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martedì 29 gennaio 2013

Sondaggio per il Senato in Calabria (di Sky) il PD al primo posto con il 35,4% al PDL 24,8% ma ancora molti sono gli indecisi ben il 55,9% Mentre oggi arriva a Catanzaro il tour di Grillo che nel sondaggio sfiora il 16%


 

A Pd e Sel andrebbero sei posti a Palazzo Madama. Soltanto due alla coalizione di centrodestra. Uno ciascuno per montiani e grillini. Ma il numero degli indecisi è ancora altissimo

 
I dati del sondaggio di Sky sul risultato per il Senato in Calabria
I primi tweet entusiasti dei candidati “calabresi” al Senato circolano dal primo pomeriggio. Il più lesto a leggere il sondaggio di Sky e a farlo girare in Rete è Angelo Argento. Non a caso si trova in quinta posizione nella lista del Pd per il Senato: si augura un successo ampio della coalizione nella Camera Alta. I numeri diffusi ieri da Sky Tg24 lo confortano, anche se sul dato pesa molto la percentuale degli incerti (che si attesta al 55,9%). Tra coloro che dicono di aver scelto, però, il centrosinistra è in netto vantaggio. Dà quasi 11 punti percentuali all'aggregazione composta da Pdl e Grande Sud. In valori assoluti siamo al 35,4% contro il 24,8. Traducendo in senatori eletti, lo scarto si fa ancora più evidente, per via del premio di maggioranza su base regionale. Al Pd e a Sel andrebbero sei seggi, sui dieci totali a disposizione (probabilmente 5 al partito di Bersani e uno ai vendoliani, quello di Ida Dominijanni), mentre al centrodestra soltanto due. E questo complica maledettamente le cose per i berluscones calabresi. Molto dipenderà dal risultato di Grande Sud: se la “civica” dovesse ottenere un buon risultato (e un senatore, il capolista Giovanni Bilardi), al Pdl andrebbe soltanto un senatore (Tonino Gentile, il capolista) e la debacle sarebbe evidente.

Ecco i nomi ( partito per partito) di tutti i candidati Calabresi per il Senato e la Camera

ELEZIONI POLITICHE 24-25 FEBBRAIO 2013
a seguire i candidati Calabresi alla Camera dei deputati

lunedì 28 gennaio 2013

Antichi Proverbi Calabresi ( Parte prima)

  • Arburu cu nun dduna frutti tagghialu;

  • Alla terra dalli ca ti duna;

  • Si voi assai mmustu zappa ‘a vigna ad agustu;

  • Terra quantu vidi, casa quantu stai;

  • ‘A gatta ha setta spiriti

  • A ssantu Nicola ogni vallune sona e ogni mandra fa a provula

  • Aprile fa ‘llu jiure e maju ’ha ll’unure

  • Quannu ‘u cielu è pecurinu acqua e ventu ‘du matinu;

  • Quannu chiova ‘u ssicca nnente;

  • Prima ‘e Natale nnè friddu nnè fame, doppu Natale ‘u friddu e lla fama;

  • Amara chin’un t’ama è tempu perdutu;

  • Ama china t’ama e respunna a cchina ti chiama;

  • A femmina e u vinu fanu perdira ‘a capu;

  • Promintira e nnu ddara restanu figghi ‘e maritara;

  • ‘U primu amure ‘u sse scorda mai;

  • Matrimoni e viscuvati ‘du cielu su mmannati;

  • ‘A fimmina senza statu è comu ‘u pana senza levatu;

  • A mala cumpagnia porta ll’ominu alla ruvina;

  • China dintru stà o ti ncorna o te scorna;

  • Senza sordi ‘u ssi nne cantanu missi;

  • Ppe nnenta ‘u ssi fa nnenta;

  • ‘U cana muzzica ssempre ‘u sciancatu;

Ricorso sull'eventuale costruzione della centrale a biomassa a Sorbo San Basile il TAR della Calabria prende tempo rimandando la decisione a luglio.La Cgil si schiera al fianco dei no!



domenica 27 gennaio 2013

27 gennaio 2013 Giorno della Memoria Per ricordare, per mai dimenticare.


Il 27 gennaio 1945 venivano abbattuti i cancelli di Auschwitz.
 Ogni anno si celebra questa data per non dimenticare gli orrori dell’olocausto e commemorare le vittime della Shoah. Durante il Giorno della Memoria vengono organizzate cerimonie, incontri, letture e momenti comuni di narrazione e riflessione su quanto accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici nei campi nazisti.

Il Giorno della Memoria è stato istituito dieci anni e quando se ne parla si fa riferimento al 27 gennaio del 1945, quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono nella città polacca Oświęcim, conosciuta con il nome tedesco di Auschwitz. Varcando i cancelli del campo di concentramento per la prima volta si scoprirono gli orrori di quello che era successo; pian piano la gente venne a conoscenza di cosa davvero significasse la parola “sterminio” e da quel giorno è d’obbligo ricordare senza che nulla venga tralasciato, perché in questa vicenda non ci devono essere “dettagli” da lasciare al caso.
Non è un caso che il termine Shoah stia ad indicare una “catastrofe” e sia utilizzato per riferirsi allo sterminio nazista.
Shoah è una parola ebraica che richiama un sacrificio biblico; con esso si voleva dare un senso a questo evento e alla morte. Un senso che però non avrebbe mai avuto e non avrà mai un motivo comprensibile.
Inoltre, con il termine ebraico è nato anche quello di “genocidio”, una forma di eliminazione di massa che ha, purtroppo, sempre fatto parte della storia ma mai è stata come quella avvenuta nei campi di concentramento nazisti.
La legge italiana definisce così le finalità del Giorno della Memoria: “Data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz… al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
Quello che oggi dobbiamo imparare è molto semplice: non dimenticare;

27 gennaio Giornata della Memoria Un racconto per Ricordare per mai Dimenticare.


...Sono stati deportati nei lager nazisti.  “Sami” nel 1943, orfano della madre Diana, aveva 13 anni ed insieme ad altri 2.500 appartenenti alla comunità ebraica di Rodi, viene rastrellato e deportato in Germania. Arriva a Birkenau con il padre Giacobbe e la sorella Lucia di tre anni più grande di lui, marchiato con il numero B 7456 sul braccio. Sarà proprio nel campo di concentramento che Samuel diventa un uomo dopo il suo “bar – mitzvah” (il momento in cui, per la tradizione ebraica, un giovane diventa adulto). “Sono sopravvissuto per voi – ha ricordato agli studenti dell’Isis che lo ascoltavano in rigoroso silenzio –  la morte non mi ha voluto affinché io potessi raccontarvi le atrocità subite perché non si ripetano mai più”. Nel teatro gremito in ogni suo ordine gli sguardi attenti degli studenti hanno seguito con qualche luccicore il fluire lento e doloroso delle parole di Samuel Modiano che ripercorreva la sua adolescenza e della sua vita. Nel 1943, Sami venne rastrellato e deportato in Germania nei campi di sterminio nazisti. Modiano ha ricordato di come un nazista potesse, con il solo gesto di un dito o di uno sguardo, decidere della vita o della morte di un essere umano, delle privazioni, dell’annientamento della loro dignità. Ha ripercorso i giorni vissuti nel dolore e nella disperazione, nella consapevolezza di essere solo un morto che camminava senza alcuna possibilità di salvezza e della disperazione che spesso lo portava davanti ai fili spinati con la corrente ad alta tensione per togliersi la vita. Ma ha anche detto: “La morte non mi voleva, qualcosa mi fermava ogni volta”. Ha raccontato dei suoi incontri con la sorella che vedeva oltre il filo, una sorella trasformata, magrissima, rasata, con il pigiama a righe. E poi: “una sera non la vidi e neppure quella successiva, e capii che anche lei morta”. Il racconto davvero struggente è proseguito fino alla notte in cui, sentito l’arrivo dei russi, i tedeschi fecero evacuare il campo, costringendo tutti i presenti a raggiungere a piedi il campo di Auschwitz distante solo tre chilometri. Samuel cadde tre volte stremato, ma due compagni lo rialzarono trascinandolo fino al campo. “Ora so che furono due angeli custodi, che non ho più rivisto, a salvarmi la vita, perché io potessi raccontare a tutti voi la mia storia e quella di migliaia di persone che, purtroppo, non ce l’hanno fatta, affinché nessuno dimentichi”. Modiano ha ricordato anche i suoi amici di prigionia: Piero Terracina, Settimio Limentani, Primo Levi e tanti altri che non ha rivisto più. Dopo la liberazione da parte dei russi dei campi, Samuel, a soli 14 anni si trovò solo, la sua famiglia era stata completamente distrutta. Al termine del racconto tutto il teatro si è alzato in piedi per ricordare le vittime dell’Olocausto con un minuto di silenzio. Samuel ha poi salutato i ragazzi raccomandando loro di studiare e di ritenersi fortunati di vivere in una società libera e civile. a far sì che  la ‘Giornata della Memoria’