lunedì 14 dicembre 2009

SI AVVICINA NATALE........


Ancora una volta si avvicina il  Natale, ma quanta commozione e quanta tristezza nel considerare lo straordinario evento che ha il potere di svelare il significato dei valori umani!visto sminuito dal significato di oggi dettata solo ed esclusivamenta dal consumismo .La liturgia del Natale è dominata dal tema dello scambio di Dio che si è fatto uomo il quale, entrando nella nostra famiglia, la rende compartecipe della sua.
Nell’umile figura del Divino Infante si avverte il germe della vera grandezza. Alla festa cristiana per eccellenza si sono sempre ispirati artisti e poeti, uomini dotti e gente comune. E proprio quest’ultima, fin dalla giovinezza, ho interpellato per comprendere quel bisogno interiore che la spinge ad avvicinarsi con trepidazione alla culla di Betlemme.

I nostri avi affermavano:  Pasca cu’ ccu voi e Natali cu’ li toi!.
(A Pasqua con gli amici e a Natale fra i tuoi).
Numerosi sono gli emigranti che ogni anno lasciavano le più sperdute contrade per ricongiungersi ai parenti e agli amici più cari.
Al focolare domestico i ricordi del passato, mescolandosi ai progetti del presente, riaccendevano nell’anima la fiamma della speranza di un domani migliore che la Calabria aspetta ,aspetta da sempre.
I più anziani richiamavano i fanciulli attorno al presepe per insegnare quei canti semplici e suggestivi
E’ la notti di Natali,
è la festa principali:
e scindiru li pasturi
p’adorari lu Signuri.
E ninna e ninna la oh...
dormi Gesù e fa’ la vo’... (si ripete)

Bambinedhu duci duci,
jeu ti portu li me’ nuci:
ti li scacci e ti li mangi
e sta’ zzittu e cchjù no’ ciangi.
E ninna e ninna la oh...
dormi Gesù e fa’ la vo’... (si ripete)

Bambinedhu duci e amatu
jeu ti portu lu nucidhatu,
ti lu mangi ‘n cumpagnia
di Giuseppi e di Maria!
E ninna e ninna la oh...
dormi Gesù e fa’ la vo’... (si ripete)

Bambinedhu duci assai,
‘nu pethrali ti portai,
ti lu manda la mamma mia
ch’è cchjù ricca di Maria!
E ninna e ninna la oh...
dormi Gesù e fa’ la vo’... (si ripete)
:
Così recita un'altro canto popolare:
Di lu celu chiovìa manna,
Chidha notti abbenturata
La erba era argentata
E scurria meli,
Risbrendi ‘ssai li celi,
Risbrendi ‘ssai la grutta,
Risbrendi l’aria tutta,
Ch’è maestusa.
La nottata è groliusa
La nottata è tutta luci;
Non è notti, è jornu e luci,
E’ Paradisu
Oggi è festa, gioia e risu,
Cà lu Celu è tuttu d’oru,
la terra è ‘nu tisoru
Di sblenduri.
E chidhi bedhi Pasturi
Meravigghiati poi cantarû:
- Notti no, ch’è jornu chiaru,
Veni mò, cumpagnu caru
Cà li tempi su mutati,
E juraria.
Ogni cosa muta sia
Non è bernu, ma primavera,
Lu tempu non è com’era
A nui ndi ‘nganna.

6 commenti:

  1. Bellissima la prima poesia.Ciao Sellioti vi voglio bene ci vediamo quest'estate Rodolfo.

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  2. Natale una volta si aspettava tutto l'anno,oggi natale è ogni giorno dell'anno.

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  3. Il calore la tradizione le varie manifestazione ,il Natale nel sud è tutto particolare, nel nord sembra un giorno normale al massimo una domenica

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  4. Penso che anche nei paesi il vero valore del Natale sia ormai surcclassato dal Dio Denaro

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  5. Complimenti Zagor continua così, ormai ogni giorno faccio una visita su questo bellissimo blog

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  6. Mi auguro che a strina,u fucu de Natala,u prisepiu,u bombinuzzu cu a palla,ecc..siano ancora rimasti nella nostra tradizione

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