vittima. La ragazza sarebbe stata costretta ad ogni tipo di rapporto sessuale. Stessa sorte toccò alla sorella, presa di mira dal genitore, per questa vicenda già condannato con una pena definitiva (stabilita in sede di Appello) a cinque anni e mezzo di reclusione.
Come se non bastasse i due imputati giudicati ieri per violenza sessuale aggravata e continuata, sono rispettivamente padre e fratello del giovane arrestato pochi giorni fa dai carabinieri della Stazione di Cosenza Principale nel corso dell’operazione “Orchi”, come si ricorderà concentrata sugli abusi che per otto anni hanno visto come vittima un 26enne , con lievi problemi mentali. Abusi che ancora una volta hanno come scenario Cosenza, e soprattutto il suo centro storico.
La vicenda del giorno delle nozze avrebbe visto il padre, avvicinarsi alla figlia costringendola ad un rapporto sessuale: «Se non fai sesso con me - le avrebbe più o meno detto - ti picchio e non ti porto più sull’altare».
La giovane sarebbe stata quindi violentata, due ore prima di salire sull’altare, dove è poi giunta accompagnata dal padre “padrone”, che l’avrebbe costretto ad altri rapporti di natura sessuale anche dopo le nozze. In uno di questi avrebbe partecipato anche il fratello della vittima. Insieme al padre l’avrebbe violentata all’interno di una baracca, dove la giovane sarebbe stata costretta anche a un rapporto orale.
Nel corso del processo è stata sentita anche la prima presunta vittima del padre padrone, che ha incredibilmente negato di aver subito gli abusi per il quale il genitore fu condannato, avanzando finanche qualche dubbio sulla credibilità della sorella. Dichiarazione che, all’esito della sentenza di ieri, non hanno evidentemente convinto i giudici cosentini. Il genitore, da parte sua, ha sempre negato ogni cosa. In stato confusionale non seppe neanche....