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venerdì 18 maggio 2018

Sersale; 1145 firme raccolte per dire no alla privatizzazione dell'acqua. Depositate le firme a sostegno del referendum comunale per un servizio idrico totalmente pubblico.

Con nota Prot. 2656 del 15 maggio 2018, i consiglieri comunali di Rinnov@ndo Sersale hanno depositato 1145 firme raccolte a sostegno del referendum comunale per un servizio idrico totalmente pubblico.

I 28 moduli di raccolta, insieme alle certificazioni che mostrano che i sottoscrittori sono elettori del comune di Sersale sono stati presi in carico dal Segretario Comunale che dovrà verificare la rispondenza del referendum con quanto stabilito dallo statuto. Ovvero un numero di firme superiori ad un quinto degli elettori e la chiarezza del quesito che è il seguente:
Siete Voi favorevoli all’abrogazione della Del. Cons. Com. n° 24 del 28.06.2016 – Approvazione modalità di affidamento della gestione e manutenzione del servizio acquedotto comunale, della rete idrica, della rete fognaria e del sistema di depurazione del Comune di Sersale” – e di tutti gli atti consequenziali?
Infatti con Del CC n° 24 del 28.06.2016 è stato approvato l’affidamento a terzi della gestione del servizio idrico. Con successiva Del. CC n° 40 del 28.11.2016 il Consiglio Comunale adottava il Capitolato Speciale d’Appalto per l’affidamento del servizio idrico comunale bandito con apposito avviso di gara (atto  n° 11 del 09.01.2018). Tutti atti che verrebbero cancellati in caso di vittoria del “Sì” al referendum comunale, mantenendo al pubblico la gestione del servizio idrico.
Nonostante il sindaco Torchia si sia spinto a definire la raccolta firme un imbroglioper i sersalesi l’acqua e il servizio idrico devono essere pubblici. Ribadiamo quanto espresso nello statuto: non spetta a nessun sindaco stabilire se un referendum è ammissibile oppure no, se la richiesta rispetta le prescrizioni statutarie il referendum si deve svolgere.
La raccolta firme è stata lanciata dopo che l’Amministrazione Torchia ha rifiutato la proposta di referendum comunale avanzata dal gruppo di minoranza. Infatti il 67% dei sersalesi ha già espresso la propria preferenza per l’acqua pubblica al referendum del 2011 ed in altre mobilitazioni civiche per difendere il principio del servizio idrico privo di rilevanza economica (cioé non affidabile al mercato, non privatizzabile). I sersalesi non riescono a comprendere l’ostinazione di Progetto Sersale di voler privatizzare il servizio idrico, l’ennesimo affidamento ad una ditta privata: ovunque il servizio è gestito da privati aumentano le tariffe e peggiora la qualità del servizio.
Perciò, di fronte a due visioni totalmente antitetiche – il servizio pubblico contro la privatizzazione ad ogni costo – riteniamo che ci sia solo una via d’uscita: restituire la parola ai cittadini attraverso un referendum comunale. Anche se Progetto Sersale ha vinto per una manciata di voti, questo non autorizza nessuno a passare come un bulldozer sulla chiarissima volontà dei cittadini di avere un servizio idrico pubblico. E poi, solo attraverso un referendum comunale e una campagna elettorale, ai cittadini si offre la possibilità di informarsi e decidere partecipando.
Del resto il Testo Unico degli Enti Locali, art. 8, parla chiaro:
Nello statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione […] dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresì, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame. Possono essere, altresì, previsti referendum anche su richiesta di un adeguato numero di cittadini.
Ancora più chiaro è lo statuto comunale, art. 38:
Un numero non inferiore ad un quinto degli iscritti nelle liste elettorali può chiedere che vengano indetti referendum in tutte le materie di competenza comunale.
La raccolta firme si è tenuta il 25 aprile e nei giorni seguenti per sottolineare il disprezzo che il primo cittadino ha mostrato verso i cittadini accusandoli di mettere la firma “per amicizia o per inganno“. In pochi giorni 1145 sersalesi sono accorsi ai banchetti per firmare e resistere alla privatizzazione, dando documenti e generalità, e mostrando in questo modo di non temere le falsità e le minacce contenute nello scritto diffuso da Progetto Sersale.
Il sindaco ha mostrato di avere una paura matta della democrazia, basta guardare agli argomenti fasulli diffusi qualche settimana fa. Lo scritto di Progetto Sersale dice che:
  • Il nostro progetto […] non riguarda la “privatizzazione del servizio idrico o dell’acqua”.
Invece tutti gli atti dicono il contrario. Fin dalla........
 Delibera di Giunta n. 9 del 2016 che dà indirizzo per la privatizzazione, alla delibera di consiglio n. 24 del 2017 e al Capitolato Speciale d’Appalto, si parla di affidamento a terzi.
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E nella normativa vigente in Italia, l’affidamento a terzi equivale a dire affidamento a privati cioè privatizzazione. Per di più la legge 152/2006 definisce il servizio idrico come “costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue” – quindi si sta privatizzando esattamente il servizio idrico!

  • “Tale forma di gestione e manutenzione delle reti A COSTO ZERO per il Comune che, anzi avrà un introito annuo di 100.000,00 euro”
Si tratta di un’altra falsità poiché l’appalto prevede la concessione delle reti e degli impianti (che sono di proprietà dei cittadini) e il pagamento di un corrispettivo (art. 6 del capitolato):
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Ciò significa trasferire al privato una somma pari a 2.700.000€ senza alcuna garanzia che negli anni non aumenti la tariffa idrica! Per di più al privato è concesso di installare turbine idroelettriche ai serbatoi e ciò vuol dire che al privato non interessa la manutenzione, ma fare soldi con la nostra acqua: tutti sono coscienti che più perdite ci sono più acqua passa ai serbatoi, e più acqua passa più energia si produce!

Nello scritto ci si vantava inoltre della difesa dell’acqua pubblica contro la legge regionale voluta da Oliverio: dobbiamo ricordare al sindaco smemorato che la sua amministrazione ha approvato una proposta di legge regionale per l’acqua pubblica nel 2015 e che LUI non ha mai partecipato ai consigli dei sindaci dell’Autorità Idrica Calabrese voluta da Oliverio. Quelle sono le proposte e i luoghi per difendere l’acqua pubblica, non certo i volantini distribuiti come deterrente alle firme!
Incredibili falsità diffuse per sventare la massiccia partecipazione popolare. I sersalesi hanno mostrato ancora una volta che a Sersale non ci sono più i podestà. Ora attenderemo che il Segretario Comunale predisponga gli atti necessari per procedere al referendum. Con le firme è stata depositata una richiesta di fermare le procedure di affidamento ai privati: senza la volontà popolare non si può procedere!
Le 1145 firme dicono che Sersale è città non perché ha un titolo, ma perché ha dei cittadini. E vanno rispettati.

riceviamo e pubblichiamo

                                      Sellia racconta il pubblichiamo

5 commenti:

  1. sempre le stesse cose ma fate altre iniziative magari se l'acqua viene veramente in parte privatizzata ne beneficiamo tutti pagando di meno

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  2. Il sindaco vuole con il suo potere non tener conto di un massicio volo popolare e libero penso che quanto meno si deve attingere il capo di cenere e dare ascolto

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  3. Ma non avevamo già detto NO !

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  4. questi comunisti! ma lo capite che siamo nel 2018 ? basta guardate al futuro uscite da queste stanze altrimenti neppure tra 20 anni vincente

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  5. Qui a botricello è aumentata dopo che l'anno privatizzata. Sersalesi non vi fate fregare

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