Pizzini per i boss viaggiavano via etere, leggibili, eppure indecifrabili, da tutti gli italiani sul proprio televisore. Messaggi criptati, identificati dai pm calabresi, che passavano sui teleschermi di una delle trasmissioni più seguite dal pubblico sportivo, “Quelli che il calcio”, per essere ricevuti dai detenuti di mafia in regime di carcere duro, il 41 bis.Per comunicare con i boss, cioè, i clan inviavano sms alla trasmissione, che da anni consente ai tifosi di mandare messaggi con i cellulari che poi scorrono sullo schermo. Un sistema con cui spesso passano frasi anche molto personali, dediche d’amore inviate in 120 caratteri o saluti firmati per gli amici lontani. Nessuno, tantomeno gli autori della trasmissione condotta da Simona Ventura, poteva immaginare che dietro quelle frasi a volte sibilline si celassero indicazioni precise per i detenuti di mafia.Un sistema di cui è già stata informata la commissione Antimafia che ha sentito nei giorni scorsi il l’ex vice procuratore nazionale, Enzo Macrì, che ha ribadito come i responsabili del programma fossero completamente all’oscuro di fungere da tramite tra i boss e i propri "picciotti" (leggi la relazione di Macrì ai parlamentari). A quanto pare il sistema era in uso da tempo e in passato utilizzava anche altre trasmissioni televisive che mandano in onda gli sms, così come altri mezzi di comunicazione.
Nei pressi di Rosarno è stata addirittura creata una vera e propria emittente radiofonica per far arrivare messaggi ai detenuti, che hanno il diritto di ascoltare la radio e vedere in certi orari la tv. "Il diritto a vedere una trasmissione televisiva di calcio - afferma Macrì - è ineliminabile e non si può imporre alle reti televisive di non trasmettere i messaggi inviati dai telespettatori. Si tratta di messaggi che i boss recepiscono ed interpretano attraverso il loro contenuto ed il mittente”, ha aggiunto l’ex vice procuratore nazionale. “Questi messaggi hanno spesso un contenuto banale - ha concluso Macrì - che, in realtà, nasconde importanti comunicazioni di servizio ai boss''. (Apcom)
Veramente fantasiosi questi capi clan,i quali fanno di tutto per mantenere i contatti anche dal carcere. Un lavoro veramente difficile è rischioso quello dei pm Calabresi i quali quotidianamente sono impegnati per debellare quest'emergenza primaria della nostra Regione.
RispondiEliminaLa mafia calabrese si aggiorna continuamente non per niente la sua presenza condiziona non solo la Calabria ma l'Italia tutta, compreso parecchi altri paesi stranieri. Totò
RispondiEliminaVERAMENTE INGEGNOSO DIFFICILE DEBELLARLA VISTO CHE MANOVRA TUTTI GLI INTERESSI POLITICI E NON DELLA NOSTRA REGIONE
RispondiEliminaUn plauso alle varie forze dell'ordine impegnate giornalmente a lottare spesso anche contro il muro di gomma della gente della nostra regione. Caterina.
RispondiEliminaUna notizia che serve a farci capire la minuziosa organizzazione mafiosa dove nulla viene dato al caso. Pepè
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