venerdì 11 novembre 2011

11.11.2011 una data importante oppure un giorno come gli altri?


Oggi è un giorno molto particolare, di quelli che fano accapponare la pelle
dei superstiziosi molto più del classico “venerdì 13”: alle 11, 11 minuti e 11 secondi dell’11 novembre 2011 (anzi, dell’11/11/11) si realizzerà un lungo palindromo del numero 1.
Secondo la definizione, il “giorno palindromo” è una data del calendario che, scritta con la formula “giorno/mese/anno” ha una perfetta simmetria nella lettura, ovvero si può leggere sia da sinistra verso destra sia da destra verso sinistra. Alle 11:11 (e 11 secondi) di domani, un giorno preso d’assalto anche per matrimoni e altri eventi, avremo un palindromo a 12 cifre, e non ne avremo altri simili per i prossimi 100 anni.
Ma il palindromo ha ispirato e dato il titolo addirittura a un film horror, diretto da Darren Lynn Bousman e “sembra” che questa data davvero “significhi” qualcosa e che il numero 1111sia in grado di mettere in contatto gli uomini con il mondo del soprannaturale.
Non è tutto, perché alcuni prevedono che l’11/11/11 (o al più tardi il 21/12/12) possa esserci la fine del mondo. In questi casi previsioni e profezie si sprecano, ma la loro credibilità e veridicità è chiaramente tutta da dimostrare.
Come quella del 21/12/12, che secondo l’opinione popolare sarebbe stata prevista dai Maya nel loro calendario. Nulla di più sbagliato: tutto sarebbe nato con Cristoforo Colombo e alcuni equivoci e interpretazioni errate sui suoi scritti, come hanno dimostrato alcuni antropologi dell’Università del Kansas in uno studio presentato al IX Simposio internazionale di Archeostronomia a Lima. Secondo gli ultimi studi, tutto ebbe inizio agli albori del 16esimo Secolo, con una combinazione di profezie astrologiche e bibliche per spiegare il nuovo millennio: dopo avere scoperto il Nuovo Mondo, Cristoforo Colombo si sarebbe convinto che l’avere scovato la terra più remota avrebbe condotto la Spagna alla riconquista di Gerusalemme, facendo avverare la fine del pianeta descritta nel Libro della Rivelazione. Per corroborare le sue convinzioni, l’esploratore genovese scrisse un suo Libro delle Profezie, che includeva una sua intervista al leader Maia, fatta nel 1502. Sarebbe stato proprio questo riferimento, ha spiegato negli Usa l’antropologo John Hoopes, ad avere dato adito alle successive speculazioni e congetture di esploratori e missionari, spingendo eccentrici e studiosi a collegare gli antichi Maya, prima di ogni contatto con gli europei, con le credenze popolari astrologiche e religiose del 1500.

Equivoci e distorsioni sono tornati a ogni revival d’interesse per la cultura Maya. Come è avvenuto negli anni ’60, quando il mito è rifiorito con l’alba dell’Età dell’Acquario, segnandone una ripresa: «Le credenze sulla fine del mondo sono presenti in molte culture antiche - ha spiegato ancora Hoopes - ma sono diventate una parte fondamentale dei tempi moderni a partire dal 1499, soprattutto per gli americani. Astrologia, tavolette Ouija, sedute spiritiche, pseudoscienze ed extraterrestri hanno trovato terreno fertile in molte parti dell’America». Basti pensare che Mary Todd Lincoln usò una seduta spiritica per contattare suo figlio, e che anche Nancy Reagan consultava gli astrologi: «Ma tutti questi pensieri magici - secondo Hoopes - aiutano solo a perpetuare miti e credenze che non hanno alcuna base scientifica».