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sabato 17 novembre 2012

Per l'eventuale realizzazione della centrale a biomassa nel territorio di Sorbo San Basile nulla di scientifico ma solo un vero scempio per il bellissimo altopiano Silano

  Centrale a biomasse in Presila, Sel: non avrebbe nulla di scientifico
"Volerla realizzare è frutto di una visione distorta, superficiale, poco lungimirante, folle, subalterna a logiche arretrate "
La scienza non è neutrale’’.Questo ci  ha insegnato Marcello Cini, uno dei padri dell’ambientalismo scientifico e fisico di fama internazionale. Ma non serve essere fisici, basta avere un po’ di buon senso, per capire che il tentativo di costruire una centrale a biomasse (in realtà un inceneritore mascherato), nella pre-Sila catanzarese, nel cuore del nostro piccolo polmone verde, non ha nulla di scientifico, di razionale e neanche di conveniente dal punto di vista strettamente economico, se non per una ristretta cerchia di addetti ai lavori, ma non certo per la popolazione che vive nel territorio” Lo si  legge in una nota stampa del Circolo Catanzaro Centro di Sel.
In questo momento c’è una vera e propria battaglia in corso tra i pochi che vogliono la centrale ed i cittadini che si oppongono e che esprimono in maniera democratica il loro dissenso, anche attraverso raccolte di firme che hanno avuto un esito plebiscitario. Riteniamo che il volere una centrale a biomasse è frutto di una visione distorta, superficiale, poco lungimirante, folle, subalterna a logiche arretrate che non tengono conto di tutto il dibattito che si è svolto in questi ultimi decenni riguardo alle scelte da compiere in materia energetica e, soprattutto, riguardo alla compatibilità tra ambiente, territorio e distruzione degli eco-sistemi. Perché di questo si tratta. Costruire una centrale in un territorio così fragile come quello della Sila, già devastato da abusivismo e incendi e a pochi km dal parco nazionale della Sila, significa decretare una parabola di decadenza e distruzione del territorio, senza pensare, poi, alla salute dei cittadini che, sicuramente, ne verrebbe compromessa.  E il processo sarebbe, purtroppo, irreversibile. Lo dimostrano l’ILVA di Taranto, il Petrolchimico di Marghera, la raffineria a Falconara, la disperazione di migliaia di famiglie a Crotone, dove la stessa logica perversa che ora vuole avvelenare la Sila ed il lago Passante, impedendoci  persino di  utilizzare la terra e i suoi prodotti, e facendo così fallire le aziende, ha permesso che il cancro diventasse una tragedia diffusa e quotidiana.
Il diritto alla salute e ad un ambiente non inquinato vengono prima di qualsiasi  esigenza, o presunta tale, produttiva; non è un surplus di energia che ci serve, ma un’economia adeguata alle reali esigenze di chi vive in questa terra. Non ci sono più alibi per rimediare ai guasti di un modello economico distruttivo per la natura e l’umanità. Non vogliamo permettere che, per ingenuità o calcolo economico, la popolazione possa essere ricattata con la promessa di  qualche posto di lavoro che, contemporaneamente, tra l’altro,  annullerebbe la possibilità di crearne altri e di più, legati, invece, alla reale vocazione del nostro territorio, al turismo, all’agricoltura eco-sostenibile, ed a tutto un patrimonio di saperi, di intelligenze, esperienze presenti da sempre anche se inascoltate o non abbastanza valorizzate. Per tutti questi
motivi, in attesa che la magistratura faccia chiarezza, dopo aver acquisito tutta la documentazione sulle autorizzazioni rilasciate per la realizzazione dell’impianto da parte del Dipartimento Attività Produttive della Regione Calabria, saremo al fianco al Comitato Biomassa ed a tutti i cittadini e le forze politiche che in questo momento si sentono impegnate in questa che è una vera e propria lotta di civiltà per evitare che  la Sila si trasformi nel peggiore incubo mai sognato”.

1 commento:

  1. Il futuro economico della nostra area deve basarsi sulle nostre REALI potenzialità e non realizzando inceneritori mascherati per la citta di Catanzaro e paesi vicini. E' giusto "sfruttare" i boschi ma con criterio (come fanno in Austria dove, portanto avanti uno sfruttamento controllato, la massa boschiva aumenta ogni anno).Non facciamoc fregare come al solito! W LA PRESILA!!!

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