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mercoledì 17 marzo 2010

LEGGENDA SUL DIRITTO DEL BARONE SULLA PRIMA NOTTE DI NOZZE

Raccontiamo una storiella tramandata oralmente, attinente alla legge non confermata storicamente del "jus primae noctis" avvenuta a Sellia durante il periodo baronale .Giovanni e Maria (nomi di fantasia ) sono poveri ,molto poveri ma molto innamorati sin da piccoli, vivendo nello stesso rione .Maria faceva di tutto per nascondere ,camuffare la sua bellezza che esplodeva man mano che cresceva .Giovanni suo promesso sposo ne era molto geloso. Raggiunti la maggiore età le due famiglie decisero di farli sposare. Il barone dell'epoca che poteva decidere secondo il proprio pensiero capriccioso di avvalersi o meno della suddetta legge pena l'arresto e addirittura l'annullamento del matrimonio ritenendolo non valido. Quando seppe dell'imminente matrimonio della bellissima Maria ,già bramava di avvalersi senza neanche pensarci due volte della ignobile legge. Giovanni non vedeva l'ora di diventare sposo di Maria ma nello stesso tempo temeva che il barone conoscendo la bellezza della sua futura moglie avrebbe preteso per lui la prima notte. E infatti così fu ;il giorno del matrimonio gli fu notificato il volere indiscutibile,insindacabile del barone di avere Maria per la prima notte ,i genitori consigliarono di fuggire,di darsi alla macchia o non avrebbero avuto altra scelta di obbedire alla volontà del barone ,ma i futuri sposi volevano coronare il loro amore sull'altare giurandosi amore eterno dinnanzi a Dio .Così escogitarono un piano di fuga: dopo il matrimonio, una volta divenuti marito e moglie mentre si svolgeva il breve ricevimento. Ma il barone non esitò a mandare delle guardie a prelevare Maria per portarla alla casa baronale .

martedì 16 marzo 2010

RITORNO DI SAN NICOLA NELLA COMUNITA' SELLIESE

Domenica 21 ritorna la bellissima statua restaurata del nostro amato protettore San Nicola.Nella locandina il progamma che inizia con l'arrivo della statua verso le 17.30 (alla fermata dei pulman):Ne approfittiamo per inserire la leggenda? Del miracolo dei tre bambini ripresa in 2 versioni.
EVVIVA IL NOSTRO PROTETTORE SAN NICOLA
Secondo una prima versione, il fatto sarebbe accaduto mentre Nicola si recava al concilio di Nicea. Fermatosi ad un’osteria, gli fu presentata una pietanza a base di pesce, almeno a quanto diceva l’oste. Nicola, divinamente ispirato, si accorse che si trattava invece di carne umana. Chiamato l’oste, espresse il desiderio di vedere come era conservato quel “pesce”. L’oste lo accompagnò presso due botticelle piene della carne salata di tre bambini da lui uccisi. Nicola si fermò in preghiera ed ecco che le carni si ricomposero e i bambini saltarono allegramente fuori dalle botti. La preghiera di Nicola spinse l’oste alla conversione, anche se in un primo momento questi aveva cercato di nascondere il suo misfatto.

lunedì 15 marzo 2010

"JUS PRIMAE NOCTIS" IL DIRITTO DEL BARONE DELLA PRIMA NOTTE .....

dietro la prima notte c’è una tradizione molto forte, che in realtà ha origine da un’invenzione letteraria: lo jus primae noctis. Si racconta che in moltissime città medioevali vigesse il diritto della prima notte, ovvero il barone, il principe o il nobile locale potevano andare a letto con la sposa dimostrando così di essere illibata.




Si dice che in moltissime città medioevali vigesse il cosiddetto diritto della prima notte, secondo il quale la novella sposa doveva giacere, la sua prima notte di nozze, con il duca o il barone del paese, dimostrando addirittura di essere anche illibata.
Lo jus primae noctis, in realtà, non è mai esistito?
Lo jus primae noctis è un’invenzione letteraria ? Nata nei secoli di passaggio tra il Medioevo e l’Età Moderna. Possediamo e conosciamo bene la legislazione dei cosiddetti Regni romano-barbarici, e di esso non vi è traccia; gli storici e gli antropologi hanno rivoltato ogni virgola della legislazione longobarda, e non hanno trovato niente che assomigli allo jus primae noctis. Lo stesso dicasi per la legislazione carolingia e dei regni successivi, per non parlare di quella del Sacro Romano Impero e dei Comuni: niente di niente, neanche un accenno. E allora, come è possibile che una simile panzana sia nata e goda tuttora di così tanta fortuna?
Furono per primi i giuristi del Medioevo morente a fantasticare di un simile diritto, che sarebbe esistito in un passato lontano anche dalla loro epoca, interpretando in modo errato alcuni tributi che venivano pagati dai villani ai signori al momento del matrimonio. Essi scambiarono il maritagium o foris maritagium come un riscatto di un antico diritto reale del signore sugli sponsali. In realtà si trattava di una somma che il padre della sposa dava per ottenere il permesso di dare una dote alla figlia: terre e poderi che passavano dal signore alla futura sposa in cambio di un'indennizzo. In pratica, quindi, il diritto gravava sui beni, non sulle persone.
Un altro elemento che contribuì ad alimentare il mito fu la tassa che i coniugi, in certe aree, dovevano pagare alla Chiesa per poter consumare il matrimonio la prima notte di nozze. Anticamente gli sposi dall'indole particolarmente religiosa (e successivamente fu imposto a tutti), al termine della cerimonia laica, usavano farsi dare una benedizione speciale dal sacerdote e, per rispetto a essa, la prima notte si astenevano dai rapporti sessuali.
Secondo studi recenti, addirittura, lo jus primae noctis "nacque" nel 1526 dalle parole dallo scozzese Hector Boethius. Boethius scrisse una Storia della Scozia a partire dall'epoca celtica e parlando delle riforme attuate re Malcolm III Canmore, vissuto nell’XI secolo, introdusse il passo seguente: «... fu abrogata una usanza pessima e vergognosa instaurata dal tiranno Evenus che consisteva, per i signori dotati di potere, di godere la primizia della verginità di tutte le spose del loro territorio. Da allora lo sposo poteva riscattare quella notte versando al signore mezza marca d'argento; essi sono ancora oggi tenuti a versare questa somma, che è chiamata comunemente "merchet della donna"» (il maritagium prende il nome di merchet). Non si tratta altro che del vecchio maritagium ammantato di una spiegazione più piccante.
Il mito attecchì con straordinaria fortuna e la storiella del mai esistito tiranno Evenus fu presa per buona senza che nessuno si prendesse la briga di controllare su quale base documentaria si fondasse.
Adirittura per dare una prova concreta della verginità della donna, in Italia era tradizione esporre sul terrazzo, alla finestra o sul balcone le lenzuola che avevano ospitato i coniugi nella loro prima notte d'amore. Mettendo in bella vista le tracce di sangue, così si dimostrava che la sposa era effettivamente illibata. L'usanza aveva risvolti tragicomici quando le tracce di sangue, per varie ragioni, non c'erano: si suppliva allora con sangue animale.
Domani inseriremo un racconto,una leggenda tramandata oralmente che i nostri nonni conoscevano bene attinente a questa vera o falsa ma sicuramente crudele usanza del JUS PRIMAE NOCTIS successa a Sellia durante il periodo baronale.


sabato 13 marzo 2010

SUO PADRE LO VIDE,EBBE COMPASSIONE,GLI CORSE INCONTRO,GLI SI GETTO'AL COLLO E LO BACIO'

SABATO della paternità di Dio mai perduta (13 Marzo 2010)

Carissimo/a,

La Parabola del Figliol prodigo merita una meditazione eterna. Per l’infinita eternità siamo chiamati a contemplare la misericordia del Padre nostro celeste. L’amore di Dio per noi è senza misura. In Cristo Gesù questo amore supera la stessa fine della croce, della morte, si fa risurrezione, Eucaristia, dono perenne dell’intera sua vita per la nostra vita.

Contro questo amore smisurato si incontra e si scontra il nostro amore piccolo, meschino, misero, inesistente, capriccioso, testardo, ostinato, barbaro. Il nostro è un amore parziale, non universale, settario, non comunionale, verso di noi, non verso gli altri. Il nostro amore sovente si manifesta come sete di vendetta, giustizia, punizione, perché l’altro paghi il suo debito contratto verso di noi e la società. Il nostro è un amore di sfruttamento, di schiavitù, di disumanità, perché priva l’altro della sua dignità. Lo tratta peggio che gli animali. Peggio che nell’inferno.

venerdì 12 marzo 2010

CONCLUSIONE DEL VIAGGIO APOSTOLICO A SELLIA NEL 1582 DEL VESCOVO N.ORAZI

Siamo arrivati alla fine del racconto dettagliato del viaggio apostolico fatto dal Vescovo N.Orazi nella diocesi di Catanzaro dal 1582 suddiviso in 5 parti :Abbiamo avuto modo di vedere come il Vescovo descriveva Sellia come uno dei paesi  più importanti della provincia  ;molto probabilmente dovuto anche al fatto che essendo sede baronale essa aveva un tenore di vita un po' migliore con parecchi nobili che roteavano intorno ai baroni .Spesso durante i suoi viaggi nelle foranie vicine ,la sera preferisce dimorare a Sellia nella casa baronale che era la struttura più grande del paese con numerose stanze confortevoli e con una nutrita schiera di servitù. All'epoca della visita c'erano 5 Chiese ;non sappiamo se era incluso anche  il convento di S.Maria delle Grazie della congregazione di Zumpano la quale fu soppresso da una bolla papale a firma di Papa Innocenzo X nel 1653 che riordinò i vari conventi ,chiudendoli o vendendoli, tra i quali anche i conventi di  Cropani,Magisano,Albi,Zagarise  solo per citarne alcuni vicini. Dov'era l'esatta ubicazione del convento?Il libro dei conventi in Calabria descrive che si trovava vicino l'abitazione dell'arciprete,abitazione che sappiamo si trovava come viene citato dai resoconti del viaggio sotto il castello verso le ultime case ,sopra l'attuale fermata dei pulman ;dunque è molto plausibile supporre che la zona (che ancora adesso si identifica come "sutta" Santa Maria) si chiamava così perchè sopra c'èra il convento .Il vescovo descrisse Sellia come" terra ricca "sicuramente per le tante donazioni e terreni che la parrocchia possedeva e anche per come spesso viene citato per il  decoro e la bellezza delle Chiese difficilmente riscontrabile in altre foranie vicine.Orazi richiama con vigore solo in un occasione il popolo di Sellia, intimandolo a smetterla con la cattiva abitudine di usare la casa del Signore per stipulare contratti ,onorare rogiti  notarili o come luogo per fare testamenti ecc..dicendo che questo modo disdicevole, offensivo di usurpare la Chiese e andava interrotta subito. La Chiesa principale era  intitolata  a San Nicola già nel 1582 quando il Presule compì il suo primo viaggio specificando che erano ben tre i sacerdoti al servizio esclusivo della Chiesa:

martedì 9 marzo 2010

VISITA PASTORALE DEL VESCOVO N.ORAZI A SELLIA NEL 1582 "QUARTA PARTE"

Al termine della visita, il presule, lasciava una serie di raccomandazioni,richiami,sollecitudini,lavori da svolgere .Erano una serie di provvedimenti che egli dava ad ogni forania chiamandoli "Provisiones seu Ordines" non prima però di averne discusso con tutto il clero del posto radunato nella sua dimora .Per Sellia si preoccupò di fare: una  volta a settimana una riunione del clero dove discutere le questioni morali. Proibisce ai sacerdoti la coabitazione con donne che siano motivo di sospetto o scandalo,raccomanda che i bimbi siano battezzati subito e non come era consuetudine dopo diversi mesi o anni, esorta i responsabili a redigere e tenere sempre aggionato i vari registri parrocchiali. Per quanto riguarda il coro molto nutrito e motivo di orgoglio nella comunità Selliese ,li invita ad impartire lezioni anche nelle foranie vicine dove spesso non c'era nessuno che svolgeva tale compito. Egli non tollerava il cumulo dei benefici da parte degli ecclesiastici che avevano un tenore di vita molto elevato rispetto alla miseria di molti, esortandoli a procursi ,là dove era necessaria, la dispensa. Ritorna ancora sull'annosa e diffusa usanza ,soprattutto a Sellia, di stipulare contratti , atti giudiziari o testamenti vari in Chiesa vietandolo con vigore: pena la scomunica. Al concludersi dell'esposizione dei provvedimenti,L'Orazi  rinnova l'esortazione a osservare tali disposizioni;chiede di essere ricordato nelle preghiere e recita le varie orazioni assieme al clero,le confraternite,le autorità ,la popolazione tutta. Finita la funzione si congeda non prima di promettere un'altra visita di verifica entro un paio di anni, rinnovando il desiderio dell'elevazione di una cappella al S.S Sacramento con una sua congrega. Commosso ringranziò per la bellissima ospitalità del popolo Selliese ,delegando l'arciprete Don Ascanius Placida a coordinatore tra i vari parrocci e clero che prestavano servizio nelle 5 Chiese del paese,elevandolo come massima autorità per tutto ciò che riguardasse la vita Pastorale e "Doctrinam Cristianam": dottrina cristiana.
Finisce così la visita a Sellia del Vescovo N.Orazi ,ma come abbiamo detto in un precedente post  lui ritornerà spesso nel nostro borgo anche se non in veste ufficiale ma per dimorarvi la notte o per ristorarsi dopo una visita pastorale come successe quando visitò la forania di S.Pietro,di Magisano;quando invece fece visita alla forania di Zagarise  fu costretto causa una fitta nevicata a dimorare lì perchè la sua carrozza dovette ritornare indietro: causa la strada impraticabile che non gli permise di arrivare sino a Sellia dove lo attendevano per ospitarlo durante la notte.