venerdì 16 luglio 2010

Nella Sila Catanzarese si trova l'aria più pulita del mondo... anche del polo nord

Entrata del parco in località "Tirivolo" Zagarise CZ
«Raramente ho visto terre in cui c'è tutto come in questa. E voi, invece, state morendo di fame con la dispensa piena, "violentando" la vostra regione, piegandola verso una vocazione industriale che non le appartiene e che porterebbe solo danni». Ha esordito schiettamente in questi termini Stefano Montanari, direttore del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena, che ieri mattina, nel corso di una conferenza organizzata nel centro visite "Antonio Garcea" del Parco della Sila, in località Monaco di Taverna, ha illustrato i risultati di una ricerca condotta insieme ad Antonietta Gatti, sull'aria che insiste in zona parco, a Tirivolo, nel comune di Zagarise, in particolare.
E dai dati raccolti è emerso che nel sito in cui sorge ormai da due anni il parco-avventura "Orme nel parco" non v'è traccia di polveri inquinanti: l'aria che si respira, quindi, è pulitissima e addirittura migliore di quella analizzata dagli stessi ricercatori sulle Isole Svalbard, tra la Norvegia e il Polo Nord, in un arcipelago che conta appena 2.500 abitanti. Pari a zero è, dunque, il livello di inquinamento atmosferico sulla montagna catanzarese stando ai dati raccolti dall'esperto modenese, giunto in Calabria perché attratto dall'«insuccesso di questa regione» (come ha candidamente dichiarato), per lui sicura garanzia di assenza di confusione. E Montanari ha classificato le polveri (o nanoparticelle) in due categorie: quelle naturali (provenienti dal deserto o dagli incendi boschivi, per esempio) e quelle umane (prodotte dalle acque di scarico, dagli inceneritori, dai fumi industriali, dal terrorismo, dalla guerra, dall'invecchiamento degli edifici, per esempio).
L'azione dell'uomo è, dunque, la vera fonte di inquinamento, capace di produrre effetti irreversibili se è vero, come ha spiegato, che le polveri si definiscono "eterne" proprio perché non si distruggono mai. E l'esperto ha più volte rimarcato come non esista alcuna normativa che preveda un controllo delle nanoparticelle presenti nel cibo. «Persino sui prodotti biologici, così definiti perché coltivati senza l'ausilio agenti chimici, non è previsto un esame volto a valutare la presenza di polveri sottili».
Nanoparticelle inquinanti presenti sulla vegetazione, sui prodotti alimentari (anche confezionati) e finanche nell'organismo umani, con inevitabili conseguenze sulla salute. Da tutto questo è emersa l'importanza dei risultati dell'analisi compiuta (cui allo stato non seguirà un ulteriore monitoraggio stante i costi elevati dell'operazione, circa 400.000 euro annui), da utilizzare per rilanciare l'immagine della Calabria come hanno voluto sottolineare i relatori moderati da Franco Bartucci, evidenziando le funzioni sociali delle zone protette, vere e proprie "Vitamine G" (green).
«Il contributo dei parchi – ha affermato Sonia Ferrari, presidente del Parco della Sila – è fondamentale per diversi motivi. Non solo per la tutela dell'ambiente ma anche per lo sviluppo di aree che spesso sono svantaggiate e che, grazie ad essi, possono sfruttare occasioni che non avrebbero. Tuttavia dobbiamo tristemente prendere atto che oggi assistiamo a dei tagli finanziari preoccupanti proprio per gli enti parco».

giovedì 15 luglio 2010

Catanzaro:partiranno a breve i lavori del secondo lotto del nuovo palazzo di giustizia

Ricostruzione al computer di come sarà una volta ultimato la sede del
palazzo di giustizia di Catanzaro
Saranno consegnati martedì 20 luglio i lavori di ampliamento del tribunale di Catanzaro (secondo lotto) che – informa una nota stampa - comporteranno una spesa di oltre undici milioni di euro. L’opera è stata finanziata dal Ministero di Grazia e Giustizia ed parte dal comune di Catanzaro. L’ampliamento, che sarà realizzato in aderenza al nuovo Palazzo di Giustizia di via Argento, prevede la realizzazione di nuove aule d’udienza, una nuova aula della Corte d’Assise e un adeguato potenziamento degli spazi per le attività amministrative e giudiziarie.
La ditta aggiudicatrice - L’affidamento dell’appalto, - si legge nella nota - trattandosi di una procedura secretata, è avvenuto con la procedura pubblica dell’appalto concorso a cui hanno partecipato numerose imprese. Ad aggiudicarselo è stata l’impresa Gatto Costruzioni che successivamente ha trasferito il ramo di azienda, e conseguentemente l’appalto, alla Società Cooperativa Costruzioni calabrese.
Le previsioni di progetto - Il sindaco Rosario Olivo e il vicesindaco Antonio Tassoni (quest’ultimo – evidenzia la nota - ha seguito personalmente la delicata pratica nel periodo in cui ha guidato l’assessorato ai lavori pubblici) hanno espresso grande soddisfazione per l’imminente avvio dei lavori di un’opera che “sarà essenziale per il funzionamento degli uffici giudiziari nella città di Catanzaro”. Con l’ampliamento del palazzo di via Argento si realizzerà a Catanzaro un vero e proprio Polo della Giustizia che assemblerà in un’unica area il tribunale civile e penale, la Corte d’Appello, la Procura della Repubblica, la Procura Generale. L’accentramento delle nuove strutture nell’immediata prossimità dei complessi già esistenti – secondo la nota - garantirà funzionalità all’intero sistema giudiziario e quindi notevoli vantaggi sia per gli operatori della giustizia sia per gli utenti che giungono da ogni parte della regione. Il progetto – spiega la nota - prevede la realizzazione di un edificio denominato corpo D e destinato in parte ad aule ed in parte ad uffici, oltre ad un sovrappasso su Via Kennedy che funge da collegamento pedonale con il cosiddetto Tribunale “Storico”. L’edificio, sviluppato in senso longitudinale in aderenza ai corpi di fabbrica esistenti e parallelamente a Via Kennedy, si erge per otto piani (oltre il livello seminterrato e la copertura) dove sono posizionati i vari ambienti con le relative destinazioni, ed è accessibile sia dal complesso del 1° Lotto che da un’entrata autonoma esterna direttamente da Via Kennedy.

mercoledì 14 luglio 2010

LA STORIA DURANTE I SECOLI DEL DIALETTO CALABRESE. ( 7° ED ULTIMA PARTE)

Durante il periodo borbonico il dialetto nel catanzarese è in piena evoluzione lessicale. Nasce un dialetto quasi dotto che vive accanto a quello popolare. Il dialetto degli uomini colti,era diverso da quello del popolo, esso era un dialetto levigato,ma anche meno caratteristico, e oseremo dire meno artistico,anche se rimane saldo alla sua origine della lingua Greca. In che punto il dialetto della provincia di Catanzaro cerco di livellarsi al Siciliano? Qui notiamo come una certa decadenza della lingua greca nella media Calabria era dovuta principalmente al forte bisogno di incrementare i commerci,allacciando relazioni con le regioni confinanti. Pertanto maggiore fu il livellamento con il Siciliano abili commercianti con i numerosi artigiani che arrivavano dai paesi arabi .A questo punto penso che abbiamo risposto esaurientemente ai quesiti che ci eravamo posti all’inizio del nostro percorso.Il dialetto Calabrese soprattutto quello meridionale nasce su solide basi di lingua Greca che pur con l’aggiunta di nuovi vocaboli,nuove forme di pronuncia dovute alle varie dominazioni straniere i quali apporteranno nuove parole,le basi non cambieranno mai .Queste basi greche e grecho-bizantine. Pertanto,maggiore fu il livellamento al siciliano quanto maggiore era il desiderio di espandersi. Ed possiamo ora desumere, che il livellamento maggiore si ebbe dopo l’avvento dei normanni, i quali si erano sostituiti ai bizantini. Nella media Calabria dunque per concludere non si ebbe un dialetto sino al XI secolo, ma una lingua vera e propria,la lingua Greca che lentamente decadeva e accoglieva in sé vocaboli di latino arcaico e di lingue romanze.Fine

martedì 13 luglio 2010

Il campanile di Sellia. "U campanaru"

L'imponente campanile della Chiesa Madre di Sellia
Lo stupendo campanile che osserva tutta Sellia, durante i secoli si è adeguato alle varie trasformazioni, agli ampliamenti della Chiesa Madre. Struttura imponente, si nota subito che in origine era più alto avendo un forte basamento. Infatti durante uno dei tanti terremoti la parte alta crollò, fu ricostruito abbassandolo e creando le merlature tipiche del castello; prima invece c’era un tetto spiovente in tegole. La casa parrocchiale fu costruita in epoca più recente allungando l’arco che prima era lungo per quanto era il campanile, fatto tutto in legno; poi proprio durante il periodo della disastrosa alluvione fu ricostruito in muratura. La sirena è quella della scuola elementare che dopo la sua inagibilità fu sistemata sul campanile per richiamare i vari scolaretti che venivano ospitati in varie case private in attesa che si ricostruisse la nuova scuola, la quale doveva sorgere insieme all'asilo sopra la fermata dei pulman poi si decide di dividerle, la scuola elementare alle nuove palazzine grazie ad un nuovo finanziamento per l'alluvione, mentre, purtroppo l'asilo fu dirottato accanto la Chiesa del Rosario distruggendo la bellisima ala attaccata alla Chiesa di cui ne abbiamo parlato qui. I due cerchi per l’orologio sistemati ai due lati -con il suo caratteristico movimento meccanico a pesi che si poteva ammirare al suo interno- fu realizzato verso il 1933, mentre, le 2 campanelle che suonano le ore e i quarti d’ora, furono presi dalla chiesetta della Madonna della Neve che iniziava in quel periodo il suo lento e inesorabile abbandono. Invece la campana piccola proviene dal vicino convento di Santa Maria delle Grazie. Un Campanile unico nel suo genere nel comprensorio che al suo interno custodisce tanti pezzi del nostro passato,della nostra identità spesso deturpata,saccheggiata con molta sufercialità; peccato per il movimento meccanico a pesi che quando fu sostituito negli anni '80 tra l'altro ancora perfettamente funzionante, venne provvisoriarmente sistemato nella vecchia casa comunale; oggi non sappiamo dove si trovi.

lunedì 12 luglio 2010

Dizionario dialettale Selliese ( lettera J )

 Eccoci alla J la quale nel dialetto calabrese è molto ricca di vocaboli sopratutto nella Calabria meridionale dove la prevalenza della lingua Greca rimane molto marcata. J come Jura,Jordino,Juppitu tre località con nomi particolari che ricadono nel nostro territorio. Vi raccomando aiutateci con l'inserimento di nuovi vocaboli che iniziano con la j
JACCIU s.m. Ghiaccio
JANCHIARAverbo Imbiancare - pitturare
JANCU(A) agg. Bianco(a)
JENCU s.m. Giovenco - Bue giovane
JENNARU s.m. Gennaio
JANNI. nome Giovanni
JATUNIARA.v. respirare
JECCHI espressione di nausea
JERMICARA.parlare,indovinare
JETTUv.getto
JETTUNA nuovo ramoscello,piccola pianta
JERMANU s.m. Segale
JAMU v.andare
JARBISI .abitanti di albi
JERIVASU Baco da seta
JESTIMA s.f. Bestemmia
JIFFULA m.schiaffo
JIRITALA f.ditale per cucire
JETTARA verbo Gettare
JETTU v. getto
JETTUNNA piccola pianta
JIMMUSU agg. Gobbo
JJOMMARU s.m. Gomitolo
JNOCCHIU s.m. Ginocchio
JNOSTRARU s.f. Ginestra
JOCARA verbo Giocare
JOCULANU.giocorellone
JORDINU.giardino,località di Sellia
JORNU s.m. Giorno
JOVI s.m. Giovedi
JRA verbo Andare
JRITU s.m. Dito
JUMARA sost. Fiumara
JUMENTA s.f. Cavalla
JUNCIA s.f. Gengiva
JUNCIRA verbo Unire
JUPPITU .localita di Sellia
JURA s.m. Fiore, località di Sellia
JURIARA verbo Ammuffire
JURIRA verbo Fiorire

Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte

sabato 10 luglio 2010

Racconti Calabresi. "Gesù e la mamma di San Pietro"

San Pietro
Un giorno S. Pietro torna a casa e dice a sua madre-Mamma il Maestro mi vuole con sé, dice che sono destinato a grandi cose e non posso più restare con voi, devo andare con Lui. La mamma di S. Pietro che già non digeriva che il figlio Andrea se ne fosse andato di casa dietro al Maestro, prese questo discorso con molta irritazione. E siccome era una donna che s'intendeva di fatture e magie disse- Se questo Gesù pensa di portarmi via tutti i figli dalla mia casa a me che sono vedova e sola, si sbaglia. Va bene uno ma due son troppi. Stavolta non la vince. Chiama Pietro e gli dice- Figlio prima che tu vada via voglio invitare a casa il Maestro. Lui é sempre stato tanto buono con tuo fratello e con te e noi non abbiamo mai avuto modo di sdebitarci . Perciò se tu sei daccordo digli che domani é invitato a pranzo da noi. Pietro tutto contento va da Gesù- Maestro, mia madre vi manda a dire se ci date l'onore di mangiare a casa nostra domani. Rispose Gesù-Accetto con tutto il cuore Pietro, potevi mai pensare che avrei rifiutato qualcosa a te e tua madre?- Pietro torna contento a casa ed avverte la madre che l'invito è stato accettato. Lei chiama a raccolta le comari del vicinato e cominciano a preparare per il pranzo. Finirono che era già notte. Quando le vicine tornarono a casa lei si ritiò da sola nella cantina; mise a punto una fattura magica poi tornò di sopra e la nascose sotto la soglia di casa-Così- pensò- Domani quando Gesù passa sopra la soglia la fattura gli farà scordare mio figlio e non lo cercherà più.-
La mattina finirono gli ultimi preparativi per il pranzo poi Pietro andò a prendere Gesù. Ma arrivati davanti all'uscio di casa, il Signore, che tutto vede e tutto sa, si gira verso S. Pietro che era accanto a lui, e gli dice- Pietro voglio chiederti una gentilezza; voglio che tu mi porti in braccio dentro la tua casa- E Pietro- Figuratevi Maestro se non vi porto! -Prese in braccio il maestro e lo portò dentro casa sotto gli occhi indispettiti della madre che pensava-Per questa volta me l'hai fatta ma non è ancora finito il giorno- E nascondendo la rabbia e mostrando allegria cominciò subito a servire il mangiare. Gli uomini mangiavano serviti dalle donne che andavano e venivano dalla cucina. In mezzo a quell'andirivieni nessuno si accorse che la mamma di Pietro levò la fattura dalla soglia e la mise sopra lo stipite della porta pensando - Voglio vedere che cosa fa ora.- Finito di mangiare Gesù si alza, benedice tutti e dice-E' ora di andare Pietro e siccome quando siamo arrivati tu sei stato così gentile da portarmi dentro casa in braccio, ora voglio essere io a portare te fuori di casa allo stesso modo- Pietro e, sua madre in particolare, cominciarono a protestare dicendo che mai sarebbe dovuto succedere che il Maestro portasse in braccio l'ultimo dei suoi servi. -Semmai é dovere di mio figlio riportarla fuori in braccio- insisteva la mamma.- Gesù disse- Fai come dico Pietro perchè non è per umiltà che ti porto in braccio fuori ma per insegnamento.- Così fece e quando furono fuori dalla casa si girò verso la madre di S. Pietro la guardò e le disse- Donna la malia ben fatta sia ma ricordati che chi la fa non la vede la faccia mia.