mercoledì 7 settembre 2011

Dopo due anni di studi sulla salute del mare Calabrese da parte della capitaneria di porto si arriva al verdetto: Nessuna sostanza pericolosa nei mari calabresi

La Direzione marittima calabrese delle Capitanerie di porto, coordinata dal capitano di vascello Vincenzo De Luca, ha presentato a Palazzo Campanella il primo documento che fotografa, dopo due anni di studio, lo stato delle coste e del mare di Calabria.  
“Un grande lavoro sinergico - ha sottolineato De Luca - che pone in evidenza criticità e propone soluzioni”. Il presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, nel suo indirizzo di saluto, ha sottolineato “l’importanza del documento della Guardia costiera, da cui è possibile trarre utili indicazioni per costruire azioni di governo e politiche di sviluppo del territorio. La nostra Regione ha posto al centro della sua azione in questi mesi la balneabilità del mare e il recupero del territorio costiero come elementi cardine per lo sviluppo turistico, e quindi, dell’economia e dei servizi”. “Credo che questo incontro di lavoro - ha proseguito il presidente del Consiglio regionale - sarà un’ottima premessa per irrobustire i rapporti interistituzionali. Sappiamo quanta importanza abbiano le Capitanerie di porto, soprattutto a livello locale, per la attenta vigilanza e per i compiti che esse svolgono in tutto il settore marittimo. Soprattutto in una regione come la Calabria, con i suoi ottocento e più chilometri di coste, il compito delle Capitanerie di porto e della Guardia costiera, rivolto alla vigilanza, al controllo e alla difesa dell’ambiente marino, assieme a tutte le operazioni svolte per garantire la sicurezza nella navigazione, si rivela essenziale per tutelare le risorse naturali e consentire lo sviluppo di attività produttive che si svolgono sulle fasce costiere”. “Due anni di ricerche e di confronto di dati su 821 chilometri di coste, sull’ambiente marino, sulle attività dei 117 comuni costieri della Calabria, condensate in seimila pagine, sedicimila fotografie - ha detto il comandante De Luca - che costituiscono una raccolta statistica di notevole spessore. Sono stati censiti 288 relitti, e, allo stato attuale, non vi è traccia di presenza di navi affondate con sostanze pericolose. Peraltro, in collaborazione con l’Arpacal, abbiamo effettuato prove sottocosta senza riscontrare radioattività”. Il presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, ha sottolineato positivamente “l’esito della ricerca, il confronto ed il riscontro delle azioni messe in campo tra istituzioni con diversa responsabilità, ma con l’unico obiettivo di salvaguardare il mare e le coste della Calabria”. Scopelliti, inoltre, ha anticipato alcuni
indirizzi di programmazione della Giunta regionale, come “la proposta di potenziare l’offerta di portualità a fini turistici e sviluppare la crocieristica. La politica - ha detto - ha l’onere della responsabilità di pianificare le azioni utili per il futuro sviluppo. Noi lo stiamo facendo per Gioia Tauro, lavorando assiduamente con il ministro Matteoli, avendo consapevolezza che in questa fase storica molto dipende dalle nostre capacità e dalle risorse che sapremo mettere in campo”. Il presidente della Giunta ha anche affrontato il tema della balneabilità alla luce degli episodi avvenuti durante l’estate. “Abbiamo controllato costantemente i punti critici - ha detto - ed i controlli eseguiti ci permettono di dire che il nostro mare é fruibile nel 92% dei casi. Questo non significa non tenere contro delle criticità emerse dalla filiera della depurazione, come a Paola, lo scorso 12 luglio, quando i dati ci fecero capire che il depuratore lì non funzionava. Ed allora abbiamo anche scoperto che taluni gestori, per risparmiare energia elettrica, di notte chiudevano l’impianto e scaricavano tutto in mare.
Abbiamo constatato anche la presenza di schiuma ed i controlli ci hanno detto che si trattava di mucillagine e non di inquinamento, un fenomeno per noi comunque nuovo che vogliamo affrontare con l’attenzione dovuta”. “È auspicabile - ha aggiunto Scopelliti - che per speculazioni di natura politica non si verifichino più situazioni come quella di Cetraro, con quella devastante comunicazione secondo cui il mare di quel centro presentava tracce di radioattività. Non era vero, ma tutto è servito per mettere paura ai turisti, con gravissimi danni per gli operatori”. “Nelle prossime settimane - ha concluso il presidente della Giunta regionale - avvieremo interventi per un valore di 28 milioni di euro in 50 dei 117 comuni costieri per contenere i danni della mancata depurazione, un primo passo da cui contiamo di avere efficaci risposte efficaci, anche se molto c’é ancora da fare”. Nel corso dell’incontro sono intervenuti il comandante generale della Capitanerie di Porto, ammiraglio Marco Brusco, ed il sottosegretario all’Ambiente, Elio Belcastro, il quale ha dato atto del “grande lavoro svolto dalla Capitaneria e dell’ottimo livello di sinergia emerso tra lo Stato e le sue articolazioni ed i poteri locali”.