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venerdì 12 aprile 2013

Sindaco e tecnico di Soveria Simeri rinviati a giudizio per falso in atto pubblico


Il giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro ha rinviato a giudizio Luigi Talotta e Amedeo Mario Mormile, nelle rispettive qualità di tecnico e sindaco del Comune di Soveria Simeri, con le accuse di falso del pubblico ufficiale in atto pubblico, per presunte manomissioni di documenti relativi ad un'area interessata da un intervento edilizio, a una delibera di Giunta che doveva essere acquisita dalla Polizia giudiziaria, e ad un atto indirizzato alla Regione Calabria attestante il presunto falso avvio nei tempi prescritti di lavori per un progetto finanziato con bando pubblico.
Il giudice, Maria Rosaria Di Girolamo, ha mandato gli imputati al processo, che avrà inizio il 18 aprile, dove saranno difesi dagli avvocati Nicola Loiero, per Mormile, e Antonio Torchia, per Talotta, mentre l'avvocato Alessio Spadafora rappresenterà alcuni imprenditori interessati all'appalto finanziato con bando pubblico che sarebbero stati danneggiati e che si sono costituiti parte civile. Quest'ultimo capo d'imputazione, in particolare, fa riferimento alla nota del Comune di Soveria Simeri del 15-11-2006, indirizzata al Dipartimento Politiche dell'ambiente della Regione Calabria, con la quale gli imputati

mercoledì 10 aprile 2013

Arrivano i fondi per i comuni di Albi, Sellia, Sorbo San Basile.Firmato l'accordo del Pisl" Il paese che non c'è" contro lo spopolamento dei piccoli centri con meno di 1500 abitanti

 Albi: 294 mila euro per accoglienza diffusa
Sellia:305 mila euro per il Borgo Avventura
Sorbo San Basile: 297 mila euro per centro sportivo polivalente  
È stato sottoscritto ieri mattina a Catanzaro l’accordo di programmazione negoziata
 informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta - l’assessore regionale al bilancio e alla programmazione nazionale e comunitaria Giacomo Mancini e il partenariato di progetto del Pisl “Il paese che non c’è”, rappresentato dal sindaco Giuseppe Pitaro del comune capofila Torre di Ruggiero. Per contrastare lo spopolamento dei piccoli centri situati in provincia di Catanzaro, la Regione ha messo a disposizione 6.746.280 euro i fondi europei per un totale di 32 operazioni ammesse a finanziamento.
Attraverso questa firma tutti i soggetti che compongono il partenariato di progetto hanno assunto congiuntamente precisi obblighi rispetto all’utilizzo delle risorse e alla realizzazione di interventi che favoriscano l’azione di contrasto allo spopolamento.
A essere coinvolti nel Pisl sono 22 comuni con meno di 1500 abitanti.
“In queste zone – ha sottolineato l’assessore Mancini - l’aspetto maggiormente negativo riguarda, infatti, l’abbandono delle aree produttive agricole e il decremento del numero delle imprese attive sul territorio, soprattutto quelle al livello micro e familiare che componevano la fitta struttura economica del territorio. Il Pisl ‘Il Paese che non c’è’ vuole attuare un’iniziativa dai caratteri fortemente sociali, per avviare la realizzazione di un vero e proprio ‘distretto delle diversità’. Un’iniziativa particolarmente meritoria – ha ribadito l’esponente regionale – che fa onore a chi l’ha proposta. Saranno realizzati programmi di accoglienza di cittadini solitamente e ingiustamente emarginati o con abilità diverse: famiglie con difficoltà, anziani, immigrati.
Questo Pisl ha una ammirevole peculiarità: quella di avere come obiettivo la costruzione di iniziative che sviluppino azioni educative, sociali, formative e politiche per diffondere una cultura della diversità, della solidarietà, del rispetto dei diritti umani e dello sviluppo autosostenibile, fornendo anche occasioni di svago, apprendimento, lavoro. L’obiettivo – ha precisato infine l’assessore Mancini - è anche quello di poter coinvolgere gli abitanti in esperienze sportive, ludiche e sociali e del tempo libero; inserirle in sistemi del lavoro legati alla ruralità, alla trasformazione dei prodotti agricoli tipici delle aree interessate.
Tra i progetti che saranno realizzati anche quelli legati alla sostenibilità ambientale e all’assistenza sociale e sanitaria. Un progetto che ha la volontà di rendere queste persone parte attiva dell’iniziativa: gli anziani, ad esempio, troverebbero nei servizi loro offerti assistenza per bisogni e difficoltà, ma soprattutto potrebbero assumere un ruolo importante verso i più giovani, trasferendo loro conoscenze sui luoghi e saperi, esperienze e capacità del fare”.
A firmare il partenariato al progetto “Il paese che non c’è” sono stati i rappresentanti dei Comuni di: Albi, Amato, Andali, Argusto, Belcastro, Cenadi, Centrache, Gagliato, Jacurso, Marcedusa, Martirano, Martirano Lombardo, Comune di Miglierina, Montauro, Motta Santa Lucia, Olivadi, Petrizzi, San Floro, San Sostene, Sellia, Sorbo San Basile, Torre di Ruggiero. Tra gli altri partner: Gal Serre Calabresi, Gal Monti Reventino, Gal Valle del Crocchio, Wwf Italia ong onlus, Confindustria Catanzaro, Associazione Borghi Autentici d’Italia, Accademia di Gagliato, Fondazione Cima, Università degli Studi Mediterranea di Reggio, Dip. Pau (Patrimonio architettonico e urbanistico), Comunità Montana Fossa del Lupo, Comunità Montana Monti Reventino, Consorzio per la tutela e la promozione delle piante officinali e loro derivati in Calabria, Associazione Misericordia di Belcastro, Slow Food Soverato-Versante Ionico, Foac, Fondazione Architetti, Catatanzaro, Ass. Ra.Gi. onlus, Amministrazione Provinciale di Catanzaro, Consorzio Mare Nostrum onlus. Ora le procedure dovranno essere portate avanti dalle amministrazioni locali nei tempi richiesti dalla Ue: entro il 31 dicembre di quest’anno si dovrà dare vita agli impegni giuridicamente vincolanti ed entro il 31 dicembre del 2015 dovranno essere spese tutte le risorse.

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martedì 9 aprile 2013

Sellia Marina; importanti reperti archeologici del quinto secolo avanti Cristo recuperati dai carabinieri


Recuperati dai carabinieri della Compagnia di Sellia marina e dagli uomini del Nucleo patrimonio culturale di Cosenza, reperti archeologici del quinto- settimo secolo avanti Cristo. il maggiore Giovinazzo:" un importante ritrovamento.

Reperti archeologici del quinto-settimo secolo avantiCristo sono stati recuperati  dai carabinieri della Compagnia di sellia marina e dai colleghi del nucleo patrimonio culturale di Cosenza. Due le persone denunciate. I " tombaroli" sorpresi con il prezioso materiale in auto  nei pressi di Simeri Crichi, in provincia di Catanzaro. I carabinieri hanno sequestrato anfore, brocchette e terracotte, alcune delle quali molto pregiate, oltre a monete e riproduzioni in bronzo tra i quali un piccolo leone. Suggestiva l'ipotesi scientifica rispetto al sequestro al sequestro, dal momento  che potrebbe trattarsi  di una Necropoli, ma la qualità dei reperti non esclude possa trattarsi  anche di un vero e proprio tempio. I dettagli dell'opearzione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa. Il maggiore Raffaele Giovinazzo, comandante del nucleo specializzato dell'arma ha evidenziato: "si tratta di un bel recupero, non tanto dal punto di vista numerico, quanto per il tipo e la natura degli oggetti." " Un'operazione - ha aggiunto- reas possibiole dalle attività di controllo meticolose svolte sul territorio, in una zona  quale quella catanzarese , ricca di siti archeologici molti dei quali ancora nemmeno noti e censiti" Al momento non si sa esattamente da quale sito archeologico i tombaroli hanno trafugato i reperti tra cui

lunedì 8 aprile 2013

Sgominata banda di Rumeni che avevano il loro covo a Simeri Mare (CZ) nella quale sono state rinvenute centinaia di merce rubata frutto di diversi furti ai danni di attività commerciali


È caccia ai complici dei quattro rumeni fermati dalla polizia di Catanzaro, in quanto sospettati di aver commesso diversi furti ai danni di esercizi commerciali della provincia nelle scorse settimane. L'attività investigativa, che ha portato la Squadra Mobile a disporre il fermo di tre uomini e una donna (e la denuncia di un'altra donna minorenne), prosegue nel tentativo di individuare gli altri negozi da cui è stata sottratta parte della merce rinvenuta nell'abitazione di Simeri Mare che i rumeni avevano preso in affitto e dove custodivano centinaia di oggetti pronti per essere immessi sul mercato nero. Alle persone fermate viene contestato, al momento, solo il reato di ricettazione, essendo state colte in flagranza proprio nel momento in cui stavano per portare fuori dalla casa la merce rubata per venderla, ma gli investigatori ritengono che le stesse persone abbiano commesso i furti in un negozio di telefonia di Squillace Lido e in una ditta di abbigliamento di Catanzaro Lido, nonché in altri esercizi non ancora individuati. Nella casa in cui abitavano è stato trovato "un vero e proprio arsenale di attrezzi per lo scasso - come ha spiegato il dirigente della Squadra Mobile, Rodolfo Ruperti - costituito da ganci in acciaio, chiavi inglesi di ogni genere e grandezza, grimaldelli, torce, crick e altri oggetti utili per commettere furti". L'ipotesi più accreditata è che i quattro rumeni fermati facciano parte di una vera e propria banda composta anche da altre persone al momento non identificate, dedita ai furti e alla ricettazione della refurtiva. "Ogni cittadino è depositario della sicurezza della zona in cui vive, per questo è importante che ognuno collabori con le forze dell'ordine con l'obiettivo di tutelare la propria sicurezza e ciò che gli appartiene". Lo ha detto il questore di Catanzaro, Guido Marino, durante la conferenza stampa con cui sono stati illustrati i particolari dell'operazione che ha portato al fermo di quattro rumeni accusati di ricettazione di merce rubata da due negozi della costa. Il questore ha fatto riferimento all'aiuto fornito agli investigatori da un cittadino, che era stato contattato dai ricettatori per acquistare materiale informatico a basso costo, lodando la sua denuncia e deprecando, invece, il comportamento del titolare dell'abitazione di Simeri Mare in cui i malviventi