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martedì 18 settembre 2012

Ti vuoi laureare all'Unical di Cosenza in lettere o filosofia? Semplice! basta conoscere l'impiegato giusto e in un giorno puoi sostenere anche 7 esami con il massimo dei voti




Concluse le indagini sui falsi esami all’Unical. Uno studente ne avrebbe sostenuto 7 in un giorno
Per superare gli esami della facoltà di Lettere e filosofia non serviva studiare ma bastava conoscere l’impiegato giusto che, come per magia, riusciva ad esaudire il desiderio di tanti studenti: ottenere la laurea in tempi brevi e senza troppa fatica. È questo lo scenario emerso nel corso delle indagini della Procura di Cosenza sui falsi esami dalla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università della Calabria. Dopo un anno e mezzo la Procura ha chiuso le indagini che vedono coinvolte 75 persone, tra laureati, laureandi, un tutor e due impiegati amministrativi. I sostituti procuratori di Cosenza e Catanzaro, Antonio Tridico ed Alessia Miele, contestano agli indagati, a vario titolo, i reati di falso e introduzione abusiva nel sistema informatico dell’ateneo. Le indagini hanno avuto inizio nel marzo del 2011 dopo la denuncia del preside della facoltà, Raffaele Perrelli, che nel corso di una seduta di laurea non riconobbe come sua la firma apposta su uno degli statini inseriti nel fascicolo di un candidato. Nel corso delle indagini è stato sequestrato un ingente quantitativo di materiale e sono state compiute numerose consulenze grafologiche che hanno portato alla luce un complesso sistema di “collaborazione” per “agevolare” l’iter accademico di studenti “ansiosi di giungere al conseguimento della laurea, senza compiere alcuno sforzo”. Sono stati acquisiti i fascicoli personali di circa settemila studenti laureatisi dal 2004 al 2011. Tra gli oltre ventimila atti sequestrati è emerso il singolare caso di uno studente (attualmente indagato) il quale è riuscito a farsi attestare sette esami in un giorno, superati tutti brillantemente con un bel trenta e lode, filando via verso la laurea, conseguita, naturalmente, con il massimo dei voti.

 Il sostituto procuratore della Repubblica, Antonio Tridico, contesta agli indagati, a vario titolo, i reati di falso e introduzione abusiva nel sistema informatico dell’Ateneo.   Le indagini hanno avuto inizio dopo la denuncia del preside della facoltà di lettere e filosofia, Raffaele Perrelli, che fu informato che un docente della sua facoltà, Roberto Bondì, non aveva riconosciuto come sua la firma apposta in uno degli statini inseriti nel fascicolo di un candidato in una seduta di laurea. Nel corso delle indagini è stato sequestrato un ingente quantitativo di materiale e sono state compiute numerose consulenze grafologiche che hanno portato alla luce un complesso sistema di "collaborazione" per "agevolare" l’iter accademico di studenti «ansiosi di giungere al conseguimento della laurea, senza compiere alcuno sforzo».   
Le notifiche dell’avviso di conclusione delle indagini hanno avuto inizio stamane ed ora gli indagati hanno a disposizione 20 giorni per chiedere alla Procura di essere sentiti oppure per presentare memorie difensive. L’inchiesta sui falsi esami alla facoltà di Lettere ha portato a scoprire un sistema che era diffuso in tutto l’Ateneo. La Procura, infatti, da alcuni mesi sta effettuando accertamenti e verifiche su sette facoltà. Nel luglio scorso sono stati acquisiti gli atti relativi alle lauree conseguite dal 2008 al 2011. C'è anche chi è riuscito a dare sette esami in un giorno, superandoli tutti brillantemente con un bel trenta e lode, filando via verso la laurea conseguita, naturalmente, con il massimo dei voti. È una delle vicende ricostruite dalla Procura della Repubblica di Cosenza nell’avviso di conclusione delle indagini per i falsi esami alla facoltà di lettere dell’Università della Calabria.
IL MECCANISMO DELLA TRUFFA - Il sostituto procuratore Antonio Tridico ha sequestrato oltre 20 mila atti attraverso i quali ha ricostruito minuziosamente le modalità con le quali gli studenti riuscivano ad attribuirsi gli esami pur non avendoli mai sostenuti.   Il meccanismo utilizzato era semplice: si fotocopiava uno statino già utilizzato, si sostituiva il nome dello studente che aveva realmente sostenuto l’esame, si apponeva la firma del docente, con quest’ultimo ignaro di tutto, e si inseriva nel fascicolo del futuro laureando.   Su alcuni documenti è stata trovata anche la firma di qualche docente che ormai non insegna più da anni nell’Università della Calabria.

2 commenti:

  1. Anni e anni di studio, impegno, serieta', sacrifici enormi ecc. ecc. per vedersi " gratuitamente infangare" da parte di persone senza scrupoli e senza dignita' , che hanno fatto della " menzogna " il loro baluardo ....Che amarezza..... PER FORTUNA chi studia con " serieta' " ESISTE ANCORA , ma soprattutto ....le Universita' che funzionano ESISTONO .

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  2. beh giusto per rimanere in teme questi sono i risultati delle persone che poi vanno da conti che vergogna

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