giovedì 2 febbraio 2012

2 Febbraio la Candelora " a Cannilora"

PA CANNILORA A NVIRNATA E' FORA, SU FORA NUN NE', DI SICURU NATRI 40 IORNA CCI NNE'! 
 Nella ruota dell’anno, la Candelora è una sorta di porta tra l’inverno, oramai al suo declino, e l’imminente primavera.
E’ il periodo adatto ai riti propiziatori per attirare fecondità e fertilità, riti che saranno determinanti per l’annata agricola che sta per cominciare.
Questo passaggio contrassegna simbolicamente il transito dal “periodo oscuro” del calendario indoeuropeo contrassegnato dal freddo, dal buio e dalla morte dell’inverno verso il rinnovamento del cosmo che magnificamente si esprime con la primavera.

Le origini della Candelora vanno ricercate nelle antiche celebrazioni italiche, legate soprattutto alle divinità romane.
Nella Roma antica il mese di febbraio era un momento contrassegnato dal caos, dal rimescolamento tra vecchio e nuovo e non a caso è ancora oggi legato al Carnevale, la festa celebrativa della confusione e del ribaltamento delle regole.
Macrobio sosteneva che la parola latina februarius fosse connessa ai riti purificatori. Februare infatti significa purificare, espiare.
Numa aveva dedicato questo periodo al dio Februus: in questi giorni andava purificata la città e onorati i defunti e gli appartenenti al mondo “infero”. In questo senso i riti di febbraio potevano essere considerati speculari alle feste autunnali dedicate ai morti oggi conosciute come “Ognissanti” o “Halloween”. 


La festa della Candelora celebrata dalla Chiesa romana al 2 febbraio fu introdotta solo nel VII secolo, adottando una festa della Chiesa orientale che festeggiava, fin dal IV sec., la Presentazione al Tempio del Signore e la relativa purificazione rituale della madre.
 
bellini
Secondo la legge ebraica, infatti, la donna dopo il parto di un figlio maschio doveva rispettare un periodo di quarantena al quale seguiva una cerimonia di purificazione che le consentiva di rientrare nella comunità (Levitico 12,2-4).

mercoledì 1 febbraio 2012

Catanzaro la Corte d'Appello conferma la condanna per un cittadino Rumeno per violenza sessuale e strupo avvenuta nel 2010 nella pineta di "Giovino"

La Corte d'appello di Catanzaro ha confermato oggi la condanna a otto anni di reclusione a carico di Ion Gheorghe Ciceu, cittadino rumeno di 31 anni, finito in carcere il 13 ottobre 2010 con le accuse di violenza sessuale aggravata, porto illegale d'arma e rapina, a seguito dell'aggressione subita da una coppia di fidanzati nella pineta di Giovino, a Catanzaro. I giudici (presidente Marchiano', consiglieri Care' e Marrazzo) hanno accolto la richiesta del sostituto procuratore Raffaela Sforza, che ha insistito perche' fosse confermata la responsabilita' di Ciceu e la condanna a carico dell'uomo, proprio come ha fatto l'avvocato di parte civile Concetta Nunnari. Il primo grado per l'imputato - difeso dall'avvocato Michele Stranieri - si concluse il 27 luglio scorso, davanti al giudice dell'udienza preliminare, Emma Sonni, che porto' a termine il giudizio abbreviato - che e' valso all'imputato lo sconto di pena di un terzo - infliggendo a Ciceu oltre agli otto anni di reclusione, anche le pene accessorie dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualsiasi ufficio attinente alla tutela e alla curatela, e dell'interdizione legale per la durata della pena, nonche' imponendogli di risarcire il danno alle vittime. Ciceu, secondo le accuse che gli sono state mosse sulla base delle indagini della squadra mobile di Catanzaro, e che gli costarono l'emissione di un fermo da parte del sostituto procuratore della Repubblica Alberto Cianfarini, sotto la minaccia di una pistola - solo dopo il fermo rivelatasi finta ma priva del tappo rosso di riconoscimento - avrebbe violentato una ragazza di 20 anni che si era appartata in localita' Giovino con il fidanzato 30enne, trascinandola fuori dall'auto di quest'ultimo, che a sua volta fu costretto a rimanere in macchina. Dopo lo stupro l'aggressore rapino' i fidanzati portando via tre banconote da venti euro ciascuna.

I paesi della provincia: Gimigliano




martedì 31 gennaio 2012

Il sindaco di Simeri Crichi Marcello Barberio lancia l' allarme per le casse comunali in rosso.



Minimo 850 famiglie appoggiarono l'elezioni di Antonio Rappoccio (candidato nelle elezioni regionali del 2010 con la lista Scopelliti) in cambio di concorsi fantasma


Calabria, concorsi fantasma per ottenere voti
Rinviato a giudizio consigliere regionale


Antonio Rappoccio ottenne l'appoggio di 850 persone disoccupate


Antonio RappoccioScambio elettorale. Con quest’accusa il gup di Reggio Calabria Silvana Grasso ha rinviato a giudizio il consigliere regionale di maggioranza Antonio Rappoccio (Pri). Il processo inizierà il 29 marzo.
LE ACCUSE - Rappoccio prima delle elezioni regionali dello scorso anno avrebbe messo in piedi un meccanismo di «concorsi fantasma» con lo scopo di accaparrarsi i voti di molti giovani reggini, in cerca di prima occupazione. I pubblici ministeri Ottavio Sferlazza e Stefano Musolino hanno spiegato che «a ciascun aspirante era richiesto un impegno elettorale per il raggiungimento dell’obiettivo della creazione dei posti di lavoro. A tal fine erano state consegnate delle schede che poi erano state restituite alla segreteria di Rappoccio in cui figuravano annotati i nomi degli elettori di cui era stato assicurato il voto, con indicazione del seggio e della sezione elettorale».
APPOGGIO ELETTORALE - Il meccanismo era ben organizzato, tant’è che Rappoccio si è servito di alcune cooperative, l’Alicante, la Iride Solare e la Sud Energia per mascherare i «fantomatici progetti» occupazionali. Dalle indagini è emerso che Rappoccio avrebbe «incassato» l’appoggio elettorale di almeno 850 persone le stesse che poi avrebbero partecipato al bando di concorso per ipotetiche assunzioni in cooperative che si occupavano di fotovoltaico. Le prove scritte sono state addirittura eseguite, naturalmente prima delle elezioni che hanno sancito l’entrata a Palazzo Campanella dell’esponente del Pri. Della prova orale però non c’è traccia.

I paesi della provincia: Girifalco