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venerdì 9 dicembre 2016

Un morto e tre feriti Terribile schianto tra un auto e un furgone sulla 106 "la strada della morte" non riposa neppure durante le festività.

Un giorno di festa macchiato dal sangue nel soveratese, dove a causa di un incidente stradale una persona ha perso la vita e altre tre sono rimate ferite. Lo scontro è avvenuto questa mattina sulla strada statale 106, nei pressi dell'incrocio per Soverato nord.
La vittima, un uomo di 67 anni, S.V., residente a San Vito sullo Jonio, viaggiava su una Volkswagen Golf station wagon che, per cause in corso di accertamento, si è scontrata con un furgone.
Secondo una prima ricostruzione fatta dei carabinieri della Compagnia di Soverato, sebbene la dinamica sia ancora tutta da verificare, all'origine dell'incidente vi potrebbe essere una manovra azzardata eseguita dall'automobilista che avrebbe causato il.......

mercoledì 7 dicembre 2016

Sersale i consiglieri di minoranza si sono dimessi.Dopo lo "schiaffo" dell'acqua data ai privati l'opposizione diventa sociale

Cari concittadini,
prima i consiglieri comunali eletti e, a seguire, ognuno dei candidati in lista “Centro Sinistra per Sersale”, abbiamo rassegnato TUTTI le nostre dimissioni, come atto politico di protesta. Perché sia chiaro che le decisioni le prende solo ed esclusivamente UNA PARTE. Abbiamo onorato, con il nostro lavoro ed impegno quotidiano, il mandato elettorale.
Ora rassegniamo le nostre dimissioni perché la foga di PRIVATIZZARE l’ultimo servizio comunale rimasto è la goccia che fa traboccare il vaso: privatizzare anche l’ACQUA è una scelta pericolosa e irresponsabile, che viola la volontà dei cittadini; assemblee, consigli fiume, proposte di deliberazione popolare, perfino la richiesta di un referendum confermativo o il rinvio della scelta. Non c’è stato modo di far desistere un’amministrazione così sorda.
A pochi mesi dalle elezioni, non comprendiamo perché “Progetto Sersale” abbia tanta urgenza di privatizzare i servizi e non comprendiamo a chi potrebbe giovare questa scelta, se non a chi si aggiudica gli appalti.
Non comprendiamo neanche lo schiaffo alla volontà dei cittadini.
Da quando il Sindaco Torchia ha dichiarato il DISSESTO FINANZIARIO, non c’è stato Consiglio Comunale in cui non sia stato detto che è necessario ristrutturare, efficientare e gestire in modo pubblico i servizi comunali. Lo abbiamo detto con dichiarazioni a verbale, articoli e manifesti, blog e social network: ai cittadini servono servizi efficienti ed economici. Con proposte chiare, dibattiti e assemblee abbiamo detto che una gestione pubblica efficiente libera risorse e può coinvolgere i cittadini nella gestione del Comune e offrire anche piccole chance di occupazione con short list di merito. Abbiamo proposto questa nostra visione politica perché crediamo che ogni risparmio deve tradursi in un beneficio per la COLLETTIVITA’.
Secondo l’Amministrazione Torchia il miglior modo è invece mantenere privati tutti i servizi (bus, mense, rifiuti, illuminazione, ecc.), con costi che sono aumentati in questi 15 anni. Abbiamo ripetuto in tutti i modi che se il DISSESTO è fatto di 2,5 mln di € di sentenze tra gli anni 1981-2002(che comunque lasciano beni patrimoniali come Palazzo Colosimo, l’area campi da tennis e l’urbanizzazione del Rione Colle del Mulino), è altrettanto vero che 1,3 mln € sono le richieste per forniture, lavori non pagati e altre spese successive che dal 2002 al 2012 lasciano solo altri debiti,10 anni in cui ha amministrato “Progetto Sersale”.
Negli ultimi 5 anni col nostro lavoro di opposizione è stata prodotta una grandissima mole di informazioni per coinvolgere la comunità; mai come in questa consiliatura è stato offerto ai cittadini di prendere visione e farsi un’idea di quanto avviene nel Consiglio Comunale. Ormai il quadro è di facile lettura, da un lato la maggioranza sorda che amministra in sfregio alla volontà popolare; dall’altro la cittadinanza che.....

martedì 6 dicembre 2016

Diga sul Melito i tre sindaci di Sorbo, Fossato e Gimigliano uniti si rivolgono al presidente Oliverio per far ripartire l'opera ferma da troppi anni

I tre Sindaci, dei Comuni di Gimigliano, Fossato Serralta e Sorbo S. Basile
rispettivamente Massimo Chiarella, Domenico Raffaele e Luigi Riccelli, hanno scritto al Presidente della Giunta Regionale Mario Gerardo Oliverio. A lui si rivolgono direttamente per chiedergli un autorevole intervento al fine di fare ripartire i lavori di una grande infrastruttura idraulica ferma da anni e che insiste sui territori di tutte e tre le Comunità: la diga sul Melito. Di seguito, il testo della missiva:
"Questa importante opera, caro Presidente, è stata cantierizzata ed avviata, come Ella saprà, negli anni ’90, a cura del Consorzio di Bonifica Ionio-Catanzarese, all’epoca Stazione Appaltante, anche se di questa opera se ne parlava sin dagli anni ’60. I lavori hanno attraversato nel corso del tempo diverse fasi, tra cui rescissioni contrattuali, diversi fermi tecnico-amministrativi ed infine un arbitrato, che ne hanno compromesso in modo definitivo la realizzazione ed il completamento. Oggi una vasta area del territorio è devastata da un cantiere permanente che ha sottratto ai Ns. Comuni non solo tre frazioni, rispettivamente “Umbri”, “Canne” e “Militello”, ma anche terreni preminentemente agricoli che consentivano una fonte dignitosa di occupazione per quelle popolazioni che le coltivavano, oltre a rappresentare l’unica fonte di sostentamento per diverse famiglie di questi luoghi. Inoltre il progetto originario della Diga, con il suo bacino di 100 milioni di metri cubi d’acqua, prevedeva di servire tutta l’area centrale della Calabria con un utilizzo plurimo della risorsa idrica che andava dalla semplice erogazione di acqua ai vari Comuni, a quello irriguo ed idroelettrico. Un progetto ambizioso che avrebbe rappresentato per questa parte di territorio della Calabria un concreto sviluppo in termini ambientali ed economici, creando una vera ricchezza per tutto il territorio con effetti benefici su tutta l’orografia della zona e su tutto il reticolo idraulico del territorio circostante. Un’opera idraulica quindi che doveva essere generatrice di-------

mercoledì 30 novembre 2016

Ndrangheta-operazione-borderland-i-nomi-delle-48-persone-arrestate tra i quali molti nati a Catanzaro e Sersale

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di:
- associazione di tipo mafioso (sia in termini di appartenenza organica che di concorso esterno), nonché:
- estorsioni;
- violazioni in materia di armi
- illecita concorrenza con violenza o minaccia;
- esercizio abusivo del credito;
- intestazione fittizia di beni;
Gli agenti della Polizia di Stato appartenenti alla Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, con il concorso del Servizio Centrale Operativo hanno tratto in arresto 48 persone, destinatarie di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di Catanzaro, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

tutti reati aggravati dalla modalità mafiose e dalla finalità di avvantaggiare l‟organizzazione criminale oggetto delle indagini. I provvedimenti hanno smantellato la potente e pericolosa cosca di ‘ndrangheta facente capo alla famiglia TRAPASSO – egemone sul vasto territorio costiero a cavallo tra le provincie di Catanzaro e Crotone – e la ‘ndrina collegata dei TROPEA. Proprio la circostanza che il teatro dei fatti sia una zona di confine tra due provincie, che comprende il territorio, a spiccata vocazione turistica, dei comuni di Sellia Marina, Cropani, Botricello, Sersale, Cutro e la frazione San Leonardo di quest‟ultimo centro, ha ispirato il nome della operazione (“Borderland”), che ha preso l‟avvio da una serrata attività di sorveglianza fisica ed elettronica degli indagati da parte della Squadra Mobile di Catanzaro, coordinata dal Sostituto Procuratore Dott. Vincenzo Capomolla e dai Procuratori Aggiunti Dott. Vincenzo Luberto e Dott. Giovanni Bombardieri con la Supervisione del Procuratore Capo, Dott. Nicola Gratteri.

In particolare, l‟attività d‟indagine ha disvelato l‟esistenza di due distinti sodalizi mafiosi, pesantemente armati, quello dei TRAPASSO di San Leonardo di Cutro (KR) e quello dei TROPEA/TALARICO di Cropani Marina (CZ), strettamente dipendente dal primo, dediti in prevalenza all‟attività usuraria, all‟esercizio abusivo del credito, alle estorsioni, alla gestione ed al controllo delle attività economiche presenti sul territorio, soprattutto turistiche, sia direttamente che per interposizione di persone. Le investigazioni hanno dimostrato come la cosca di „ndrangheta dei TRAPASSO, capeggiata dal cinquantottenne Giovanni TRAPASSO e dai figli Leonardo, detto Nana‟ e Tommaso, rivestisse un ruolo di assoluto rilievo nel panorama delle consorterie mafiose dell‟area, operando in stretta connessione con le omologhe compagini dei GRANDE ARACRI di Cutro, dei FARAO-MARINCOLA di Cirò Marina, dei BUBBO di Petronà, dei FERRAZZO di Mesoraca e vantando solidi rapporti con le più influenti cosche della regione. Nel corso delle indagini si è assistito, inoltre, all‟ascesa criminale del clan mafioso facente capo a TROPEA Giuseppe ed allo zio TALARICO Francesco, i quali, inizialmente assoldati come “manovalanza” dal clan TRAPASSO, hanno gradualmente conquistato una propria autonomia nel territorio di Cropani Marina, soprattutto con riferimento all‟attività usuraria, seppur con l‟obbligo di rendiconto alla cosca “madre” di San Leonardo. Il potente sodalizio cutrese, invece, ha imposto il proprio autorevole controllo del territorio, oltre che attraverso una vera e propria “occupazione militare” dell‟area di riferimento, anche attraverso una fitta rete di fiancheggiatori e favoreggiatori, appartenenti sia al mondo imprenditoriale che a quello delle istituzioni.
Di seguiti i nomi degli arrestati: