La Procura della Repubblica di Catanzaro vuole fare luce al
più presto sulla presunta compravendita di voti alle ultime elezioni
comunali. Tutte le irregolarità nella sezione incriminata
La Procura della Repubblica di Catanzaro ha avviato le verifiche sulle schede votate per le elezioni comunali che sono state sequestrate sabato scorso nell’ambito di una inchiesta su una presunta compravendita di voti che vede indagato un consigliere eletto del centrodestra ed altre due persone. In particolare, le verifiche riguardano il raffronto tra il numero del timbro della sezione elettorale e quelli che ci sono sulle schede. La Procura, inoltre, intende anche verificare se é stato utilizzato un normografo per esprimere il voto di preferenza per il consigliere eletto indagato. Le verifiche riguarderanno tutte le sezioni elettorali in cui il consigliere eletto ha ottenuto delle preferenze. Al vaglio degli inquirenti c’é anche il sistema della “scheda ballerina”. Il sistema, secondo l’ipotesi accusatoria, consiste nel far uscire da un seggio una scheda vidimata ma non votata. Sulla scheda viene scritto il nome del candidato e viene consegnata all’elettore che entra nella sezione, ritira una scheda bianca ma deposita nell’urna quella che gli è stata consegnata all’esterno del seggio. La scheda bianca viene poi portata, a riprova dell’avvenuto voto, ai supporter del candidato che pagato per la preferenza. Su questo sistema la Procura intende fare chiarezza sia per capire se è stata realmente utilizzata una “scheda ballerina” e sia per accertare come è stato possibile che dalla sezione sia uscita una scheda vidimata. Gli inquirenti non escludono che l’inchiesta possa coinvolgere altre persone. Intanto sono diverse le irregolarità riscontrate dall’Ufficio centrale e riportate nel verbale per il completamento delle operazioni non ultimate dalla sezione 85 per le elezioni comunali di Catanzaro. L’Ufficio centrale ha provveduto al raffronto dei dati risultati dalle tabelle di scrutinio con quelli emersi dal verbale di sezione, nonché al conteggio delle schede pervenute. Dagli accertamenti è emerso che un “numero di schede votate - é scritto nel verbale - e scrutinate (886) superiore al numero dei votanti (884). Un numero di voti validi di lista (823) inferiore al numero di voti validi attribuiti ai candidati al consiglio comunale (828) ed anche al numero dei voti validi attribuiti ai candidati a sindaco (877)”.
Nel verbale viene poi dato atto che tra le schede “pervenute ne risultano 37, separatamente fascicolate, accompagnate da un foglietto sul quale l’ufficio di sezione ha segnalato trattasi di schede “prima contestate, poi confermate”, con voto “al sindaco dato ma non dato alla lista in alcuni casi”. Poiché di tali schede contestate non v’è alcuna traccia a verbale, non è possibile individuare quelle contenenti un voto “non dato alla lista in alcuni casi”, ne è possibile conoscere i motivi della non attribuzione del voto medesimo”. C’è poi il caso di “tre schede - è aggiunto nel verbale - prive della prescritta firma da parte di uno dei componenti del seggio, ma timbrate”. Dai controlli è emerso inoltre che “i votanti - è scritto ancora - nella sezione sono stati effettivamente 884 ma che alcuni di essi (19 maschi e 10 femmine) sono stati registrati due volte nel registro delle tessere elettorali. Più precisamente nei suddetti registri è stata rilevata una doppia iscrizione del numero identificativo dell’elettore e, in corrispondenza di tale numero, quello della tessera elettorale esibita, numero che, in alcuni casi, risulta lo stesso per entrambe le annotazioni, in altri casi, invece, risulta diverso, ossia risultano annotati due diversi numeri di tessera elettorale in relazione al medesimo elettore”.
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