
mercoledì 17 marzo 2010
LEGGENDA SUL DIRITTO DEL BARONE SULLA PRIMA NOTTE DI NOZZE

martedì 16 marzo 2010
RITORNO DI SAN NICOLA NELLA COMUNITA' SELLIESE
Domenica 21 ritorna la bellissima statua restaurata del nostro amato protettore San Nicola.Nella locandina il progamma che inizia con l'arrivo della statua verso le 17.30 (alla fermata dei pulman):Ne approfittiamo per inserire la leggenda? Del miracolo dei tre bambini ripresa in 2 versioni.
EVVIVA IL NOSTRO PROTETTORE SAN NICOLA
Secondo una prima versione, il fatto sarebbe accaduto mentre Nicola si recava al concilio di Nicea. Fermatosi ad un’osteria, gli fu presentata una pietanza a base di pesce, almeno a quanto diceva l’oste. Nicola, divinamente ispirato, si accorse che si trattava invece di carne umana. Chiamato l’oste, espresse il desiderio di vedere come era conservato quel “pesce”. L’oste lo accompagnò presso due botticelle piene della carne salata di tre bambini da lui uccisi. Nicola si fermò in preghiera ed ecco che le carni si ricomposero e i bambini saltarono allegramente fuori dalle botti. La preghiera di Nicola spinse l’oste alla conversione, anche se in un primo momento questi aveva cercato di nascondere il suo misfatto.
EVVIVA IL NOSTRO PROTETTORE SAN NICOLA
Secondo una prima versione, il fatto sarebbe accaduto mentre Nicola si recava al concilio di Nicea. Fermatosi ad un’osteria, gli fu presentata una pietanza a base di pesce, almeno a quanto diceva l’oste. Nicola, divinamente ispirato, si accorse che si trattava invece di carne umana. Chiamato l’oste, espresse il desiderio di vedere come era conservato quel “pesce”. L’oste lo accompagnò presso due botticelle piene della carne salata di tre bambini da lui uccisi. Nicola si fermò in preghiera ed ecco che le carni si ricomposero e i bambini saltarono allegramente fuori dalle botti. La preghiera di Nicola spinse l’oste alla conversione, anche se in un primo momento questi aveva cercato di nascondere il suo misfatto.
lunedì 15 marzo 2010
"JUS PRIMAE NOCTIS" IL DIRITTO DEL BARONE DELLA PRIMA NOTTE .....
dietro la prima notte c’è una tradizione molto forte, che in realtà ha origine da un’invenzione letteraria: lo jus primae noctis. Si racconta che in moltissime città medioevali vigesse il diritto della prima notte, ovvero il barone, il principe o il nobile locale potevano andare a letto con la sposa dimostrando così di essere illibata.
Si dice che in moltissime città medioevali vigesse il cosiddetto diritto della prima notte, secondo il quale la novella sposa doveva giacere, la sua prima notte di nozze, con il duca o il barone del paese, dimostrando addirittura di essere anche illibata. Lo jus primae noctis, in realtà, non è mai esistito? Lo jus primae noctis è un’invenzione letteraria ? Nata nei secoli di passaggio tra il Medioevo e l’Età Moderna. Possediamo e conosciamo bene la legislazione dei cosiddetti Regni romano-barbarici, e di esso non vi è traccia; gli storici e gli antropologi hanno rivoltato ogni virgola della legislazione longobarda, e non hanno trovato niente che assomigli allo jus primae noctis. Lo stesso dicasi per la legislazione carolingia e dei regni successivi, per non parlare di quella del Sacro Romano Impero e dei Comuni: niente di niente, neanche un accenno. E allora, come è possibile che una simile panzana sia nata e goda tuttora di così tanta fortuna? Furono per primi i giuristi del Medioevo morente a fantasticare di un simile diritto, che sarebbe esistito in un passato lontano anche dalla loro epoca, interpretando in modo errato alcuni tributi che venivano pagati dai villani ai signori al momento del matrimonio. Essi scambiarono il maritagium o foris maritagium come un riscatto di un antico diritto reale del signore sugli sponsali. In realtà si trattava di una somma che il padre della sposa dava per ottenere il permesso di dare una dote alla figlia: terre e poderi che passavano dal signore alla futura sposa in cambio di un'indennizzo. In pratica, quindi, il diritto gravava sui beni, non sulle persone. Un altro elemento che contribuì ad alimentare il mito fu la tassa che i coniugi, in certe aree, dovevano pagare alla Chiesa per poter consumare il matrimonio la prima notte di nozze. Anticamente gli sposi dall'indole particolarmente religiosa (e successivamente fu imposto a tutti), al termine della cerimonia laica, usavano farsi dare una benedizione speciale dal sacerdote e, per rispetto a essa, la prima notte si astenevano dai rapporti sessuali. Secondo studi recenti, addirittura, lo jus primae noctis "nacque" nel 1526 dalle parole dallo scozzese Hector Boethius. Boethius scrisse una Storia della Scozia a partire dall'epoca celtica e parlando delle riforme attuate re Malcolm III Canmore, vissuto nell’XI secolo, introdusse il passo seguente: «... fu abrogata una usanza pessima e vergognosa instaurata dal tiranno Evenus che consisteva, per i signori dotati di potere, di godere la primizia della verginità di tutte le spose del loro territorio. Da allora lo sposo poteva riscattare quella notte versando al signore mezza marca d'argento; essi sono ancora oggi tenuti a versare questa somma, che è chiamata comunemente "merchet della donna"» (il maritagium prende il nome di merchet). Non si tratta altro che del vecchio maritagium ammantato di una spiegazione più piccante. Il mito attecchì con straordinaria fortuna e la storiella del mai esistito tiranno Evenus fu presa per buona senza che nessuno si prendesse la briga di controllare su quale base documentaria si fondasse. Adirittura per dare una prova concreta della verginità della donna, in Italia era tradizione esporre sul terrazzo, alla finestra o sul balcone le lenzuola che avevano ospitato i coniugi nella loro prima notte d'amore. Mettendo in bella vista le tracce di sangue, così si dimostrava che la sposa era effettivamente illibata. L'usanza aveva risvolti tragicomici quando le tracce di sangue, per varie ragioni, non c'erano: si suppliva allora con sangue animale. Domani inseriremo un racconto,una leggenda tramandata oralmente che i nostri nonni conoscevano bene attinente a questa vera o falsa ma sicuramente crudele usanza del JUS PRIMAE NOCTIS successa a Sellia durante il periodo baronale. |
sabato 13 marzo 2010
SUO PADRE LO VIDE,EBBE COMPASSIONE,GLI CORSE INCONTRO,GLI SI GETTO'AL COLLO E LO BACIO'
SABATO della paternità di Dio mai perduta (13 Marzo 2010)
Carissimo/a,
La Parabola del Figliol prodigo merita una meditazione eterna. Per l’infinita eternità siamo chiamati a contemplare la misericordia del Padre nostro celeste. L’amore di Dio per noi è senza misura. In Cristo Gesù questo amore supera la stessa fine della croce, della morte, si fa risurrezione, Eucaristia, dono perenne dell’intera sua vita per la nostra vita.
Contro questo amore smisurato si incontra e si scontra il nostro amore piccolo, meschino, misero, inesistente, capriccioso, testardo, ostinato, barbaro. Il nostro è un amore parziale, non universale, settario, non comunionale, verso di noi, non verso gli altri. Il nostro amore sovente si manifesta come sete di vendetta, giustizia, punizione, perché l’altro paghi il suo debito contratto verso di noi e la società. Il nostro è un amore di sfruttamento, di schiavitù, di disumanità, perché priva l’altro della sua dignità. Lo tratta peggio che gli animali. Peggio che nell’inferno.
Carissimo/a,
La Parabola del Figliol prodigo merita una meditazione eterna. Per l’infinita eternità siamo chiamati a contemplare la misericordia del Padre nostro celeste. L’amore di Dio per noi è senza misura. In Cristo Gesù questo amore supera la stessa fine della croce, della morte, si fa risurrezione, Eucaristia, dono perenne dell’intera sua vita per la nostra vita.

venerdì 12 marzo 2010
CONCLUSIONE DEL VIAGGIO APOSTOLICO A SELLIA NEL 1582 DEL VESCOVO N.ORAZI

martedì 9 marzo 2010
VISITA PASTORALE DEL VESCOVO N.ORAZI A SELLIA NEL 1582 "QUARTA PARTE"
Al termine della visita, il presule, lasciava una serie di raccomandazioni,richiami,sollecitudini,lavori da svolgere .Erano una serie di provvedimenti che egli dava ad ogni forania chiamandoli "Provisiones seu Ordines" non prima però di averne discusso con tutto il clero del posto radunato nella sua dimora .Per Sellia si preoccupò di fare: una volta a settimana una riunione del clero dove discutere le questioni morali. Proibisce ai sacerdoti la coabitazione con donne che siano motivo di sospetto o scandalo,raccomanda che i bimbi siano battezzati subito e non come era consuetudine dopo diversi mesi o anni, esorta i responsabili a redigere e tenere sempre aggionato i vari registri parrocchiali. Per quanto riguarda il coro molto nutrito e motivo di orgoglio nella comunità Selliese ,li invita ad impartire lezioni anche nelle foranie vicine dove spesso non c'era nessuno che svolgeva tale compito. Egli non tollerava il cumulo dei benefici da parte degli ecclesiastici che avevano un tenore di vita molto elevato rispetto alla miseria di molti, esortandoli a procursi ,là dove era necessaria, la dispensa. Ritorna ancora sull'annosa e diffusa usanza ,soprattutto a Sellia, di stipulare contratti , atti giudiziari o testamenti vari in Chiesa vietandolo con vigore: pena la scomunica. Al concludersi dell'esposizione dei provvedimenti,L'Orazi rinnova l'esortazione a osservare tali disposizioni;chiede di essere ricordato nelle preghiere e recita le varie orazioni assieme al clero,le confraternite,le autorità ,la popolazione tutta. Finita la funzione si congeda non prima di promettere un'altra visita di verifica entro un paio di anni, rinnovando il desiderio dell'elevazione di una cappella al S.S Sacramento con una sua congrega. Commosso ringranziò per la bellissima ospitalità del popolo Selliese ,delegando l'arciprete Don Ascanius Placida a coordinatore tra i vari parrocci e clero che prestavano servizio nelle 5 Chiese del paese,elevandolo come massima autorità per tutto ciò che riguardasse la vita Pastorale e "Doctrinam Cristianam": dottrina cristiana.
Finisce così la visita a Sellia del Vescovo N.Orazi ,ma come abbiamo detto in un precedente post lui ritornerà spesso nel nostro borgo anche se non in veste ufficiale ma per dimorarvi la notte o per ristorarsi dopo una visita pastorale come successe quando visitò la forania di S.Pietro,di Magisano;quando invece fece visita alla forania di Zagarise fu costretto causa una fitta nevicata a dimorare lì perchè la sua carrozza dovette ritornare indietro: causa la strada impraticabile che non gli permise di arrivare sino a Sellia dove lo attendevano per ospitarlo durante la notte.
Finisce così la visita a Sellia del Vescovo N.Orazi ,ma come abbiamo detto in un precedente post lui ritornerà spesso nel nostro borgo anche se non in veste ufficiale ma per dimorarvi la notte o per ristorarsi dopo una visita pastorale come successe quando visitò la forania di S.Pietro,di Magisano;quando invece fece visita alla forania di Zagarise fu costretto causa una fitta nevicata a dimorare lì perchè la sua carrozza dovette ritornare indietro: causa la strada impraticabile che non gli permise di arrivare sino a Sellia dove lo attendevano per ospitarlo durante la notte.
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