lunedì 23 gennaio 2012

L' F.B.I chiude MegaVideo e MegaUpload i più grandi siti di file-sharing con un archivio infinito di film e musica

  L’FBI chiude MegaVideo e MegaUpload, multa di 500 milioni di dollari! MegaUpload, ovvero uno dei più grandi siti di file-sharing,
  E' attualmente inaccessibile, insieme a MegaVideo , famoso sito per streaming video, in quanto in seguito ad un’indagine dell’Fbi, l’azienda è accusata di aver fatto perdere ben 500 milioni di dollari in termini di mancati introiti all’industria cinematografica a causa del materiale che viola le leggi di copyright e per pirateria di tutte le altre forme di media (musica, giochi) presente sui 3 Siti costruiti dal network: Megaupload, Megavideo e Megaporn. Megaupload aveva giornamente 50 milioni di visite, e rappresentava uno dei più visitati siti web del mondo (13° in classifica). Già il 5 gennaio di quest’anno, i fondatori di Megaupload, società incriminata risiedente in Nuova Zelanda e Hong Kong sono stati accusati dal distretto della Virginia Est di racket, per riciclaggio di denaro, oltre alla violazione delle leggi sul copyright e possono rischiare fino a 50 anni di prigione. Facebook: Intanto sul network Facebook è stata creata una pagina “Rivogliamo MegaVideo e MegaUpload” in mezzora ha avuto 2.500 ‘Mi Piace’ e i fans stanno aumentando ogni secondo.Pugno di ferro degli Stati Uniti contro la pirateria digitale:
l'Fbi, in collaborazione con il Dipartimento della Giustizia americano, ha chiuso il sito Megaupload.com e Megavideo.com, ottenendo l'arresto del fondatore e di altre tre persone. Megaupload è uno dei più noti e più imponenti archivi di film, musica e software, spesso pubblicati senza autorizzazione. Secondo l'accusa, l'attività di Megaupload è costata più di 500 milioni di dollari in mancati profitti ai legittimi detentori del copyright. Il fondatore del sito, Kim Schmitz, e altri tre sono stati arrestati in Nuova Zelanda su richiesta delle autorità statunitensi. Altre due persone sono ricercate e numerose altre due risultano incriminate. L'atto di forza arriva a 24 ore dallo sciopero di internet  per protestare contro il Sopa, la legge antipirateria in discussione al Congresso che, secondo molte internet company tra cui Google e Wikipedia, metterebbe a repentaglio la libertà di espressione online. L'offensiva dei pirati. La risposta degli hacker non si è fatta attendere: anunciando su Twitter l'operazione #OpMegaUpload, l'attacco di alcuni individui legati ad Anonymous ha reso irrangiungibili i siti del dipartimento di Giustizia statunitense, della casa discografica Universal, della Recording Industry Association of America (Riaa) e della Motion Picture Association of America (Mpaa).
 Cos'è Megaupload?
Tecnicamente il sito si presenta come un "cyberlocker", una sorta di magazzino tramite il quale gli utenti possono archiviare file troppo grandi da spedire via e-mail per condividerli in via riservata con altre persone. Un uso del tutto legittimo nel quale si innesta una zona grigia di illegalità, poiché molti caricano file protetti da copyright e poi diffondono il link per scaricarli su forum e blog, mettendo di fatto in piedi un giro di contenuti pirata. Megaupload guadagna vendendo pubblicità sulle sue pagine e facendosi pagare da gli utenti che vogliano scaricare più di un certo numero di file a velocità più elevata.

In un comunicato pubblicato poco prima della chiusura, Megaupload bollava come ridicole le accuse di violazione del copyright, affermando che "la stragrande maggioranza del traffico generato dal sito è legale. Siamo qui per restare", garantiva Megaupload, aprendo al dialogo con l'industria dell'entertainment che, scrivevano gli autori del messaggio, "vuole avvantaggiarsi della nostra popolarità".