foto notizia

giovedì 24 maggio 2018

Operatore OSS preso a calci e pugni da un minorenne ospite in una casa protetta per rifugiati del Catanzarese.

Riceviamo e pubblichiamo richiesta di rettifica sull'articolo inviato da Tommaso Madia  da parte della Fondazione U.ALSI di Botricello CZ

















Immigrazione inutile e violenta – Operatore OSS aggredito a pugni da  “profugo mantenuto “


Un operatore OSS della casa protetta gestita dalla fondazione UALSI di Botricello in provincia di Catanzaro, è stato aggredito a pugni da un profugo della Costa D’Avorio residente nella suddetta comunità.
 L’aspirante profugo forse minorenne (il suo paese è privo di anagrafe), ha ripetutamente chiesto della tachipirina  al malcapitato operatore che non acconsentendo alle continue richieste e provocazioni dell’africano, è stato raggiunto da diversi pugni che lo hanno costretto a ricorrere alle cure mediche e alla richiesta di infortuno sul lavoro e a sporgere la relativa denuncia ai carabinieri di Botricello.
Ulteriore esempio di immigrazione e.........

martedì 22 maggio 2018

Sellia il borgo antico sulla bocca di tutti ma lontano dagli occhi lontanissimo dal cuore. Riceviamo e pubblichiamo una lettera da parte di un Selliese

Piccola chiosa di premessa su questo mio intervento che invio all'amministratore del sito locale Sellia Racconta.
Questo mio scrivere non vuole essere una critica negativa ma un invito, un augurio, un proposito un ultima speranza affinche le antiche casette del nostro amato paese non vadano perse per sempre e con esse la storia millenaria di Sellia.
 Sono sicurissimo che l'attuale sindaco è attualmente l'unico che possa aiutare il paese, non che mancano le persone pur in un piccolissimo paese con meno 500 residenti ma attualmente penso che nessuno vuole mettersi in gioco nel gestire con sempre meno fondi un paese difficile come Sellia. 

Quando tempo fa ho saputo del progetto "Borgo Avventura" pensavo, speravo che il Borgo era il protagonista principale dell'avvventura con la realizzazione per esempio di un ponte tibetano dalla Portabella a Sant Angelo o di una teleferica dalla Chiesa del Rosario alla chiesa dell'Immacolata o di una scalata con fune sul costone sotto il castello vicino la  fermata dei pulman. con un coinvolgimento  del Borgo da vero protagonista invece si è realizzato il tutto in un posto lontano quantomeno infelice certo immerso dalla natura ma lo slogan diceva giustamente Borgo Avventura e non Avventura nella Natura.
Posso essere anche d'accordo con la strategia dell'investimento (oneroso per le tasche dei residenti di Sellia)con la realizzazione della teleferica per promuovere, far conoscere, mettere in risalto sulla stampa nazionale  il borgo di Sellia, ma  ora cerchiamo di evitare inutile dispendio di altro denaro pubblico o privato per realizzare inutili doppioni, concentriamoci invece sull'unica vera fonte di turismo unico vero volano di un possibile quanto auspicabile risveglio demografico del paese, recuperando le casette del centro storico invogliando i proprietari a mettere in sicurezza le varie abitazioni molte senza più il tetto depredate,svuotate, saccheggiate diventate ricettacolo di rifiuti e/o ricovero per animali. Cerchiamo di incentivare la rinascita del Borgo ma una rinascita reale non fittizia non di facciata come si è fatto sin d'ora. Molti paesi con problematiche simili a Sellia hanno investito ogni sforzo con egevolazioni verso chi investiva nel recupero dei vari centri storici.
Non tutto quello che luccica è oro! Certo  possiamo ancora vedere il paese che appare di continuo nelle varie agenzia di stampa, (tanto inseriscono di tutto, è una vera gara a chi la spara più grossa ) ma alla fine a che prò? Chi ci guadagna in tutto questo? Certamente non Sellia. Metti un bel titolone tipo " Vietato Morire" Il paese della teleferica più lunga della Galassia! ecc... ecc... Ma che beneficio porta a lunga scadenza per il paese?
Come foto emblema delle case abbandonate, in serio pericolo di crollo  ho messa una bella (almeno lo era sino a un decennio fa) abitazione situata nel rione di via Ruscia facilmente visibile da ogni parte della zona nuova del paese Una casa stupenda, molto caratteristica e piena di storia, costruita in modo armonioso con un lungo balcone perimetrale con archi di sostegno e  tipico tettoin tegole del posto. Il  Tetto ormai è quasi interamente crollato cosi come i muri del balcone. Di queste abitazioni  fatiscenti il "Borgo" ne ha tante da Sant'Angelo a Ruscia Basterebbe poco una nuova idea tipo un nuovo slogan  da inviare alle varie agenzie
"Adottiamo le case del centro storico di Sellia"  tanto sono talmente svalutate come valore che costano quasi quanto una stecca di sigarette ma non sono nocive.

  Concludo dicendo che non voglio ............

lunedì 21 maggio 2018

La Calabria nei primi posti come esportatrice di energia elettrica ma anche per bollette salate

Seconda per sovrapproduzione e tra le prime esportatrici di materia prima in Italia. Ma al contempo regione in cui proprio questo servizio costa di più. Soprattutto per i più deboli. Un paradosso, l’ennesimo che colpisce la Calabria. Con l’aggravante della beffa. Tanto da trasformare la nostra regione in una sorta di bancomat per le regioni più ricche senza ricevere in cambio alcun beneficio. Anzi.

Stiamo parlando del settore energetico che vede la nostra regione penalizzata per uno strano meccanismo del mercato. Così risulta che la Calabria è il territorio del Paese in cui si paga il più alto costo della bolletta elettrica.  Nonostante al contempo, appunto, sia tra le principali aree italiane produttrici di energia elettrica (tra l’altro pulita).  Un costo che con la riforma del sistema di tariffazione che entrerà a pieno regime dal 1 luglio 2019 – che prevede un meccanismo di inserimento in automatico nel servizio di Salvaguardia in caso di mancata scelta dell’operatore di libero mercato –, finirà per aggravare ancor di più la spesa dei calabresi. Da qui la beffa che suona ancor più amara per una regione già in ritardo di sviluppo e che sconta deficit infrastrutturali storici. Tutto questo nel silenzio generale della politica È lontano il 1973 quando la Calabria era ancora affamata di energia elettrica. Da tempo infatti la regione non solo ha raggiunto la piena autosufficienza, ma addirittura è divenuta tra le regioni in cui si registra il maggiore supero di energia elettrica. Così dal deficit energetico di 45 anni addietro pari a 153 Gigawatt/ora (GWh) si è arrivati ad un surplus di 9.916,6 GWh. In termini percentuali significa oltre una volta e mezzo le esigenze del territorio (+156,9%). Un dato che pone la Calabria al secondo posto in graduatoria – subito dopo la Val d’Aosta – per surplus energetico in Italia e decisamente molto più avanti della Puglia  che con un supero di energia pari al 79% risulta terza regione classificata.
Entrando nello specifico dei dati forniti da Terna, il gestore della rete nazionale dell’energia elettrica, emerge che a fronte di una produzione complessiva realizzata in Calabria di 16.235,4 GWh – che rappresenta ben il 5,8% dell’intera produzione italiana – 6.318,9 serva a far fronte alla richiesta energetica regionale.
Generando dunque un surplus che finisce fuori regione cioè ad alimentare la catena produttiva e di consumo italiana.
Un dato non nuovo, in realtà, ma che si sta consolidando con il passare degli anni e che è divenuto ormai un trend positivo che viaggia a ritmi sostenuti. In dieci anni la sovrapproduzione è passata da 2.889 di GWh del 2006 ad appunto a 9.916,6 del 2016 (ultimo dato disponibile). Assestando così una crescita di oltre il 243 per cento. Una mole di energia che è servita appunto ad alimentare il sistema Paese. Se la Calabria ha scalato rapidamente negli anni la classifica dei territori in cui si produce più energia – tanto da essere ormai al nono posto – lo si deve alla crescita esponenziale delle rinnovabili.  Dai dati di Gse e Terna emerge, infatti, che la Calabria in dieci anni ha più che raddoppiato la produzione da fonti rinnovabili. Passando dagli iniziali 1.929 a 5.168,9 GWh annui prodotti. A segnare un vero e proprio boom è la quota prodotta dall’eolico che da 2,7 Gwh del 2006 è arrivata, nel 2016, a 2.174 Gwh.
Ma a crescere vistosamente nell’utilizzo delle risorse è stato anche il fotovoltaico: nel 2006 questa fonte in Calabria non era per nulla sfruttata, mentre nel 2016 l’energia prodotta dal sole si è attestata sui 616,7 gigawattora. Anche se la voce grossa in materia di fonti rinnovabili deriva dalle biomasse: nel 2016 si è prodotto 1.216,3 GWh.
Senza contare che sotto la voce produzione di energia elettrica da biomasse diverse dalla combustione di rifiuti la Calabria con il 29,2% dell’intera produzione nazionale detiene il primato italiano.
Risultati, questi, che hanno consentito alla regione di raggiungere ottime performance anche in materia di consumi interni lordi coperti da fonti rinnovabili. Attualmente il fabbisogno elettrico soddisfatto con risorse alternative è pari al 37,6%. Centrando così pienamente il target previsto  dal “burden sharing” (pari a 19,7%), cioè la quota regionale assegnata alla Calabria sulla base degli obiettivi contenuti nel Piano di azione nazionale (Pan) per le energie rinnovabili. Dimostrandosi pienamente una regione green. Nonostante i dati regionali in materia energetica siano ampiamente positivi per la Calabria tutto ciò non si traduce in benefici immediati per il territorio. Anzi, a causa di un meccanismo che compone le tariffe, la nostra regione risulta avere la bolletta elettrica più elevata d’Italia. E se ciò non bastasse, soccorre a rendere grottesca la vicenda che questo sistema colpisca i soggetti più deboli: imprese poco solvibili, enti locali in pre-dissesto o cittadini che non hanno saputo o potuto scegliere un gestore autonomamente. Un meccanismo infernale legato all’asta che l’acquirente unico fissa ogni due anni per individuare il fornitore del servizio cosiddetto di “Salvaguardia”. Un servizio previsto dalla legge per “tutelare” la fornitura di alcuni clienti particolari – leggasi più deboli – e che dal 1 luglio 2019 potrebbe interessare una gran parte della popolazione italiana, cioè i cittadini che non avranno aderito alle proposte del mercato libero. Un passaggio previsto dal decreto legge che abolisce il Mercato di Maggiore tutela in cui tutt’ora rientrano la maggior parte di italiani.
Ebbene per la Calabria questo nuovo passaggio potrebbe rivelarsi ancor più dannoso: visto che a comporre questa tariffa concorre il parametro omega. Si tratta della quota riconosciuta ai gestori per coprire il costo del rischio di erogare energia elettrica a potenziali cattivi pagatori.
Nell’ultima gara di assegnazione del servizio di Salvaguardia – che si è chiusa a novembre del 2016 – per la Calabria il gestore ha preteso il costo maggiore.
Per il biennio 2017-2018 ad Hera (gestore che si è aggiudicato l’asta) un calabrese sottoposto a questa tariffazione pagherà 84,79 euro a Megawatt ore (MWh) contro i 16 di chi risiede in Lombardia. E, nonostante ci sia stata la riduzione del costo rispetto alla precedente asta (-28,21 euro), il servizio è rimasto il più caro d’Italia.
Un salasso che colpisce soprattutto le imprese in difficoltà economica e gli enti non in regola con i pagamenti. Ma che in virtù del passaggio in programma da luglio 2019 interesserà praticamente tutti i cittadini. «Ammesso che in Calabria la tariffa è così alta per motivazioni legate all’anzianità delle infrastrutture di trasferimento dell’energia, il consumatore di questa regione ha un doppio svantaggio: vetustà della rete (di cui non è responsabile il cittadino) e costo dell’energia altissimo». Nicola De Nardi, membro del settore energia del Consiglio nazionale dell’ordine degli ingegneri è diretto nell’analizzare quella che definisce «una stortura del mercato». Un sistema quello legato al servizio di Salvaguardia «ma il nome trae in inganno» che si somma al meccanismo del “marginal price”, il sistema adottato in Italia per stabilire il prezzo dell’energia e che la fa divenire la più cara d’Europa. «Questo sistema – afferma De Nardi – finisce per avvantaggiare solo i grandi produttori visto che tiene conto solo dell’offerta». Da qui l’invito dell’esperto del settore: Per evitare ciò il ministro dello Sviluppo economico, su proposta dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas, dovrebbe adottare delle disposizioni  eque su tutto il territorio nazionale. È assurdo che non si tenga conto che la Calabria trasferisce ad altre regioni oltre la metà dell’energia che produce». E sono le imprese calabresi in difficoltà le prime vittime di questo sistema contorto. «Questa differenza di trattamento – tuona Natale Mazzuca, leader regionali degli industriali – suona come una vera e propria stortura. È una situazione che non si può accettare supinamente. Qualcuno dovrebbe rispondere perché questo succede». Mazzuca teme che «questo meccanismo sia simile a quello che rende più alto il costo del credito in Calabria». «Il sistema andrebbe sostenuto per farlo crescere – afferma – e non discriminato». E la ricetta che il presidente di Unindustria propone rimane quella di «elevare la reputazione complessiva della Calabria. Solo così si possono ottenere condizioni per concorrere alla pari con altre regioni».Paghiamo un costo energetico salatissimo la cui componente prevalente non è legata neppure alla materia prima. Ma a oneri vari e accise che incidono per oltre il 60 per cento». Gloria Tenuta alla testa della Gias Spa, un’azienda che si occupa di prodotti agricoli calabresi d’eccellenza surgelandoli è diretta. Punta il dito su quelli che definisce «inutili balzelli».


La Gias che dirige è quella che si considera un’azienda energivora per definizione. Con 35mila tonnellate di prodotti l’anno lavorati, la società che ha.........

sabato 19 maggio 2018

Presila; tagliati 4000 mila alberi d'alto fusto, denunciato progettista per falsa relazione con multa di 60 mila euro

Il tecnico avrebbe fornito dati e relazioni progettuali false per ottenere l’autorizzazione e procedere al disboscamento I militari della stazione Carabinieri Forestale di Spezzano Sila, a seguito di servizi mirati all’accertamento della regolare esecuzione di lavori di utilizzazione boschiva, 

 hanno nei giorni scorsi riscontrato il disboscamento abusivo di quattro ettari di terreni in località Greca del Comune di Casali del Manco nel territorio di Serra Pedace. Sulla proprietà privata era stato effettuato infatti da una ditta boschiva un taglio autorizzato dalla Regione Calabria di bosco ceduo di specie castagno misto a piante di roverella. A seguito degli accertamenti e rilievi tecnici da parte dei militari è risultato che il bosco era in realtà composto da alberi di alto fusto e non ceduo per il quale il rilascio dell’autorizzazione ha un iter diverso. Si è accertato un falso ideologico perpetrato dal tecnico progettista che fornendo dati e relazioni progettuali false all’ente preposto ha ottenuto in maniera indebita il rilascio dell’autorizzazione; la ditta boschiva incaricata ha quindi eseguito il taglio in contrasto ai dettami e canoni prescritti nelle Prescrizioni di Massima di Polizia Forestale vigenti in regione Calabria e in violazione alla legge Regionale su la...

venerdì 18 maggio 2018

Sersale; 1145 firme raccolte per dire no alla privatizzazione dell'acqua. Depositate le firme a sostegno del referendum comunale per un servizio idrico totalmente pubblico.

Con nota Prot. 2656 del 15 maggio 2018, i consiglieri comunali di Rinnov@ndo Sersale hanno depositato 1145 firme raccolte a sostegno del referendum comunale per un servizio idrico totalmente pubblico.

I 28 moduli di raccolta, insieme alle certificazioni che mostrano che i sottoscrittori sono elettori del comune di Sersale sono stati presi in carico dal Segretario Comunale che dovrà verificare la rispondenza del referendum con quanto stabilito dallo statuto. Ovvero un numero di firme superiori ad un quinto degli elettori e la chiarezza del quesito che è il seguente:
Siete Voi favorevoli all’abrogazione della Del. Cons. Com. n° 24 del 28.06.2016 – Approvazione modalità di affidamento della gestione e manutenzione del servizio acquedotto comunale, della rete idrica, della rete fognaria e del sistema di depurazione del Comune di Sersale” – e di tutti gli atti consequenziali?
Infatti con Del CC n° 24 del 28.06.2016 è stato approvato l’affidamento a terzi della gestione del servizio idrico. Con successiva Del. CC n° 40 del 28.11.2016 il Consiglio Comunale adottava il Capitolato Speciale d’Appalto per l’affidamento del servizio idrico comunale bandito con apposito avviso di gara (atto  n° 11 del 09.01.2018). Tutti atti che verrebbero cancellati in caso di vittoria del “Sì” al referendum comunale, mantenendo al pubblico la gestione del servizio idrico.
Nonostante il sindaco Torchia si sia spinto a definire la raccolta firme un imbroglioper i sersalesi l’acqua e il servizio idrico devono essere pubblici. Ribadiamo quanto espresso nello statuto: non spetta a nessun sindaco stabilire se un referendum è ammissibile oppure no, se la richiesta rispetta le prescrizioni statutarie il referendum si deve svolgere.
La raccolta firme è stata lanciata dopo che l’Amministrazione Torchia ha rifiutato la proposta di referendum comunale avanzata dal gruppo di minoranza. Infatti il 67% dei sersalesi ha già espresso la propria preferenza per l’acqua pubblica al referendum del 2011 ed in altre mobilitazioni civiche per difendere il principio del servizio idrico privo di rilevanza economica (cioé non affidabile al mercato, non privatizzabile). I sersalesi non riescono a comprendere l’ostinazione di Progetto Sersale di voler privatizzare il servizio idrico, l’ennesimo affidamento ad una ditta privata: ovunque il servizio è gestito da privati aumentano le tariffe e peggiora la qualità del servizio.
Perciò, di fronte a due visioni totalmente antitetiche – il servizio pubblico contro la privatizzazione ad ogni costo – riteniamo che ci sia solo una via d’uscita: restituire la parola ai cittadini attraverso un referendum comunale. Anche se Progetto Sersale ha vinto per una manciata di voti, questo non autorizza nessuno a passare come un bulldozer sulla chiarissima volontà dei cittadini di avere un servizio idrico pubblico. E poi, solo attraverso un referendum comunale e una campagna elettorale, ai cittadini si offre la possibilità di informarsi e decidere partecipando.
Del resto il Testo Unico degli Enti Locali, art. 8, parla chiaro:
Nello statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione […] dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresì, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame. Possono essere, altresì, previsti referendum anche su richiesta di un adeguato numero di cittadini.
Ancora più chiaro è lo statuto comunale, art. 38:
Un numero non inferiore ad un quinto degli iscritti nelle liste elettorali può chiedere che vengano indetti referendum in tutte le materie di competenza comunale.
La raccolta firme si è tenuta il 25 aprile e nei giorni seguenti per sottolineare il disprezzo che il primo cittadino ha mostrato verso i cittadini accusandoli di mettere la firma “per amicizia o per inganno“. In pochi giorni 1145 sersalesi sono accorsi ai banchetti per firmare e resistere alla privatizzazione, dando documenti e generalità, e mostrando in questo modo di non temere le falsità e le minacce contenute nello scritto diffuso da Progetto Sersale.
Il sindaco ha mostrato di avere una paura matta della democrazia, basta guardare agli argomenti fasulli diffusi qualche settimana fa. Lo scritto di Progetto Sersale dice che:
  • Il nostro progetto […] non riguarda la “privatizzazione del servizio idrico o dell’acqua”.
Invece tutti gli atti dicono il contrario. Fin dalla........

mercoledì 16 maggio 2018

Magisano la lista N° 1 "Un paese nel cuore" si presenta ufficialmente con il candidato sindaco Fiore Tozzo. Ecco la lista di tutti i candidati che vogliono portare una ventata di giovinezza al comune

Presentata ufficialmente la lista N° 1 che vede come candidato a sindaco Fiore Tozzo. Fiduciosi che i tempi sono maturi nel portare alla guida del comune Presilano persone nuove motivate nel cambiamento portando Magisano sempre nel proprio cuore


 A seguire tutti i candidati a consiglieri della lista guidata dal candidato a sindaco  della lista N ° 1 Fiore Tozzo
 "Un paese nel cuore".
Alberto Francesco 
Concetta Costantino 
Elia Patrizio 
Folino Tommaso 
Garcea Giuseppe 
Gualtieri Francesca 
Milelli Giuseppe 
Procopio Antonio 
Torchia Antonio 
Tozzo Giuseppina