Sul giovane in fuga pesa la maledizione dei genitori: sciogliersi come cera colpito dai raggi del sole.
Niliu può incontrare la moglie e il figlio nato dall'unione con
la fanciulla, soltanto di notte nel lungo cunicolo naturale che dalla
cima del monte arriva fin sul mare, nei pressi della foce del Corace,
dove nel frattempo aveva trovato riparo il resto della famiglia. Il
giovane viene avvertito del sorgere del sole dal canto del gallo.
La bella storia d'amore tra il principe e la popolana arricchita
dal sorriso di un fanciullo rubicondo, va avanti per parecchio rtempo
e fino ….. fino a quando le fate hanno deciso di non far cantare il
gallo.
Nella fatidica alba, sorpreso dai raggi del sole, Niliu in preda
alla disperazione, al servo fedele che chiede conto del lascito delle
ricchezze, predice di lasciare tutto al diavolo, il quale a sua
volta, diviso il denaro in tre gruzzoli (d'oro, d'argentoo e di
bronzo) lo nasconde nelle viscere del monte. L'incantesimo, narra la
leggenda in conclusione, si può solo rompere con il ricorso a pratica
diabolica.
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La grotta a Tiriolo CZ |
Si riporta di seguito il
"Canto do Re Niliu" (brano in
dialetto tiriolese
tratto dal testo di una rappresentazione teatrale scritto dagli alunni
e dai docenti della 1a B e 1a C - anno scolastico 1987/88 - della
scuola media statale "V. De Filippis" di Tiriolo) dove si immagina che
Demodoco (cantore della corte di Alcinoo) narra tale leggenda per
allietare una delle serate trascorse da Ulisse nella terra di Tiriolo.
(in corsivo è riportata la voce del coro).
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