Sono complessivamente 969 gli uffici soppressi nell’ambito del
decreto legislativo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie
approvato dal Consiglio dei ministri. Si tratta di 37 tribunali, 38
procure, 220 sezioni distaccate e 674 giudici di pace. Il totale del
personale così recuperato ammonta a 7.603 unità, di cui 2.454 giudici,
pm e magistrati ordinari. La riduzione degli uffici giudiziari
comporterà risparmi di spesa pari a circa 2.889.597 euro per il 2012,
17.337.581 per il 2013 e 31.358.999 per il 2014. In Calabria chiudono i
tribunali di Castrovillari, Lamezia Terme, Paola e Rossano. La revisione
delle circoscrizioni giudiziarie, voluta dal Governo, non cambia dunque
le previsioni e conferma la chiusura dei quattro presidi calabresi. La
conferma arriva dalla documentazione pubblicata sul sito internet del
ministero della Giustizia, nella quale si evidenzia che tra i 37
tribunali soppressi in tutta Italia ci sono anche quattro sedi della
regione. Lamezia Terme sarà, quindi, accorpata a Catanzaro, mentre
Castrovillari, Paola e Rossano con Cosenza. “La decisione di tagliare
ben quattro sedi giudiziarie in Calabria, annunciata dal Ministro della
Giustizia Severino, è insensata e irresponsabile. Si tratta – dice il
presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico - di una vera e
propria fuga dello Stato da territori già soffocati da fenomeni
pericolosissimi di criminalità organizzata che limitano da tempo le
libertà democratiche dei cittadini. Servirebbe una intensificazione
dell’azione delle istituzioni – continua Talarico - sostenendo il lavoro
che spesso in solitudine svolgono magistrati e forze dell’ordine
impegnate sul campo e invece si risponde con tagli irragionevoli che
comporteranno, come naturale conseguenza, una forte deflagrazione
sociale indebolendo la già difficile azione di lotta alla mafia. Per noi
– conclude Talarico - le sedi giudiziarie che si vogliono tagliare sono
“ insopprimibili “ e lo spiegheremo chiaramente nel corso di un
Consiglio regionale straordinario e d’urgenza che sarà aperto alle
istituzioni locali ed agli ordini professionali interessati e che
convocherò per la prossima settimana. Sarà tutta la Calabria, nelle sue
componenti istituzionali, sociali e civili, ad alzare la voce contro una
decisione ingiusta, burocratica e insensibile di fronte alle insidie
pericolose della criminalità organizzata”. Io non mi arrendo. Questo è
il momento della lotta e della iniziativa. La proposta di decreto del
Governo è profondamente sbagliata”. Così il sindaco di Lamezia terme,
Gianni Speranza. “Bisogna utilizzare - aggiunge - tutti i margini che ci
sono, anche nel testo del decreto, affinché nei passaggi successivi su
Lamezia si decida positivamente. Già nelle settimane passate ho scritto
alle commissioni parlamentari di Camera e Senato che dovranno dare un
parere sul testo del Governo per essere ascoltati come comunità di
Lamezia. Riproporrò con forza questa richiesta insieme ai Parlamentari.
“Un procuratore della Repubblica non ama parlare in termini di giusto o
sbagliato rispetto all’operato del Governo, perché....
sta qui per
applicarle, le leggi e non per criticarle. Ma chiaramente, diciamo che,
dalla prospettiva della gente, ci si aspettava una tipologia d’impegno
diverso, rispetto a questo territorio, proprio in relazione alle
problematiche di cui è purtroppo fornito”. Sono le parole del
procuratore di Paola, Bruno Giordano, che ha partecipato alla giornata
di protesta organizzata da avvocati e dipendenti del tribunale della
città tirrenica, che è a rischio chiusura a causa dei tagli previsti dal
Governo. “La gente ha il diritto di protestare, nei termini in cui lo
faccia civilmente”, ha detto Giordano. “Il rischio, percepito da tutti, -
spiega - è che si allontani la giustizia dal cittadino, con le
conseguenze, in un territorio ad alta densità criminale, che sono
facilmente intuibili. Se bisogna prendere la macchina per fare due ore
di strada per arrivare alla sede giudiziaria più vicina, questa è una
remora ulteriore nel rapporto tra il cittadino e la giustizia”. La
manifestazione ha registrato la presenza di cittadini, avvocati e
dipendenti del tribunale di Paola. Tanti i sindaci che hanno preso la
parola e che hanno proposto azioni di protesta, anche eclatanti.
ma i chiudanu tutti accussiii ni facimu giustizia comu volimu nui
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