Concluse le indagini sui falsi esami all’Unical. Uno studente ne avrebbe sostenuto 7 in un giorno
Per superare gli esami della facoltà di Lettere e
filosofia non serviva studiare ma bastava conoscere l’impiegato giusto
che, come per magia, riusciva ad esaudire il desiderio di tanti
studenti: ottenere la laurea in tempi brevi e senza troppa fatica. È
questo lo scenario emerso nel corso delle indagini della Procura di
Cosenza sui falsi esami dalla facoltà di Lettere e filosofia
dell’Università della Calabria. Dopo un anno e mezzo la Procura ha
chiuso le indagini che vedono coinvolte 75 persone, tra laureati,
laureandi, un tutor e due impiegati amministrativi. I sostituti
procuratori di Cosenza e Catanzaro, Antonio Tridico ed Alessia Miele,
contestano agli indagati, a vario titolo, i reati di falso e
introduzione abusiva nel sistema informatico dell’ateneo. Le indagini
hanno avuto inizio nel marzo del 2011 dopo la denuncia del preside della
facoltà, Raffaele Perrelli, che nel corso di una seduta di laurea non
riconobbe come sua la firma apposta su uno degli statini inseriti nel
fascicolo di un candidato. Nel corso delle indagini è stato sequestrato
un ingente quantitativo di materiale e sono state compiute numerose
consulenze grafologiche che hanno portato alla luce un complesso sistema
di “collaborazione” per “agevolare” l’iter accademico di studenti
“ansiosi di giungere al conseguimento della laurea, senza compiere
alcuno sforzo”. Sono stati acquisiti i fascicoli personali di circa
settemila studenti laureatisi dal 2004 al 2011. Tra gli oltre ventimila
atti sequestrati è emerso il singolare caso di uno studente (attualmente
indagato) il quale è riuscito a farsi attestare sette esami in un
giorno, superati tutti brillantemente con un bel trenta e lode, filando
via verso la laurea, conseguita, naturalmente, con il massimo dei voti.
Il sostituto procuratore della Repubblica, Antonio Tridico, contesta
agli indagati, a vario titolo, i reati di falso e introduzione abusiva
nel sistema informatico dell’Ateneo. Le indagini hanno avuto inizio
dopo la denuncia del preside della facoltà di lettere e filosofia,
Raffaele Perrelli, che fu informato che un docente della sua facoltà,
Roberto Bondì, non aveva riconosciuto come sua la firma apposta in uno
degli statini inseriti nel fascicolo di un candidato in una seduta di
laurea. Nel corso delle indagini è stato sequestrato un ingente
quantitativo di materiale e sono state compiute numerose consulenze
grafologiche che hanno portato alla luce un complesso sistema di
"collaborazione" per "agevolare" l’iter accademico di studenti «ansiosi
di giungere al conseguimento della laurea, senza compiere alcuno
sforzo».
Le notifiche dell’avviso di conclusione delle indagini hanno avuto
inizio stamane ed ora gli indagati hanno a disposizione 20 giorni per
chiedere alla Procura di essere sentiti oppure per presentare memorie
difensive. L’inchiesta sui falsi esami alla facoltà di Lettere ha
portato a scoprire un sistema che era diffuso in tutto l’Ateneo. La
Procura, infatti, da alcuni mesi sta effettuando accertamenti e
verifiche su sette facoltà. Nel luglio scorso sono stati acquisiti gli
atti relativi alle lauree conseguite dal 2008 al 2011. C'è anche chi è
riuscito a dare sette esami in un giorno, superandoli tutti
brillantemente con un bel trenta e lode, filando via verso la laurea
conseguita, naturalmente, con il massimo dei voti. È una delle vicende
ricostruite dalla Procura della Repubblica di Cosenza nell’avviso di
conclusione delle indagini per i falsi esami alla facoltà di lettere
dell’Università della Calabria.
IL MECCANISMO DELLA TRUFFA - Il sostituto
procuratore Antonio Tridico ha sequestrato oltre 20 mila atti attraverso
i quali ha ricostruito minuziosamente le modalità con le quali gli
studenti riuscivano ad attribuirsi gli esami pur non avendoli mai
sostenuti. Il meccanismo utilizzato era semplice: si fotocopiava uno
statino già utilizzato, si sostituiva il nome dello studente che aveva
realmente sostenuto l’esame, si apponeva la firma del docente, con
quest’ultimo ignaro di tutto, e si inseriva nel fascicolo del futuro
laureando. Su alcuni documenti è stata trovata anche la firma di
qualche docente che ormai non insegna più da anni nell’Università della
Calabria.
Anni e anni di studio, impegno, serieta', sacrifici enormi ecc. ecc. per vedersi " gratuitamente infangare" da parte di persone senza scrupoli e senza dignita' , che hanno fatto della " menzogna " il loro baluardo ....Che amarezza..... PER FORTUNA chi studia con " serieta' " ESISTE ANCORA , ma soprattutto ....le Universita' che funzionano ESISTONO .
RispondiEliminabeh giusto per rimanere in teme questi sono i risultati delle persone che poi vanno da conti che vergogna
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