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sabato 2 febbraio 2013

Pietro Raimondo capolista al Senato con la lista di Tremonti si prodica per evitare l'ennesimo smacco per la città di Catanzaro con l'eventuale chiusura della casa dello studente

L’avv. Pietro Raimondo, unico catanzarese capolista al Senato, candidato per la Lista 3L di Giulio Tremonti “Lavoro e Libertà”, affronta direttamente il problema che coinvolge dieci impiegati ma soprattutto migliaia di studenti. “La malaugurata soppressione comporterebbe molteplici aspetti negativi, colpendo Catanzaro nella cultura, e quindi nel cuore, privando la nostra città capoluogo di un elemento importante – nell’ottica dello sviluppo culturale calabrese - afferma Raimondo – Non si tratta di uno slogan elettorale ma di una presa di posizione profonda, legata al fatto che lì Pietro Raimondo ha convissuto e studiato per cinque anni; lì ha condiviso gli affetti più importanti della giovinezza prima di approdare alla professione.
Non possiamo accettare che la città venga ancora svilita in uno dei suoi filoni portanti: mentre il sindaco Abramo sta lavorando per riportare in centro il Rettorato della “Magna Graecia” e magari un corso di studi - aggiunge Raimondo - dobbiamo fare quadrato con la Regione e la Provincia per scongiurare questo inaccettabile affronto”. La struttura di Via Plutino è attiva da oltre vent’anni ed ospita attualmente centocinquanta studenti: una quarantina sono spagnoli e fanno parte del progetto Erasmus; poi ci sono israeliani, ma in gran parte si tratta di calabresi di tutte le province, compresa

Notizie su Albi, Pentone, Soveria Simeri, Sellia Marina, Zagarise ( Raccolta di notizie sul nostro comprensorio dai giornali locali durante la settimana )


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venerdì 1 febbraio 2013

Chi ruba molto fa carriera... chi ruba poco va in galera! Sei mesi di reclusione per una donna che rubò un paio di scarpe.

Rubò un paio di scarpe, condannata a 6 mesi con la condizionale


Si è concluso con una condanna a sei mesi di reclusione, con concessione della sospensione condizionale della pena, e revoca della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per la firma, il processo per la catanzarese Alessandra Voci, arrestata dai carabinieri di Cropani a dicembre con l’accusa di furto aggravato di un paio di scarpe. Il tribunale di Catanzaro ha condannato l’imputata - difesa dall’avvocato Alessandro Guerriero -, oggi, al termine del rito direttissimo iniziato il 21 dicembre, quando l’arresto è stato convalidato e la donna è stata

Zagarise; Tremonti in visita nella presila l'annuncio fatto dal sindaco Pietro Raimondo capolista al Senato con la lista "Lavoro e Libertà" il quale bolla le critiche mosse dall'opposizione come un intervento qualunquista e preordinato



Notizie varie su Taverna tratte dai giornali locali


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giovedì 31 gennaio 2013

Anche a Roma comanda la Ndrangheta. Nella Capitale sequestrati beni per oltre 20 milioni di euro tra i quali anche attività commerciali in pieno centro

 Intestazione fittizia di beni aggravata dalla modalità mafiosa. Questa l'ipotesi di reato per la quale la Dda della Capitale ha dato seguito ad alcune ordinanze di custodia in carcere e al sequestro di beni per oltre 20 milioni di euro tra i quali anche attività commerciali di rilievo poste anche in centro città
Nuovo colpo alla cupola di camorra e 'ndrangheta che, secondo la Guardia di Finanza, controlla gli affari illeciti della criminalità organizzata a Roma. Almeno due arresti e sequestri di beni - immobili di prestigio, bar, ristoranti - per un valore di 20 milioni di euro sono stati effettuati dagli investigatori della Dia nella Capitale - in collaborazione con il Centro operativo Dia di Reggio Calabria - in esecuzione di ordinanze emesse dal gip del Tribunale di Roma Simonetta D'Alessandro nei confronti di alcuni esponenti della 'ndrangheta da tempo radicatisi nell'Urbe, ritenuti responsabili di «trasferimento fraudolento di valori», aggravato dal metodo mafioso. - Le ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite nell'ambito del blitz riguardano alcuni esponenti legati alla 'ndrina dei Gallico, originari della provincia di Reggio Calabria. Gli arrestati, grazie ad alcuni prestanome e società fittizie, erano riusciti a concludere - investendo ingenti capitali per conto della cosca di riferimento - una serie di importanti operazioni immobiliari e societarie soprattutto nel settore della ristorazione, impadronendosi di bar e ristoranti ubicati in zone di pregio della Capitale. Tra questi, il bar Antiche Mura in via Leone IV, il ristorante Platinum in via dei Banchi Nuovi. Il gip del Tribunale di Roma D'Alessandro ha accolto la richiesta di contestazione del reato (ex art. 12 quinquies legge 356/1992, aggravato dal metodo mafioso) che punisce l'intestazione fittizia di beni, per un valore di circa 20 milioni, ora sottoposti a sequestro preventivo.