mercoledì 25 gennaio 2012

In attesa della conclusione della causa di beatificazione di Don Francesco Caruso che fu parroco anche di Sellia A Gasperina suo paese natio si commemorano i 70 anni dalla sua morte

Don Francesco Caruso
Chiesa di San Nicola a Gasperina CZ
Commemorazione di Don Francesco Caruso  Gasperina suo paese natio ricorda i 70 anni dalla sua morte.
La carismatica figura di Don Francesco Caruso nato nel 1879 a Gasperina  paese dell’entroterra Catanzarese  è stata in questi giorni ricordata  nella Chiesa di San Nicola Vescovo  alla presenza dell’arcivescovo metropolita della diocesi Catanzaro – Squillace Monsignor  Vincenzo Bertolone, dal  Monsignor Antonio Cantisani  facendo gli onori di casa il parroco Don Carmelo Fossella. Durante l’incontro si sono  ricordate la forte figura religiosa di Don Caruso di umili origini avendo sin dall’infanzia la determinazione di diventare sacerdote frequentando il seminario anche tra mille difficoltà economiche. Devoto di San Francesco di Sales  fu un vero artefice della formazione religiosa, della conoscenza della Sacra scrittura anche verso la gente più umile,più povera, meno colta le quali riconoscevano in lui una forte guida spirituale ma anche un riferimento nelle varie difficoltà della vita quotidiana. Il Vescovo Bertolone ha ripercorso la vita sacerdotale sempre al servizio del prossimo il quale trovava un aiuto sincero di solidarietà in un periodo storico molto difficile. Don Caruso  pur vivendo nei primi del novecento si è proposto come una figura di grande attualità, un uomo da prendere come esempio virtuoso di cui il mondo religioso continua ad ispirarsi. Gasperina a 70 anni

dalla sua scomparsa

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martedì 24 gennaio 2012

In Calabria le pale.. girano solo per gonfiare i portafogli dei soliti noti. Confermato anche dal Tribunale del riesame il sequestro del parco eolico di Girifalco


Il tribunale del riesame di Catanzaro ha confermato il sequestro del parco eolico di Girifalco
cui i carabinieri apposero i sigilli il 22 dicembre del 2010. Il collegio del capoluogo calabrese, ravvisando irregolarita' legate alla mancata dichiarazione di inizio lavori per la costruzione dell'opera al Genio civile, ha respinto il ricorso col quale si chiedeva il dissequestro del parco, presentato dall'avvocato Giancarlo Pittelli legale dell'operatore energetico International Power, proprietario del 75 per cento di quote dell'opera (mentre il 25 per cento appartiene alla societa' Brulli Energia), il quale a questo punto ricorrera' alla Corte di cassazione. Sara' per la precisione il secondo ricorso al Giudice supremo, poiche' la difesa aveva gia' una prima volta chiesto il dissequestro del parco di 30 Mw, realizzato in contrada Serre del Comune di Girifalco, ma il tribunale, il 4 gennaio 2011, non si era pronunciato nel merito per via di un asserito difetto di forma dell'impugnazione. La successiva pronuncia della Cassazione, pero', aveva dato ragione alla difesa, annullando la decisione del collegio catanzarese e rinviando gli atti per una nuova pronuncia che, pero', e' stata nuovamente negativa per la International Power. Il sequestro del parco eolico fu disposto dal giudice per le indagini preliminari su richiesta del sostituto procuratore Carlo Villani, titolare delle indagini dei carabinieri del Reparto operativo provinciale di Catanzaro che a ridosso di Natale di due anni fa apposero i sigilli alle enormi pale a Girifalco. Il provvedimento emesso dal gip si basava su tre aspetti fondamentali sostenuti dalla pubblica accusa: il mancato rispetto delle distanze tra le pale e le abitazioni private, e tra lo stesso parco e un altro realizzato in precedenza, oltre al mancato rispetto di alcune prescrizioni imposte dalla delibera regionale che ne autorizzava la realizzazione. Lo stesso parco eolico il 17 maggio scorso e' tornato ad occupare le cronache locali quando i carabinieri hanno arrestato l'imprenditore Domenico Strumbo, per una presunta estorsione ai danni della societa' Brulli di Reggio Emilia che nel maggio del 2009 era impegnata nei lavori di realizzazione della struttura. Nel novembre seguente, poi, un altro imprenditore edile, Rocco Mungo, 52 anni, di Vallefiorita (Cz), e' stato raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare con l'accusa di aver tentato assieme a Strumbo e ad una terza persona l'estorsione aggravata alla Brulli. Secondo la tesi della pubblica accusa,

Per il governo Monti il ponte sullo stretto non è un opera prioritaria. Speriamo che finalmente questo mare di soldi vengono spesi per opere fondamentali come l'ultimazione della nuova 106, l'autostrada,la linea ferroviaria Jonica....

 
"Frana" il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.
La notizia, riportata  dal Sole 24 Ore, è che l'opera sarebbe stata "definanziata" per 1,6 miliardi da destinare a interventi minori durante la riunione del Cipe. Ma non trova conferme ufficiali. Né nel comunicato diffuso ieri al termine della riunione si spiega cosa e se qualche voce viene definanziata fornendo piuttosto l'elenco dei nuovi interventi. Da quanto si apprende dell'argomento non si sarebbe neppure discusso ieri durante la riunione. E che comunque i soldi sarebbero ancora sul "capitolo" Ponte. Il problema sarebbe un altro: data la situazione finanziaria e il cambio di passo del governo Monti rispetto al precedente non arriverebbero le nuove risorse necessarie bloccando di fatto la realizzazione del Ponte. Il Sole 24 Ore spiegava che nella seduta Cipe di ieri, che ha sbloccato interventi infrastrutturali per 6,2 miliardi, c'è stato «un doppio cambio di filosofia rispetto ai tre anni gestiti dal ministro Tremonti. Si favoriscono da una parte interventi diffusi sul territorio piuttosto che mega opere dai tempi lunghi; e dall'altra si definiscono piani dettagliati e già concordati con il territorio allo scopo di far partire prima possibile le ruspe». Il Cipe «ha definito l'elenco dei vecchi finanziamenti Fas Infrastrutture da revocare, in attuazione dei tagli disposti dalle manovre di luglio e agosto: sforbiciate complessive per 6,3 miliardi su 11 totali, fra cui spicca la revoca dei 1.624 milioni di euro assegnati nel 2009 al Ponte sullo Stretto, e mai né impegnati né spesi. A questo punto – conclude l'articolo – l'opera, che lamentava ancora una mancanza di finanziamenti per circa 6 miliardi su 8,5 di costo totale, torna in un cassetto». Il Ponte dunque, fiore all'occhiello del governo Berlusconi, salta. Si lamenta l'ex ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli: «Registriamo ancora la sostanziale cancellazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Una decisione di chiaro segno politico contrario rispetto ai programmi del governo di centrodestra presentati e approvati dagli elettori». E anche il deputato catanese del Pdl, Basilio Catanoso, parla di decisione «da irresponsabili». Ma molti accolgono con favore l'iniziativa: il leader degli industriali, Emma Marcegaglia, ritiene che la parte di decreto sulle infrastrutture varata ieri sia «interessante. Finalmente si finanziano le piccole opere, finalmente si parla di autorità dei trasporti, si tira via il Ponte sullo Stretto e quindi il nostro giudizio complessivo è positivo».


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