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mercoledì 26 maggio 2010

SELLIESI DI TUTTO IL MONDO UNIAMICI SALVI.....AMO SELLIA

Tanti i commenti che stanno arrivando anche tramite e-mail ,vuol dire che (e non poteva essere altrimenti)abbiamo a cuore il futuro incerto del nostro stupendo borgo che di questo passo da qui a qualche decennio rischia di divenire un borgo fantasma .Un grazie ancora una volta all’amico Uragano che ha svegliato il nostro senso di appartenenza che ci ha fatto vedere ciò che noi non volevamo vedere ,riporto un suo passaggio nei commenti del post precedente “Quindi, la mia provocazione con il sevizio fotografico è stato vuole essere uno stimolo( anche a visitare) nei confronti di tutti per far si che non ci si addormenti ma, viceversa ci si impegni a trovare soluzioni valide e concrete per la salvaguardia di questo autentico gioiello”.Giusto bisogna trovare una ,delle soluzioni anche particolari ,eclatanti,che facciano rumore. Alcune veramente valide stanno arrivando nei vari commenti sarà un piacere raccoglierli e girarle al sindaco,assessori,consiglieri tutti di maggioranza e minoranza affinché raccolgono la sfida di salvare Sellia loro che hanno il mandato,la delega data da noi elettori a salvaguardare il nostro patrimonio artistico e culturale nelle varie sedi istituzionali e non .Sellia ,Asilia nasce dalla popolazione in fuga di Trischene ,i quali quando arrivarono sul monte Sellion trovarono una chiesa intitolata all’Arcangelo costruita in prossimità di un ex tempio pagano dedicato alla dea Pallade .Intorno ad essa nacque il primo nucleo abitativo ,nacque il rione Sant’Angelo che vanta dunque quasi duemila anni di storia .Sta ora a noi continuare a farlo vivere dandogli nuova linfa ,oppure decretare la sua fine definitiva (tantu dumila anni ti facisti).Domani inseriremo le migliore idee ,suggerimenti ecc.. da girare ai nostri amministratori essendo più che certi che prenderanno,hanno già preso a cuore la salvaguardia del centro storico,facendo l’impossibile per salvarlo rivalutarlo come fonte di sviluppo,di turismo di crescita culturale e non solo.
SALVI……AMO SELLIA

martedì 25 maggio 2010

SALVI.........AMO SELLIA

Non potevamo che battere il ferro (dopo i tanti commenti )sul borgo medioevale di Sellia che vive ahimè in uno stato di abbandono di incuria quasi come se stessimo aspettando per fargli una degna sepoltura come quel malato dato come caso disperato al quale non si somministrano più le cure .No! Sellia si può si deve salvare è un dovere di tutti noi Selliesi vicini o lontani nessuno escluso, tutti dobbiamo attingere nei nostri ricordi attuali o passati per dire Sellia non deve morire .Comunque la triste realtà è questa un centro storico con oltre la metà delle case chiuse, molte divenute pericolanti ,strutture sottoposte alle varie intemperie che non resisteranno ancora per molto .Il disastroso alluvione del 1943 cancellò in modo irreparabile metà paese, non completiamo ora noi l’opera cancellandola in modo definitivo .Aspettiamo nei commenti altre idee altri suggerimenti .Uragano sul forum ha acceso una fiammella per sensibilizzare,far conoscere le reali condizioni del nostro pur sempre bellissimo borgo alimentiamola sempre di più ,parliamone in attesa che dopo le parole arrivino i fatti .Domani illustreremo in modo dettagliato qualche proposta fattibile arrivata nei commenti da girare ai nostri amministratori. Intatto accanto alle foto Sellia ieri troverete tra poco una nuova sezione Sellia oggi , con foto anche pubblicate sul forum da uragano,nella speranza che domani diventino solo un ricordo, brutto ma solo un ricordo. SALVI………AMO SELLIA

lunedì 24 maggio 2010

Sellia :li dove non arriva la forza distruttrice della natura ci pensa l'uomo a ........

Durante i secoli hanno provocato più danni nel territorio di Sellia i vari cataclismi naturali: alluvioni, terremoti ecc.. o l’incuria, l’ignoranza (intesa come colui che ignora , che non sa o ancora peggio che fa finta di non sapere ) dell’uomo? Difficile rispondere con esattezza ma penso che ai punti vince l’uomo se non l’altro per le tante attenuante che la natura potrebbe esibire ,mentre noi non abbiamo attenuante non ci sono scuse che reggono. Abbiamo, anzi, stiamo rovinando, deturpando,saccheggiando,offendendo, ciò che rimane del glorioso centro storico, del bellissimo borgo antico di Sellia. La storia non ci ha insegnato niente, oggi come ieri, aspettando che domani il borgo non esisti più. Quanti scempi abbiamo compiuto dal dopoguerra ad oggi? Tanti, tantissimi, alcuni hanno veramente dell’incredibile, spesso vissuti,subiti nel silenzio assordante di tutti noi, nessuno escluso.

Nei prossimi post dedicati a questo annoso problema cercheremo di fare un elenco dei vari scempi, sono veramente tanti è sicuramente qualcuno ci sfuggirà . Inizieremo con il più recente, l’attuale, quello che é giornalmente sotto l’occhi di tutti eppure facciamo finta di non vedere, di non capire che il centro storico sta morendo non solo come abitanti ma soprattutto per le tante case abbandonate che rischiano di cadere diventando ricettacoli di rifiuti. Quante case sono senza tetto? In quante case sta per crollare il solaio? Quante case ormai completamente aperte, prima saccheggiate da qualche oggetto antico, ora ricettacoli di rifiuti,rifugio di animali randagi! Le continue piogge di quest’inverno appena passato, hanno compromesso molte abitazione da Sant’Angelo a Ruscia . Ogni vecchio solaio che cade, ogni muretto, tetto che crolla, è un pezzo del nostro passato che se ne va per sempre. Non stiamo a fare da scarica barile dando la colpa a questo o a quello ,la colpa é di tutti noi che non facciamo quadrato verso un problema primario urgente; altrimenti da qui a qualche decennio il bellissimo borgo di Sellia sarà solo un ricordo, avendo contribuito tutti noi all’ennesimo scempio: quello definitivo. Mi auguro che i nostri amministratori prendano a cuore questa situazione adoperandosi presso i vari enti preposti a salvare, recuperare prima che non si possa più intervenire, purtroppo per qualche abitazione siamo gia al limite ,basta vedere le varie foto che  inseriremo.

sabato 22 maggio 2010

Domenica di Pentecoste (23.5.2010)

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito
Carissimo/a,
Porre la persona di Gesù al centro del nostro cuore: è questa l’opera di vera creazione che compirà in noi lo Spirito Santo, dopo che Gesù lo avrà versato dalla croce, come fiume impetuoso, dal suo costato squarciato, immediatamente dopo la sua morte.Messo Gesù al centro del nostro cuore, noi iniziamo ad amare con il suo cuore,nel quale il Padre ha posto ogni uomo da redimere, salvare, condurre nella
giustizia, riportare nella sua Casa. Con Cristo che vive in noi, vive ogni altra persona. Nessuno più sarà un estraneo per la nostra vita, nessuno un forestiero, nessuno uno straniero, nessuno un profugo o un esiliato, perché ogni uomo è l’immagine viva di Cristo Gesù, la sua persona rimasta visibilmente
sulla terra perché noi l’accudiamo, la serviamo, ci prendiamo cura di essa,lasalviamo, la redimiamo, la portiamo nella casa del Padre attratta non tantodalla profondità delle verità che diciamo su Dio, quanto invece dalla potenza di carità con la quale noi l’amiamo.Questo insegnamento di amore è l’opera perenne dello Spirito Santo. È Lui che nella storia particolare, concreta, fatta di mille circostanze bisognose di
essere ricolmate di amore, ci guida, ci illumina, ci dona il discernimento,sorregge la nostra volontà, anima la nostra pietà, muove la nostra carità, spinge la nostra misericordia ad agire. È Lui che crea in noi una forza
irresistibile che ci manda verso i fratelli per mostrare loro la straordinaria vivacità della carità di Gesù.
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed eglivi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole;e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Colui che è ricolmo di Spirito Santo è in tutto simile ad un fiume rigonfio di acque. Dove lui passa rinasce, fiorisce, fruttifica la carità, la misericordia, la pietà, la speranza. Chi invece è privo dello Spirito Santo è paragonabile ad una cisterna vuota. Non solo questa non riversa sulla terra nessuna acqua di vita, chi si reca presso di essa per attingere, troverà solo del fango, se non della terra appena inumidita. Chi si accosta ad una persona vuota di Spirito Santo perde la speranza, se ne ritorna nella sua tristezza e amarezza, si ritrova a piangere la sua povertà sia materiale che spirituale. Un uomo senza lo Spirito Santo è un albero secco.
È lo Spirito Santo il Grande Maestro della carità di Gesù Signore. È Lui che suggerisce ogni via per amare meglio, di più. È anche Lui che opera il discernimento e che dirige il cuore verso una persona anziché verso un’altra. È Lui la perenne libertà dell’amore di Cristo Gesù. È Lui che ci muove perché noi amiamo sempre secondo la volontà del Padre le persone che il Padre vuole che noi serviamo, accudiamo, sia nelle cose dello spirito che in quelle della materia. Lo Spirito Santo è in tutto simile alla potente luce che un tempo si poneva
dietro la pellicola del proiettore. La sua fiamma attraversava la pellicola e rifletteva sul lenzuolo l’immagine in essa contenuta. Lo Spirito Santo, luce divina, attraversa la vita di Cristo Gesù, e ogni giorno la proietta sullo
schermo del nostro cuore, della nostra mente, dei nostri pensieri, della nostra volontà, della nostra anima. Non solo la proietta, la incide anche e la rende operante in noi.
Noi vediamo l’immagine di Gesù, la sua vita attuale, come oggi Lui l’avrebbe vissuta, e ci muove perché siamo noi a viverla oggi allo stesso modo e con la stessa intensità di carità di Cristo Signore. Senza lo Spirito Santo in noi come luce potentissima, il proiettore è spento, la storia è senza immagine di Gesù, la vita è senza la sua divina ed umana carità. C’è il freddo glaciale, il buio morale, le tenebre spirituali dove lo Spirito Santo non illumina la vitacon l’immagine viva, attuale, odierna di Cristo Gesù. Tutto questo avviene
quando il cuore non cammina più nell’osservanza della Legge Nuova di Gesù Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, intercedi per noi e chiedi alloSpirito Santo che ci ricolmi di Sé. Con Lui nella nostra vita tutto cambierà, perché Lui ci trasformerà in vita attuale di Gesù Signore nella storia del nostro tempo. Angeli e Santi di Dio, venite in nostro soccorso. Vogliamo vivere e morire per diffondere l’immagine vera, reale, attuale di Cristo Gesù.
                                                      Don Francesco Cristofaro

giovedì 20 maggio 2010

Catanzaro:Gianfranco Fini ha innaugurato l'ottava edizione del gutenberg

Arriva nel pomeriggio dopo aver fatto prima visita al comune la terza carica dello stato il presidente della camera dei deputati Gianfranco Fini, ospite all’auditorium Casalinuovo su invito del preside del liceo classico Galluppi: A.Vitale, per l’inaugurazione dell’ottava edizione del progetto “Gutenberg”un fiore all’occhiello a livello nazionale nel panorama di divulgazione e promozione della lettura dei libri con ospiti di primo piano di successi editoriali. Così Fini arrivato come ospite a discutere del suo successo editoriale “Il futuro della libertà” si è trovato pienamente a suo agio ad interloquire con i ragazzi , puntando molto sul concetto di libertà e di quello che rappresenta ,ieri come oggi tante, troppe guerre si sono svolte, si svolgono sotto il vessillo della libertà : attenzione la mia libertà finisce dove comincia la tua. Le dittature del secolo scorso mettevano in discussione la dignità delle persone, la vera libertà è quando una persona può essere se stessa. Fa veramente bene al cuore vedere i visi di tanti ragazzi nati dopo il 1989 che affollavano l’auditorium,” finite le ideologie non devono finire le idealità” “Guardatevi bene da chi dice largo ai giovani perché vuole mettervi da parte per farsi largo lui” sono due frasi eloquenti dette da Fini ai ragazzi veri padroni del domani ,veri portatori sani della vera pace .Parlando poi dell’unità D’Italia alla vigilia dei suoi 150 anni dice: “E’ mio convincimento che non sia a rischio l’unità della nazione dove il capo dello stato è impegnato a rinnovarne la memoria ,ma anche perché nel cuore degli Italiani da nord a sud c’è il senso dell’appartenenza al paese. A rischio è la coesione nazionale ,cioè un uso corretto delle risorse e la piena responsabilità dei governanti.” Prima di incontrare i ragazzi come avevamo detto Fini era stato ricevuto con tutti gli onori da parte del sindaco di Catanzaro R.Olivo il quale aveva consegnato a Fini un promemoria sulle tante emergenze Catanzaresi. Dagli eventi calamitosi che hanno maggiormente colpito i quartieri di Jano-Rombolotto ,ai lavoratori in difficoltà ,all’istituzione della scuola di magistratura promessa mai attuata ,ai vari potenziamenti del tessuto urbano. Fini uomo “super partes” (come più volte dimostrato in questo difficile periodo) a fatto tesoro delle varie necessità ,prima di uscire dal comune ha ammirato i quadri appesi dei vari sindaci della città chiedendo al sindaco “questi sono i suoi predecessori?” Si risponde Olivo aggiungendo scherzosamente “tra poco attaccheranno anche a me” .Finisce un intenso pomeriggio per il presidente G. Fini culminato con il bagno di folla all’auditorium dove si notavano le assenze di M. Traversa e G. Speziali assenti giustificati precisa durante il suo intervento W . Ferro presidente della provincia di Catanzaro (Fini fa un sorriso ironico ) .Presente invece il nuovo presidente della regione G. Scopelliti il quale nel suo intervento ricorda :”quando è uscito il libro sono andato subito in libreria a comprarlo trovandolo un libro interessante perché parla ai giovani ai quali noi come giunta regionale guardiamo in modo privilegiato”.

mercoledì 19 maggio 2010

LA STORIA DURANTE I SECOLI DEL DIALETTO CALABRESE ( 2 )

Un’altra ventata di vocaboli la lingua Greca in Calabria la subisce durante le invasioni Germaniche .Teodoro rè dei Goti penetra in Calabria grazie all’abile consigliere Magno Aurelio Cassiodoro di Squillace portando parole nuove ma non intaccando la lingua del popolo conquistato.L’apporto Germanico nel dialetto soprattutto Catanzarese e scarso come lo testimonia le ricerche di Rohlfs attribuendo solo alcuni vocaboli ai germanici come per esempio “pizzu,spitu,arringara.La dominazione dei Goti durò poco infatti nel 553 ai piedi del Vesuvio l’eroico Teja l’ultimo rè trovò la morte ,mentre per il popolo Calabrese le varie dominazioni continuavano.
Fu durante il periodo bizantino che va dal VI al XI secolo che i Saraceni già conquistatori della vicina Sicilia arrivano nella nostra regione già dilaniata da continue guerre e lotte intestine. Squillace fu la prima città depredata dai terribili saraceni seguita da Santa Severina mentre nel 906 Catanzaro da poco creata da bizantini dopo una breve resistenza viene sterminata .Si vive un periodo buio e di terrore dove il sangue delle vittime scorre a fiumi mentre fa da contrasto in negativo il lusso e la mollezza dei bizantini. Un periodo in cui gli uomini sentivano un forte bisogno di pace e d’amore,quasi ad esaudire questo forte desiderio che si afferma l’Ordine Basiliano con la nascita di numerosi conventi per far udire a tutti la parola del Vangelo piena di carità e d’amore ,e come d’incanto in Calabria ritorna un po’ di benessere morale e spirituale ,mentre erano sorte o sorgevano nuove città Greco Bizantine come Catanzaro,Nicastro,Cropani,Gimigliano,Sellia,Taverna ,Piscopio,Jonadi,Miglierina,Staletti. Quasi tutte fondate da capitani Greci e con uomini che erano riusciti a scampare dalle scorrerie dei saraceni.
Rohlfs nei suoi studi tende a puntualizzare che i i Bizantini no portarono ad una affermazione della lingua greca ma essa e più antica viene da più lontano da qualsiasi dialetto meridionale neogreco.
Bisogna comunque puntualizzare che i Bizantini furono i padri adottivi della grecità nella media Calabria è sotto il loro dominio che la lingua greca si afferma in tutte le manifestazioni della vita pubblica e privata ,nelle leggi e nell’arte oltre alla nascita di molte importanti città,conventi dei basiliani che dal 732 fanno diventare il rito Greco obbligatorio. Quindi in conclusione si può dire che sotto la dominazione dei bizantini ci fu una grecizzazione nella Calabria meridionale .