Si inasprisce la vertenza dei traporti che vede coinvolti i pullman
delle autolinee Foderaro che va avanti dal 2 dicembre. Gli autisti si
sono incatenati ieri mattina davanti al tribunale di Lamezia, assistiti
dalla sindacalista Cisal Mungari, e hanno annunciato che metteranno in
atto lo sciopero della fame. Non accettano la decisione dell'azienda che
ha annunciato una serie di licenziamenti esecutivi dal primo gennaio.
Dall'altra
parte, intanto, il braccio di ferro ha visto ieri Battista Foderaro il
titolare dell'omonima azienda di trasporti, indire una conferenza
stampa per spiegare gli ultimi accadimenti che l'hanno vista
protagonista: «Nel giro di due tre giorni, il tempo di concludere le
procedure e l'azienda chiude», ha annunciato, scrivendo quindi un altro
capitolo della vicenda che va avanti dallo scorso 2 dicembre, quando i
24 autisti hanno deciso di bloccare le corse.
A complicare la
situazione c'è il periodo di franchigia iniziato ieri e che dura sino
al 7 gennaio, periodo per cui gli scioperi non sono autorizzati per
legge. Domenica scorsa la polstrada ha disposto il fermo di alcuni
autobus sostitutivi ingaggiati dall'azienda per dare il servizio a quei
passeggeri che avevano già prenotato il biglietto: «Ci siamo preoccupati
di garantire il viaggio a gente che veniva per il periodo natalizio -
afferma Foderaro -. La costituzione prevede la libertà di movimento. Noi
lo abbiamo fatto per atto doveroso. I colleghi noleggiati si sono visti
sequestrare l'autobus, mentre facevano un servizio per nostro conto. La
polizia stradale li ha fermati dicendo che il servizio era abusivo. Ma
non è così perché noi abbiamo fittato l'autobus pagando regolarmente». E a nulla è servita...
nemmeno la precettazione disposta dal prefetto:
Foderaro ha spiegato che per le tratte interregionali la commissione di
garanzia degli scioperi non ha mai regolamentato i servizi minimi
essenziali, perché non si era mai verificato un caso, pertanto è
previsto che le parti (sindacato e azienda) si possono incontrare per
stabilire tali servizi. E la situazione, quindi resta sempre più
ingarbugliata.
articolo tratto
dal Quotidiano della Calabria
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