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lunedì 17 giugno 2013

Ecco l'elenco dei comuni morosi nel pagamento verso la regione calabria sulle quote smaltimento dei rifiuti

L'elenco aggiornato dei comuni nella provincia di Catanzaro con debiti verso la regione sulle quote smaltimento dei  rifiuti." In rosso i comuni del nostro comprensorio"


 Come si puo' pretendere il ritorno alla normalita' nel settore dello smaltimento dei rifiuti, considerato che l'Ufficio non riesce a pagare le aziende, ivi compreso la Markab societa' attraverso la quale si riesce ad inviare in Puglia 800 tonnellate di scarti di lavorazione dei rifiuti solidi urbani trattati negli impianti di Rossano, Lamezia Terme, Catanzaro e Crotone?". Maglia nera a Cosenza, con debiti accumulati dal 2006 ad oggi, a differenza dei comuni capoluogo di provincia di Reggio Calabria, Crotone e Catanzaro, che, secondo i dati raccolti, si possono definire i più virtuosi sull'intero territorio regionale. La gestione commissariale che in Calabria avrebbe dovuto significare il ripristino di una situazione ottimale, nonostante sia durata diversi lustri, non ha di fatto prodotto alcun miglioramento al sistema, con l’angoscia di non trovare possibili soluzioni nell’immediato, né a breve o medio termine! Ricordando che per quanto riguarda l’emergenza in atto e in assenza, ancora, di una risposta risolutiva da parte della Regione, alcuni sindaci dei comuni dove l’emergenza è particolarmente allarmante, hanno già predisposto e in alcuni casi, hanno già emanato apposite ordinanze contingibili ed urgenti in virtù dei poteri ad essi conferiti dalla legge a tutela della salute e della incolumità delle comunità amministrate. visti i maggiori oneri di trasporto ed ecotassa, a vantaggio dei comuni e dei cittadini virtuosi che la fanno'', ma, nello stesso tempo, chiediamo il rispetto di reciproci obblighi e tra questi anche la certezza di poter conferire in discariche ed impianti funzionanti e non sistematicamente chiusi, costringendoci all’immobilità. Al tavolo dei sindaci verrà portata anche la proposta di applicazione del principio contabile del pagamento della tariffa da parte dei Comuni, ovvero pagare una volta ricevuto le somme dai propri cittadini: sappiamo bene che ciò avviene in media dopo 18 mesi dalla data di conferimento, il tempo necessario per completare l’iter amministrativo dei ruoli, l’invio nelle case dei cittadini ed il pagamento da parte degli stessi a cui, in media, viene concessa una ...

giovedì 13 giugno 2013

Partecipata riunione a Simeri Crichi del PD. Introdotto dal segretario Michele Gigliotti ha registrato autorevoli interventi su importanti temi dalla disoccupazione alla forte repressione economica sino alle recenti elezioni amministrative dove il PD ha stravinto ma forte è stata l' astenzione la quale ha sfondato per la prima volta il tetto del 50%

Riceviamo e pubblichiamo



La camera del lavoro di simeri crichi, martedì 11 giugno, ha ospitato un’iniziativa del locale circolo del partito democratico dedicata all’ascolto degli iscritti e della cittadinanza finalizzato a raccogliere suggerimenti e spunti. Numerosi i partecipanti all’assemblea, anche non iscritti, che fra l’altro ha registrato la presenza di Giovanni Puccio, coordinatore regionale del PD, e di Arturo Bova, sindaco di Amaroni che sta dando grande prova di sé con un modello di amministrazione dinamico e estremamente innovativo che gli è valso il premio Tom Benetollo.
 Il dibattito, introdotto dal segretario Michele Gigliotti, muovendo dalla inequivocabile vittoria del PD alle amministrative, si è sviluppato principalmente su tre temi: le riflessioni da svolgere lungo il percorso che culminerà con il congresso nazionale di ottobre, la necessità che il partito formuli proposte e soluzioni per rilanciare l’economia, contenendo la dilagante disoccupazione e il disagio delle famiglie. Terzo punto, ma non meno importante, il rapporto del cittadino con il voto, atteso che l’astensionismo, per la prima volta nella storia repubblicana, ha sfondato il tetto del 50%: votano 4 italiani su dieci. Il dibattito è stato infiammato dalla franchezza degli interventi, ma tutti hanno concordato sulla necessità di predisporre un programma politico solido. Il PD deve tornare ad essere un partito diviso sui contenuti e non sui nomi da assegnare alle varie poltrone. Tra gli intervenuti, molti hanno convenuto ...

mercoledì 12 giugno 2013

Sul Parco Eolico di Simeri Crichi spira forte il vento del dissenso ma chi ne decise la sua realizzazione?


Riceviamo e pubblichiamo


Ancora strabismo sul parco eolico di Simeri Crichi
nota stampa del sindaco Marcello Barberio



 
E’ veramente singolare il clamore suscitato dal recente ricorso al Tar, a difesa degli interessi dominicali di alcuni proprietari agricoli interessati alla realizzazione del parco eolico.
E’ stata l’occasione anche per protestare tardivamente sulla megacentrale Edison e sull’impianto di trattamento dei rifiuti di Alli. Non una parola, invece, a proposito del nuovo impianto di depurazione in una zona già compromessa, come quella prossima alla discarica (al processo penale del percolato questo Comune è parte civile). Ma tant’è. In questa materia è facile sbagliare indirizzo, specie se si pensa che non sono stato io né l’Amministrazione che presiedo a rilasciare le autorizzazioni per tali impianti, abbondantemente datati, come le tardive e facili levate di scudi solo  contro il piccolo Comune. Dell’ecologismo a intermittenza ho già detto in precedenza, ma sono disposto eventualmente a chiarire meglio, in sede istituzionale, con senso di responsabilità e con la ponderazione dell’ordine gerarchico del prevalente interesse pubblico su quello privato o di parte.
Tralascio ogni considerazione sul ricorso al Tar, il cui esito valuteremo con attenzione, già in fase di sospensiva. Ribadisco col Consiglio di Stato: titolare del procedimento per l’autorizzazione unica è solo la Regione, mentre i Comuni non hanno competenze a riguardo, se non quella di partecipare alla preparatoria conferenza dei servizi.
La realizzazione e gestione di impianti eolici restano tra le attività d’impresa liberalizzate, sottoposte ad autorizzazione unica regionale, in ossequio ai principi comunitari recepiti dall’art. 12 del D.Lgs. 387/2003, in aderenza alla logica della promozione dello sviluppo sostenibile attraverso l’energia da fonti rinnovabili.
L’autorizzazione unica è sostitutiva dei cosiddetti permessi a costruire e produce anche l’effetto di variante urbanistica autonoma. Altro che battute ad effetto degli ultimi tempi, che prescindono dalla responsabilità di chi  - anche a prescindere dalle proprie idee personali  -  non può permettersi di provocare danni economici al Comune, con provvedimenti improvvidi o illegittimi.
Voglio comunque rassicurare tutti che ...

martedì 11 giugno 2013

Ennesimo schiaffo per la città di Catanzaro. Imminente l'inizio a Cosenza dei corsi universitari inerenti le professioni sanitari il tutto con la benedizione del governatore Scopelliti, una vera umiliazione per la città un offesa verso l'Ateneo Magna Graecia

  Per il consigliere comunale Rizza: “I corsi per le professioni sanitarie a Cosenza rappresentano un’umiliazione per Catanzaro”

La vicenda riguardante i corsi universitari inerenti le professioni sanitarie che l’Università La Sapienza di Roma erogherà a Cosenza è l’ulteriore prova provata di come la sanità catanzarese e l’Ateneo Magna Graecia vengano umiliati da una regia politica che – oramai è fin troppo chiaro – mira a depotenziare e ad umiliare il capoluogo di regione”. È quanto scrive in una nota il consigliere comunale Roberto Rizza. “Tutto questo accade a pochi giorni di distanza dal consiglio comunale del prossimo lunedì 17 giugno nel quale, finalmente, sarà possibile ospitare e ascoltare il governatore Scopelliti e l’intera classe dirigente esprimersi sulla questione. La vicenda attinente i corsi delle professioni sanitarie era già stata stigmatizzata esattamente un anno fa, allorquando vennero fuori due protocolli d’intesa in contraddizione l’uno con l’altro: col primo infatti, il DPGR n. 77, Scopelliti avallava i corsi tramite una convenzione tra l’ateneo La Sapienza e l’ASP cosentina; col secondo, ed in esecuzione del DPGR n. 7 e n. 11 del 2012, Scopelliti dichiarava che qualsiasi corso universitario e para universitario inerente l’ambito medico avrebbe avuto afferenza all’unica facoltà di medicina esistente sul territorio regionale, cioè l’Ateneo Magna Graecia di Catanzaro. Quest’ultimo passaggio è testualmente riportato nell’art. 1 al comma 2 del protocollo d’intesa. Evidentemente, però, né le parole dette e nemmeno quelle scritte con tanto di firma e di documentazione istituzionale hanno valore. Inutile persino sottolineare che questo strappo così violento appare come una dichiarazione di odio e disinteresse totale verso l’Ateneo catanzarese. Inutile anche ribadire che esso presta il fianco al campanilistico movimento d’opinione messo in piedi dalla famiglia dei fratelli Gentile per creare una seconda facoltà medica in Calabria, esattamente a Cosenza, grazie ad una corsia preferenziale (?) con il primo Ateneo di Roma. Inutile domandarsi perché i trenta posti non sono stati attivati sfruttando il buon polo distaccato del nostro Ateneo già presente a Cosenza. Infine è ancora più inutile rimarcare quali interessi estremamente particolari e familistici stiano dietro ad un disegno così perverso e così avverso ad ogni buon senso, ad ogni logica di economia, ad ogni razionalizzazione delle risorse. Mentre aspettiamo di conoscere il destino della Cardiochirurgia Universitaria di Catanzaro, e mentre aspettiamo una soluzione ai tagli indiscriminati e dannosi effettuati al Pugliese-Ciaccio a danno dei pazienti di mezza Calabria, la vicenda dell’accordo raggiunto tra La Sapienza e l’ASP di Cosenza, su impulso della famiglia Gentile e con la benedizione del governatore Scopelliti, chiude il cerchio rispetto ad un disegno malefico che danneggia non solo Catanzaro, ma l’intera Calabria. Non finiremo mai, infatti, di ripetere che le nostre ragioni non sono le ragioni di una città, bensì di una regione intera che ha disperatamente ...

lunedì 10 giugno 2013

Sellia - 14,3% Sorbo -11,3% Albi -8,6% Zagarise - 8,3% I quattro comuni del nostro comprensorio con un forte calo demografico dal 2001 al 2011



Il 72% dei comuni italiani ha meno di 5000 abitanti e rappresenta una ricchezza insediativa che però conosce da tempo fenomeni di spopolamento, impoverimento e relativo invecchiamento della popolazione. Ciò implica per l’ente difficoltà sia di tipo gestionale, in termini di servizi da erogare, sia di programmazione economica e sociale.
 In Calabria i piccoli comuni rappresentano l’80% dei comuni e il 34% della popolazione calabrese. Il loro andamento demografico è caratterizzato da un progressivo spopolamento che inizia nell’immediato dopoguerra. Infatti, se la popolazione regionale rimane stabile in cinquant’anni intorno ai 2 milioni di abitanti, cambia nel corso degli anni la sua distribuzione tra grandi e piccoli comuni e sul territorio. Per quanto riguarda il primo aspetto, nel lungo periodo (dal 1950 ad oggi) aumenta il numero di piccoli comuni (da 306 a 326) e diminuisce la loro dimensione media (da 2700 a poco più di 2000 abitanti); al contrario, i comuni di più grandi dimensioni aumentano la loro densità di popolazione ma diminuiscono in numero. Per quanto riguarda la distribuzione della popolazione sul territorio, la crisi dei piccoli comuni inizia negli anni cinquanta con la cosiddetta “crisi dei presepi” (F. Compagna, 1980), con riferimento ai piccoli centri interni, “vicini ma inaccessibili. Da quegli anni, tale crisi diventa la nota dominante della regione. Essa si riversa a valle, con l’utilizzo intensivo delle pianure e dei ...