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giovedì 28 giugno 2018

Catanzaro: condannato in primo grado all'ergastolo per omicidio viene assolto in appello per non aver commesso il fatto.

Dalla condanna in primo grado all'ergastolo, all'assoluzione in appello, con il conseguente ritorno alla libertà. É la vicenda di Franco Trovato, di 45 anni, accusato dell'assassinio di Giuseppe Chirumbolo, di 33 anni, ucciso in un agguato a Lamezia Terme la sera del 31 marzo del 2010.
    Dopo la condanna al carcere a vita decisa dalla Corte d'assise, i giudici dell'appello hanno emesso la sentenza di assoluzione per Trovato, difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Salvatore Staiano, che avevano sostenuto la sua estraneità all'accusa di avere fornito appoggio logistico agli esecutori materiali dell'omicidio di Chirumbolo.
    Franco Trovato, non avendo altre pendenze con la giustizia, é stato così scarcerato.


La notizia dicembre 2016 della condanna all'ergastolo


 Due ergastoli, una condanna a 28 anni e un'assoluzione. Questa la sentenza emessa dalla Corte d'assise di Catanzaro (presidente Neri; a latere Macrì) per quatro imputati coinvolti nei fatti di sangue avvenuti fra gli anni 2005 e 2010 e accusati di aver avuto ognuno un ruolo negli omicidi ordinati dal clan Giampà.
All'ergastolo sono stati condannati Franco Trovato e Vincenzo Arcieri, 28 anni per Antonio Voci mentre Giancarlo Chirumbolo è stato assolto (così come aveva chiesto il pm). I giudici hanno quindi accolto quasi in toto le richieste del pm Elio Romano (che aveva chiesto l'ergastolo anche per Voci).
Il processo di primo grado (relativo al filone degli omicidi dell'operazione Perseo) ha riguardato l'omicidio di Pietro Pulice (trovato carbonizzato nel cofano della sua auto il 2 ottobre 2005 in contrada Crozzano, a ucciderlo sarebbe stato il pentito Savero Cappello); di Bruno Cittadino, (ucciso il 30 luglio del 2008 in via Duca D’Aosta, l’esecutore materiale sarebbe stato il pentito Francesco Vasile); di Nicola Gualtieri, “coccodrillo”, deceduto a dicembre del 2010 dopo essere stato in coma all’ospedale di Catanzaro (l’esecutore sarebbe stato il pentito Luca Piraina mentre alla guida dell’autovettura dei killer quella sera c’era, per sua stessa ammissione, il pentito Francesco Vasile) e di Giuseppe Chirumbolo (freddato la sera del 31 marzo 2010 mentre rientrava a casa in via Salvatore Miceli e anche in questo caso il killer sarebbe stato Francesco Vasile).
In Corte d'Assise si sono costituiti parte civile i familiari di Giuseppe Chirumbolo.
Gli imputati erano accusati di aver avuto ognuno un ruolo negli omicidi: Vincenzo Arcieri (accusato di aver portato sul luogo Pietro Pulice dove poi è stato ucciso); Franco Trovato (per il quale la contestazione era di aver messo a disposizione un magazzino ai killer di Giuseppe Chirumbolo); Antonio Voci (avrebbe messo a disposizione l’auto utilizzata per l’omicidio di Nicola Gualtieri); Giancarlo Chirumbolo (accusato di aver fatto uno squillo per dare il via ai killer per uccidere Bruno Cittadino).
Gli imputati erano..............

mercoledì 27 giugno 2018

L'Istat lo conferma. E' La Calabria la regione più povera D'Italia con percentuali 8 volte superiori a quello della Valle D'Aosta


Sono oltre 5 milioni, per l’esattezza 5 milioni e 58mila, le persone che nel 2017 hanno vissuto in povertà assoluta in Italia. A dirlo è l'Istat, secondo cui si tratta del valore più alto registrato dall'inizio delle serie storiche, nel 2005. Per quanto riguarda lo stesso dato riferito alle famiglie, quelle che vivono in povertà assoluta sono stimate in 1 milione e 778mila. L'incidenza della povertà assoluta è del 6,9% per le famiglie (era 6,3% nel 2016) e dell'8,4% per gli individui (da 7,9%). Entrambi i valori sono i più alti della serie storica. Tra i dati più significativi, quello relativo agli stranieri: quasi il 30% di tutte le famiglie che vivono in povertà assoluta nel nostro Paese, oltre una su quattro, non è italiana. Si tratta del il 31% del totale, il che vuol dire che circa un povero su tre in Italia è straniero.
 In Calabria vive in povertà relativa oltre una famiglia su 3, il 35,3% secondo i dati Istat. E’ un dato superiore di otto volte a quello della Valle d’Aosta (4,4%), la regione dove il fenomeno è meno diffuso. Un’incidenza di povertà relativa inferiore alla media nazionale si trova in Emilia-Romagna (4,6%), Trentino Alto Adige (4,9%), Lombardia (5,5%), 
 Toscana (5,9%), Veneto (6,1%), Piemonte (6,8%), Friuli Venezia Giulia (6,9%), Trento (7,8%), Lazio (8,2%), Liguria (8,5%) e Marche (8,8%).
Invece, l’incidenza maggiore della povertà relativa è, dopo la Calabria, in Sicilia (29%) e Campania (24,4%). La Puglia mostra un incremento dell’incidenza di povertà relativa rispetto al 2016 (da 14,5 a 21,6%), in linea con la ripartizione del Mezzogiorno (da 19,7 a 24,7%).
Questa classifica si basa su una soglia di povertà relativa (1.085 euro e 22 centesimi di consumi al mese per due persone) unica per.........

martedì 26 giugno 2018

Trombe d'aria e Tornado in forte aumento colpa del clima sempre più imprevedibile ma anche dei monti troppo vicino al mare come la Sila.


È interessante scoprire che l’Italia, accanto ad alluvioni, frane, terremoti… è soggetta ad un altro tipo di fenomeno naturale che può causare ingenti danni al territorio. Si tratta dei tornado, o trombe d’aria, fenomeni meteorologici caratterizzati da venti molto intensi che si sviluppano in un vortice del diametro di qualche centinaio di metri, e che avanza su un percorso talora lungo anche diversi chilometri.

In un recente studio, pubblicato nella rivista International Journal of Climatology della Royal Meteorological Society, M. Marcello Miglietta (coautore di questo post) e Ioannis Matsangouras hanno analizzato 10 anni di trombe d’aria e di trombe marine che hanno interessato l’Italia. 

In 10 anni 25 tornado in Italia

I risultati sono sorprendenti: ci sono alcune aree, come la Liguria, la costa laziale, il Salento e la Pianura Padano-Veneta, dove la frequenza dei tornado è risultata confrontabile con quella degli stati USA più soggetti a questo tipo di fenomeni (dove siamo abituati ad immaginarli come di casa…).

E non si tratta solo di deboli trombe marine che si dissolvono poche centinaia di metri dopo aver toccato terra, ma in 10 anni sono stati anche registrati 25 casi che hanno provocato danni significativi. Sono i tornado che appartengono al Livello 2, 3 o 4 della “scala Fujita”, utilizzata per stimare l’intensità dei  tornado a partire dai danni causati sul territorio.

Tornado continentali e tornado peninsulari

Lo studio ha anche evidenziato una netta distinzione tra tornado “continentali”, che si sviluppano nella Pianura Padano-Veneta principalmente tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, e tornado “peninsulari”, che nascono generalmente come trombe marine alla fine dell’estate o durante l’autunno. E che poi si intensificano progressivamente mentre attraversano il mar Mediterraneo.

Tra questi ultimi, ricordiamo quello di intensità 3 della scala Fujita che ha attraversato lo stabilimento ILVA di Taranto nel mattino del 28 novembre 2012, causando un morto e danni per oltre 60 milioni di euro. La “supercella” che ha generato questa disastrosa tromba d’aria si è formata per il sollevamento indotto dalle montagne della Sila, e ha preso energia spostandosi sul mar Ionio, che in quel periodo era decisamente più caldo rispetto al suo valore medio. 

Il ruolo del mare

Perché il mare, anche nella vita di un tornado come quello sopra descritto, conta molto! Cosa accade quindi a questi fenomeni in un clima che cambia? Il ruolo della temperatura del mare nello sviluppo dei tornado appare chiaro: un mare più caldo intensifica la supercella che ha generato il tornado, aumentandone la potenza distruttrice.

Ecco quindi che la temperatura del mare Mediterraneo, che sta progressivamente aumentando in seguito al riscaldamento globale del Pianeta, e la comparsa di eventuali fronti “inediti” di temperatura marina, possono influenzare notevolmente la formazione e la potenza delle trombe d’aria in grado di creare problemi significativi anche al nostro Paese. Prevedere con un certo anticipo dove i tornado andranno a colpire non interessa solo agli scienziati, ma anche alle strutture di Protezione Civile o alla compagnie di assicurazione. Ma per capire davvero come si formano, con che intensità e dove vanno poi a colpire la terraferma, dobbiamo abbandonare l’approccio riduzionistico e utilizzare al più presto in modo operativo modelli numerici di......

lunedì 25 giugno 2018

Campi scuola di Protezione Civile per giovanissimi Quello di Catanzaro si Svolgerà a Sellia a partire dal 12 luglio Tutti i ragazzi dai 12 a 14 anni sono invitati

Inizieranno il 28 giugno due dei tre campi scuola di Protezione Civile per giovanissimi (quello del Lametino, a Carlopoli, e delle Preserre a Cortale) - al quale seguirà quello di Catanzaro, a Sellia Superiore, a partire dal 12 luglio – a conferma del rapporto ormai consolidato che lega il Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro e le associazioni di Protezione Civile del comprensorio.

La terza edizione di “Insieme è meglio: noi e la Protezione Civile” sarà presentata lunedì 25 giugno, alle 10.30, nella Sala Oro della Cittadella Regionale, e sulla scorta delle edizioni precedenti si prefigura come un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Non capita certo tutti i giorni, infatti, che ragazzi dai 12 ai 14 anni si ritrovino con altri coetanei a dormire in tenda, a dover rispettare le regole di convivenza civile e ad apprendere le svariate tecniche di soccorso in cui i volontari della Protezione Civile sono dei maestri.
Ad illustrare il programma della nuova edizione sarà lo staff del Csv di Catanzaro, assieme ai responsabili delle varie associazioni coinvolte (Radio Club Lamezia, Diavoli Rossi di Tiriolo, Gruppo comunale di Carlopoli, Geruv di Catanzaro, Gruppo comunale di Catanzaro, Misericordia di Catanzaro, Prociv di Cortale, Prociv di Girifalco, Prociv di Palermiti, Rocca Nucifera Onlus) ed ai rappresentanti dell’Unità Operativa della Regione Calabria.
Alla conferenza stampa parteciperanno anche rappresentanti delle amministrazioni comunali dove avranno luogo i campi e dell’Esercito Calabria, oltre che i familiari di Cinzia Mazza, la compianta volontaria del...........

sabato 23 giugno 2018

Presso il Museo "Marz" di Zagarise convegno in memoria di Rosaria Mandile e di tutte le vittime della SS 106 con la presenza di varie autorità del Comprensorio

Ha avuto luogo ieri, 21 giugno 2018 presso il Museo Marz a Zagarise (CZ), il convegno “Nella memoria….responsabilità e sicurezza” in memoria di Rosaria Mandile e di tutte le vittime della S.S.106 e della strada del piccolo centro presilano.Il convegno è stato organizzato dall’ Associazione Culturale “La Zagara Zagarise” e dall’ Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e la collaborazione fattiva della Parrocchia, del Centro Anziani nella persona del Vicepresidente Silvano Verrino, dell’ Avis, SSD Zagarise e di tutte le altre Associazioni.
Significativi gli intervenuti dell’ Ing. Fabio Pugliese, presidente dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, dell’ Ing. Marco Moladori, Capo Compartimentale di Anas FS Gruppo Ferrovie per la Calabria, del parroco di Zagarise Don Antonio Ranieri e del Vicario Generale del Vescovo don Gregorio Montillo. Ha moderato la Prof.ssa Guzzetti Adelina, della Zagara.
Dopo un breve saluto del Sindaco di Zagarise Domenico Gallelli, la discussione ha visto gli interessanti interventi del sindaco di Sellia Marina e di Soveria Simeri e del vicesindaco di Botricello e degli assessori del comune di Sersale, che hanno trattato il tema della sicurezza e della responsabilità. In particolare il sindaco e di Sellia Marina e il vicesindaco di Botricello Puccio hanno sollevato l’ urgenza di rendere la strada, ormai nota come “strada della morte”, più sicura e più adeguata ad un traffico che non è più quello degli anni ’70.
Alla fine del convegno davvero molto partecipato, a cui hanno partecipato tutti i familiari delle vittime e anche Giusy Frangipane, mamma del piccolo Matteo Battaglia, è stata organizzata ”partita del cuore”, segno di speranza di vita , al termine della quale sono stati consegnati attestati di partecipazione.
Subito dopo tutti i partecipanti si sono uniti in una...........

venerdì 22 giugno 2018

Catanzaro disabili nei call center per accedere ai fondi Por Truffa con la complicità di funzionari regionali

Funzionari regionali che certificano di aver eseguito dei controlli senza riscontrare irregolarità. Si scoprirà dopo che, invece, le verifiche non sarebbero state affatto effettuate.
Un’azienda che ottiene così - e grazie ai fondi Por Calabria - delle sovvenzioni pubbliche importanti a condizione, però, che assuma lavoratori disabili o “svantaggiati” e, come tali, che facciano parte delle cosiddette categorie “protette”.

Questi i protagonisti di una presunta truffa scoperta dalla Guardia di Finanza di Lamezia Terme, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura locale nei confronti di quelle imprese che sono, appunto, destinatarie di incentivi comunitari e nazionali.
Al termine delle investigazioni i militari si dicono certi di aver scoperto quello che non hanno remore a definire come “un insidioso sistema truffaldino realizzato da un’importante società di call center, la Infocontact, con diverse sedi in tutta la regione.
L’impresa aveva ottenuto infatti delle sovvenzioni per quasi tre milioni di euro che sarebbero dovute servire all’assunzione e, dunque, a retribuire 207 lavoratori disabili.
Gli inquirenti sostengono che l’azienda avrebbe messo in atto degli “insidiosi … artifici documentali e contabili”, molto ben camuffati, tramite i quali i suoi vertici - con la complicità dei funzionari pubblici -sarebbero riusciti ad attestare falsamente le condizioni di svantaggio e di disabilità dei lavoratori assunti, indispensabili ottenere gli incentivi.
Inoltre, sempre e soprattutto attraverso dei documenti falsi, avrebbero fatto risultare come neoassunti ben 163 lavoratori che in realtà erano già da tempo alle loro dipendenze e, molti di essi, che non appartenevano a nessuna categoria “svantaggiata”.
Un meccanismo che sarebbe stato “avvalorato” dal comportamento dei funzionari regionali che avrebbero attestato, contrariamente al vero, di aver eseguito i controlli previsti e che al termine degli stessi non sarebbero emerse irregolarità.
Così facendo, però, avrebbero consentito all’impresa di ottenere indebitamente due delle tre rate dell’importo di incentivo assegnato, oltre 2,5 milioni, mentre l’incasso della terza rata è stato impedito dall’intervento della Procura e dei finanzieri.
Al termine delle indagini, i militari hanno denunciato otto persone - fra i quali quattro funzionari regionali - per truffa aggravata (finalizzata al conseguimento indebito di ingenti erogazioni pubbliche, falsità ideologicacommessa da privato in atto pubblico e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici) e la .......