Come parlare della Calabria oggi?
Come costruire un’efficace e
veritiera narrazione della nostra regione, senza scivolare in banalità,
scuse, pregiudizi cui molta parte dei commentatori nazionali e locali ci
hanno abituato? Ci riesce un giornalista di lungo corso come Filippo
Veltri, firma di punta dell’Unità e responsabile per molti anni della
redazione calabrese dell’agenzia di stampa Ansa, che con “La Calabria
dolente”, appena pubblicato dalla casa editrice reggina Città del Sole
Edizioni, raccoglie diversi interventi apparsi nel corso dell’ultimo
anno su “Il Quotidiano della Calabria” e “Il Lametino”.
Una voce autorevole, puntuale e sferzante che attraversa temi salienti
della Calabria: il senso civico dei suoi cittadini, la responsabilità
politica e l’efficacia dell’azione dei suoi amministratori, il problema
della ‘ndrangheta, la sua penetrazione negli alti livelli, la reazione
civile e la lotta antimafia, anche quando questa diventa parata e
mestiere, la posizione della Chiesa di fronte a questo problema. Sono
tracce di pensiero che si snodano efficacemente da un commento a un
altro costruendo l’immagine di una terra che oggi più che mai appare
“dolente”, stretta com’è da tentativi più o meno validi di rinnovamento
sociale, civile e politico e la permanenza di vecchie logiche di potere, meschine mentalità diffuse e pervasiva cultura mafiosa.
Necessaria è quindi l’esigenza di un racconto normale dei fatti “di cui
gli stessi calabresi devono farsi interpreti”, nonché di “una presa di
coscienza amara” che non cada, scrive Veltri, “nel rancorismo, nel
provincialismo, nel vittimismo: tre angoli per lanciare, appunto, con
serietà e rigore, l’approccio alla narrazione normale della Calabria,
che poi significa narrazione di quel che accade senza sconti a nessuno,
ma anche di quel che accade e che non viene raccontato da nessuno”.
Nella prefazione Aldo Varano, altra firma storica del giornalismo
calabrese, commenta così il volume: “Non mi sono mai apparse riflessioni
sparse su argomenti pur importanti di
varia umanità ma una lettura
della Calabria questa sì “organica e coerente”, dispiegata attraverso
storie, commenti e riflessioni su fatti specifici, analisi politiche che
hanno sempre il vantaggio della freschezza e l’efficacia
dell’immediatezza così da offrire meglio l’occasione e la riflessione di
uno sguardo lungo sulla nostra regione”.
di Oriana Schembari
simu capu tosta
RispondiEliminaneanche noi calabresi capiamo i calabresi
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