Centrale a biomasse in Presila, Sel: non avrebbe nulla di scientifico
"Volerla realizzare è frutto di una visione distorta, superficiale, poco lungimirante, folle, subalterna a logiche arretrate "
La scienza non è neutrale’’.Questo ci ha insegnato Marcello
Cini, uno dei padri dell’ambientalismo scientifico e fisico di fama
internazionale. Ma non serve essere fisici, basta avere un po’ di buon
senso, per capire che il tentativo di costruire una centrale a biomasse
(in realtà un inceneritore mascherato), nella pre-Sila catanzarese, nel
cuore del nostro piccolo polmone verde, non ha nulla di scientifico, di
razionale e neanche di conveniente dal punto di vista strettamente
economico, se non per una ristretta cerchia di addetti ai lavori, ma non
certo per la popolazione che vive nel territorio” Lo si legge in una nota stampa del Circolo Catanzaro Centro di Sel.
“In questo momento c’è una vera e propria battaglia in corso tra i
pochi che vogliono la centrale ed i cittadini che si oppongono e che
esprimono in maniera democratica il loro dissenso, anche attraverso
raccolte di firme che hanno avuto un esito plebiscitario. Riteniamo che
il volere una centrale a biomasse è frutto di una visione distorta,
superficiale, poco lungimirante, folle, subalterna a logiche arretrate
che non tengono conto di tutto il dibattito che si è svolto in questi
ultimi decenni riguardo alle scelte da compiere in materia energetica e,
soprattutto, riguardo alla compatibilità tra ambiente, territorio e
distruzione degli eco-sistemi. Perché di questo si tratta. Costruire una
centrale in un territorio così fragile come quello della Sila, già
devastato da abusivismo e incendi e a pochi km dal parco nazionale della
Sila, significa decretare una parabola di decadenza e distruzione del
territorio, senza pensare, poi, alla salute dei cittadini che,
sicuramente, ne verrebbe compromessa. E il processo sarebbe, purtroppo,
irreversibile. Lo dimostrano l’ILVA di Taranto, il Petrolchimico di
Marghera, la raffineria a Falconara, la disperazione di migliaia di
famiglie a Crotone, dove la stessa logica perversa che ora vuole
avvelenare la Sila ed il lago Passante, impedendoci persino di
utilizzare la terra e i suoi prodotti, e facendo così fallire le
aziende, ha permesso che il cancro diventasse una tragedia diffusa e
quotidiana.
Il diritto alla salute e ad un ambiente non inquinato vengono prima
di qualsiasi esigenza, o presunta tale, produttiva; non è un surplus
di energia che ci serve, ma un’economia adeguata alle reali esigenze di
chi vive in questa terra. Non ci sono più alibi per rimediare ai guasti
di un modello economico distruttivo per la natura e l’umanità. Non
vogliamo permettere che, per ingenuità o calcolo economico, la
popolazione possa essere ricattata con la promessa di qualche posto di
lavoro che, contemporaneamente, tra l’altro, annullerebbe la
possibilità di crearne altri e di più, legati, invece, alla reale
vocazione del nostro territorio, al turismo, all’agricoltura
eco-sostenibile, ed a tutto un patrimonio di saperi, di intelligenze,
esperienze presenti da sempre anche se inascoltate o non abbastanza
valorizzate. Per tutti questi
motivi, in attesa che la magistratura
faccia chiarezza, dopo aver acquisito tutta la documentazione sulle
autorizzazioni rilasciate per la realizzazione dell’impianto da parte
del Dipartimento Attività Produttive della Regione Calabria, saremo al
fianco al Comitato Biomassa ed a tutti i cittadini e le forze politiche
che in questo momento si sentono impegnate in questa che è una vera e
propria lotta di civiltà per evitare che la Sila si trasformi nel
peggiore incubo mai sognato”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Il futuro economico della nostra area deve basarsi sulle nostre REALI potenzialità e non realizzando inceneritori mascherati per la citta di Catanzaro e paesi vicini. E' giusto "sfruttare" i boschi ma con criterio (come fanno in Austria dove, portanto avanti uno sfruttamento controllato, la massa boschiva aumenta ogni anno).Non facciamoc fregare come al solito! W LA PRESILA!!!
RispondiElimina